Lettera ai leader del centrosinistra che non erano con il popolo della Val di Susa
Leggo testualmente: "Inviti selezionati, facce che contano, è gradito l'abito scuro. I Ds ne hanno organizzata una per anticipare, a imprenditori e banchieri, a manager e intellettuali, le grandi linee del programma". E così ecco che Anna Maria Artoni, presidente degli industriali dell'Emilia Romagna, arriva assieme a Matteo Colaninno, presidente dei giovani industriali. Ed è tutto un valzer di parlamentari, manager e imprenditori. Giorgio Napolitano fa gli onori di casa. C'è ad esempio un grande ex dirigente della Finmeccanica, come Fabiano Fabiani. E poi gente del calibro di Cesare Romiti. Accanto a Romiti siede Massimo D'Alema. E poi c'è il potente presidente del Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari. E poi ci sono tanti direttori di giornali e Tg. E c'è anche lui: Bruno Vespa. Che parla al telefonino con Bossi e gli dice: "Caro Umberto! Ma certo, va bene, possiamo organizzare una trasmissione tutta dedicata a…".
Non sto facendo altro che un copia e incolla del vivace articolo di Fabrizio Roncone, che elenca molto più minuziosamente di me i tanti invitati che contano per voi. E che non vengono a mangiare le salsicce del Festival dell'Unità ma a degustare roba fine per il loro palato. E a parlarvi dei loro affari, che contano più delle tartine e dello spumante che mescete nei loro calici. Voi forse li avete convinti. In fondo potete essere più graditi alla platea popolare. Pertanto siete più affidabili sull'alta velocità, sui rigassificatori, sulle grandi infrastrutture, sugli investimenti militari, sul ponte di Messina. Non toglierete a lor signori le ville con piscina, i gioielli firmati, le Ferrari, i cabinati da crociera, anzi. E' l'occasione buona anche per voi.
E allora, scusate se come privato ed umile cittadino, vi confesso tutto il mio più sincero disagio. Come quando salgo sul treno sbagliato che mi porta nella direzione opposta.
Scusate, ma io provo disagio a vedervi banchettare con i più potenti uomini d'affari italiani mentre nessuno di voi era alla marcia della Val di Susa contro il tunnel in una montagna che contiene amianto e materiale radioattivo.
Scusate, ma io provo disagio a vedere Ermete Realacci e Chicco Testa, tra i fondatori della Legambiente, fare carriera e dissociarsi dal popolo della Val di Susa che cerca di tutelare la propria salute e la propria valle.
Scusate, ma io provo disagio a leggere che Prodi definisce i rigassificatori di Brindisi o di Taranto "impianti assolutamente sicuri" quando sono invece per legge assoggettati alla direttiva Seveso per il rischio di "incidente rilevante".
Scusate, ma io provo disagio quando Prodi passa da Taranto e non dice nulla sul rischio nucleare connesso al passaggio di sottomarini Nato (se fosse passato vent'anni fa da Chernobyl, prima dell'esplosione, temo che avrebbe dormito placidamente accanto al reattore, tanto sono tecnologie sicure).
Scusate, ma io provo disagio a vedere che non ci interpellate, né quando si deve fare una guerra (e ne avete fatte) né quanto si deve scrivere il programma.
Scusare, ma io provo disagio quando vedo che interpellate moltissimo i vostri finanziatori.
Scusate, ma io provo disagio a vedere che chi costruisce armi conta più di me nella scrittura del programma elettorale.
Scusate, ma io provo disagio a sentire che D'Alema non avrebbe fucilato Mussolini e non ha mai condannato la strage di innocenti compiuta con il bombardamento contro la TV di Belgrado nel 1999. Lui era presidente del Consiglio.
Scusate, ma io provo disagio a leggere, su un grande giornale nazionale, che Fassino si lamenta per le spese militari scese allo 0,8% del Pil e ha puntando il dito su Berlusconi, il tutto in un convegno con gente scelta e importante che opera nel settore militare.
Scusate, ma io provo disagio anche solo a immaginare che in Iraq ci siano gli interessi petroliferi di qualche invitato; e che ai morire magari ci andrà un mio studente che mai avreste convinto a rischiare la pelle se fosse rimasta la leva.
Scusate, ma io provo disagio a vedere che il sindaco di centrosinistra di Torino telefona alla Coca-Cola discolpandosi se il consiglio comunale ha votato un documento di condanna e boicottaggio della Coca Cola per le violazioni dei diritti umani. Gli imprevisti della democrazia sono veramente una vergogna.
Scusate, ma io provo disagio a leggere che Michele Serra ritiene questo come il penultimo problema di cui la sinistra si dovrebbe occupare ("l'ultimo è quello della Pepsi-Cola", ha aggiunto con sarcasmo).
Scusate, ma io provo disagio quando intuisco che i diritti umani contavano tantissimo quando venivano violati in Urss da Leonid Breznev e non contano più niente oggi se a violarli è uno sponsor, la Coca Cola, e se a farne le spese sono i lavoratori di un'altra parte del mondo.
Scusate, ma io provo disagio a vedere che le torture compiute dagli americani pesano sul vostro cuore quanto pesavano sul cuore di Togliatti quelle sovietiche.
Scusate, ma io provo disagio a vedere che non vi scandalizzate più e che lo fate solo quando una notizia appare sulla prima pagina dei giornali.
Scusate, ma io provo disagio a vedere che, ciò nonostante, in piazza per protestare contro il fosforo bianco e la strage di Fallujah non c'eravate, mentre non mancate alle cene importanti.
Scusate, ma io provo disagio perché condannate le troppe TV di Berlusconi e non la troppa spazzatura che c'è in TV.
Scusate, ma io provo disagio perché il moderno oppio del popolo non lo volete distruggere ma lo desiderate nelle vostre mani.
Scusare, ma io provo disagio a vedervi nelle trasmissioni spazzatura da otto milioni di telespettatori: Pasolini vi avrebbe condannato senza pietà.
Scusate, ma io provo disagio a vedere che - poiché c'è questa TV - della scuola non interessa più niente a nessuno. Un tempo l'istruzione era fondamentale per leggere il giornale, e venivano diffuse due milioni di copie dell'Unità la domenica. Oggi otto milioni di persone si raggiungono anche senza che sappiano leggere e scrivere. E se ciò è vero, allora l'obiettivo è quello di conquistare la TV e non di insegnare a leggere e a scrivere, anche perché - nell'era di Internet - potrebbero controllarvi meglio.
Scusate, ma io provo disagio a vedere i banchetti del centrosinistra con gli industriali, i banchieri, i big del giornalismo. La P2 almeno era realizzata in segreto. L'espropriazione della democrazia avveniva con il garbo massonico. Cenavano senza far baccano, perbacco un po' di galateo.
Scusate, ma io provo disagio a vedere che in Gran Bretagna i grandi finanziatori dei laburisti vengono premiati con il seggio di Lord.
Scusate, ma io provo disagio - come insegnante - a constatare che la missione educativa di don Milani è finita, che io sono un illuso, e che il sacro dovere di dare una formazione culturale ai figli dei lavoratori per fare di loro "classe dirigente" è un'idea ormai morta e sepolta. Temo di capire ormai tutto il gioco. E ne provo imbarazzo. Perché mi chiederete il voto in nome di quegli ideali di giustizia per cui don Milani insegnava i più poveri a leggere e a scrivere.
Scusate, ma io provo disagio nel vedere che veniamo chiamati a votare non per cambiare questa società ma per togliere il governo a Berlusconi. E per consegnare la chiavi della nazione a loro: quelli che avete invitato. Del resto solo loro sanno fare con professionalità, competenza, spirito imprenditoriale ecc. ecc. quelle cose che molti di voi non sanno fare.
Scusate, ma io provo disagio al solo pensiero che Fassino non telefoni ai lavoratori ma ai loro datori di lavoro.
Scusate se provo disagio a leggere che Giuliano Amato - quando era presidente del Consiglio - sia andato a parlare all'Onu della povertà alloggiando nel più lussuoso albergo di New York. In Congo si vive in media con 110 dollari all'anno (venti centesimi di euro al giorno) e molti di voi li spendono in una sola cena. Ed è ovvio che nel programma elettorale queste cose vengano ignorate.
Scusate, ma io provo disagio quando arrivano le auto blu di grossa cilindrata e non sai se scenderà un esponente del centrodestra o del centrosinistra: avete auto uguali.
Scusate, ma io provo disagio a leggere quanto guadagnate come parlamentari, quanto prenderete di pensione: guadagnereste un po' della mia simpatia abolendo la lunga lista di privilegi parlamentari. Ma temo che non ne sarete capaci se e quando sarete maggioranza.
Scusate, ma io provo disagio a vedervi vestiti tutti uguali: avete gli stessi abiti firmati, le stesse scarpe, le stesse cravatte. Comprate in quei negozi di lusso in cui non acquisterà mai nulla la gente che chi vi voterà o almeno tanti di loro.
Scusate, ma io provo lo stesso disagio di quando, venti anni fa, ho scoperto che pensavo di acquistare un detersivo "pulito", "ecologico", "di sinistra", e invece compravo lo stesso detersivo di una multinazionale che aveva creato furbescamente una linea di prodotti "alternativi" per ragioni di marketing. Cambiava solo la confezione e la pubblicità. Ma il detersivo era lo stesso.
Anche se per voi io non conto nulla, a maggior ragione esprimo il disagio di chi non conta nulla.
Vi confesso di non riconoscermi più nel vostro mondo.
E non per questo perdo la speranza in un futuro migliore.
Perché vedo la politica altrove, là dove voi avete perso - assieme all'innocenza - anche la speranza.
Disse Danilo Dolci: "Una cosa è tendere a sostituirsi al vecchio potere e altro è creare nuovo potere in ciascuno".
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