Agricoltura volano economico del sud
MAP NST 17/10/2005
Movimento Antinucleare Pacifista
NOSCORIE TRISAIA
Email nonucleare@email.it
Come Movimento restiamo sempre al fianco degli agricoltori e di chi lotta per salvare la nostra terra.
Le aziende agricole dell'arco jonico, come tutte le aziende agricole del sud (del mondo …), già lottano contro una natura “irritata” (dai comportamenti umani poco rispettosi dei suoi equilibri) che dispensa, sempre più frequentemente, gelate, alluvioni e siccità! Le aziende già pagano i costi della meccanizzazione agricola e dell’industrializzazione del prodotto!
Sui campi sono spesi soldi (ed energia) sotto forma di: plastica, gasolio, mezzi agricoli, ferro, fitofarmaci, ecc. (tutti prodotti della grande industria), personale e servizi consortili.
Ogni mattina in agricoltura trovano lavoro sicuro migliaia di persone. Lavoro reale e flessibile (secondo le stagioni della produzione e della raccolta) e non secondo i decreti del ministero del lavoro, non è un’occupazione calcolata statisticamente o di propaganda, ma un’occupazione reale!
Il mercato cosiddetto “globale”, le grosse aziende e le regole (non sappiamo chi le ha scritte…),
allo stato attuale, producono in agricoltura l’effetto di una produzione pagata a basso prezzo ai “contadini” e rivenduta ad un prezzo inaccessibile al consumatore.
Per restare sul mercato e tutelare il consumatore non servono le frontiere ma scelte politiche e di mercato che premiano l’agricoltura di qualità, quella “biologica”, produzioni controllate e certificate, canali di mercato che evitino le speculazioni di piattaforme fittizie che fanno lievitare i prezzi, riduzione dei costi di produzione e dei servizi (contributivo e dei mezzi di produzione), industrializzazione e trasformazione del prodotto.
Formazione professionale e tecnica per i giovani agricoltori; ed è ora di dare un ruolo cardine di primo piano alle università e agli enti di ricerca che devono essere liberi di fare gli interessi “collettivi” e non di qualche grossa impresa privata che finanzia le loro attività.
Affermiamo che occorre una facoltà d’agraria nel Metapontino utilizzando il centro di ricerche Enea di Trisaia per l'innovazione e la ricerca in agricoltura.
Il governo regionale, nazionale e comunitario non può trascurare questo settore primario dell’economia, non ci sono solo le s.p.a. o le industrie dell’energia ma sviluppi ambientali, etici e socio-economici non quantificabili se il settore va in crisi totale.
Un PIL drogato della Basilicata a causa delle estrazioni petrolifere e dei prodotti Fiat farà uscire la regione nel 2006 dall’obbiettivo 1.
Alle aziende agricole saranno negate nel 2006 quei fondi che hanno dato qualche boccata d’ossigeno in passato.
La statistica non può beffare la povera gente.Le multinazionali non possono sfruttare il territorio e lasciare dietro di se l’immagine di una regione ricca (quando invece la ricchezza è portata via).
Il governatore lucano e i parlamentari del sud, chiedano immediatamente che questo principio d’esclusione dai fondi comunitari sia rivisto.
E’ ora di riforme strutturali e non di surrogati sul territorio, occorre agire subito sulla formazione, su un’agricoltura di qualità, sul controllo dei mercati e sullo sviluppo territorio.
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