Il NUCLEARE DEL MAR JONIO e LE FONTI ENERGETICHE
Il Deposito Unico a Terzo Cavone, le dichiarazioni di un pentito sui rifiuti abbandonati a Ferrandina, la Base Nato a Taranto, la fusione nucleare in Val Basento: l’elenco nucleare di questo lembo del Sud Italia sembra non debba avere mai fine.
Due avvenimenti simili costituiscono un caso, tre devono far pensare, quattro allarmano.
Cosa è stato deciso per la Basilicata ed il Mar Jonio?
Il reattore a fusione di Ferrandina
Il reattore a fusione termonucleare che si vuole costruire a Ferrandina è un caso o l’ennesimo avvenimento che deve far pensare? Dopo il clamore estivo seguito alla denuncia del Manifesto del 18 agosto, la Regione si è addormentata in silenzio, svegliandosi solo per celebrare l’anniversario della vittoria di Scanzano. Ma che fine hanno fatto l’accordo tra l’Università di Basilicata ed il fisico Panarella, l’accordo con la città di Ferrandina che, per la costruzione del primo prototipo al mondo di un reattore a fusione termonucleare, ha garantito strade, elettricità e luoghi? Ed il progetto del reattore presentato a Washington nel marzo scorso? Ed i fondi comunitari che il Governo ha assicurato per l’impianto? Ed il sostegno della Regione, già espresso dall’ex presidente Bubbico, il quale si è meravigliato con Il Manifesto che il progetto non fosse ancora partito? Abbiamo scherzato o, in silenzio per non allarmare nessuno, tutto va avanti?
I pericoli del trizio
Il reattore che la nostra Regione ha deciso di costruire a Ferrandina userà deuterio e trizio. Il deuterio non è assolutamente pericoloso, ma il trizio?
Il trizio è un gas radioattivo, la cui pericolosità consiste nella circostanza che si lega all’ossigeno ed entra ovunque, nel corpo umano e negli alimenti.
L’assorbimento nel tratto gastro-intestinale è immediata e completa; l’intossicazione del corpo tramite il sangue è totale. La pelle non è una barriera sufficiente in quanto, se su di essa viene a depositarsi trizio, si ha contaminazione transcutanea.
Il suo tempo di dimezzamento è di 12 anni. Ciò vuol dire solo che in 12 anni una determina quantità di trizio si dimezza, ma per eliminarlo del tutto occorrono 246 anni.
Quanto detto basta a sfatare la falsa informazione che vuole il trizio completamente innocuo.
Dove metteremo le scorie?
Da sfatare è anche il mito che la fusione non provochi scorie, perché simile all’energia che produce il Sole. Le reazioni solari avvengono senza produzione di neutroni e senza produzione di trizio: nella versione “umana” la fusione richiede, invece, grandi quantità di trizio e provoca grandi flussi di neutroni. Questo trizio e questi neutroni impattano direttamente sul reattore, facendolo diventare un’unica, grande scoria. L’unica differenza con le scorie dei reattori attuali è che, mentre queste durano migliaia di anni, quelle dei reattori a fusione hanno una vita media di centinaia di anni. Ma nei reattori a fusione ci sono componenti che devono essere sostituiti ogni settimana. Dove li mettiamo? Nel Deposito Unico Provvisoriamente Definitivo di Rotondella?
Fusione a fini solo civili?
Il trizio è fondamentale per la bomba ad idrogeno. Gli impianti a fusione termonucleare c.d.”a confinamento inerziale” (come, appunto, il progetto di Panarella) sono in gran parte coperti da segreto militare. Uno degli scopi principali è, infatti, non la produzione di energia a fini civili, ma la simulazione di micro-esplosioni di bombe ad idrogeno per miniaturizzarle e perfezionarle.
Quello che sperimenterebbe Panarella sul nostro territorio sarebbe, in buona sostanza, una continua micro-esplosione di deuterio-trizio, ossia il principio della bomba H.
Chi collaborerà al progetto di Ferrandina?
Il fisico Panarella, per convincere i lucani che il suo è un ottimo progetto, ha elencato i nomi degli studiosi internazionali che collaboreranno con lui. Chi sono?
1) Richard Post è un fisico di 86 anni in pensione.
2) Michel De Peretti è un ingegnere dell’Ecole Politechnique Femminile, una scuola privata che si occupa, prevalentemente, di stages di studenti. La società diretta da De Peretti menziona, tra i suoi partner, un’altra società di Panarella, la ALFT.
3) Vincent Page non né un fisico né un ingegnere: è un esponente politico di un partito della destra americana, il Partito della Costituzione, del qual è Direttore della Comunicazione per lo Stato del Texas.
Si tratta di un partito contrario all’Onu, al controllo delle armi da fuoco, alle tasse, al welfare state, all’aborto, ma favorevole alla ricostruzione di uno stato teocratico.
Page è, inoltre, Deputato Distrettuale dei Cavalieri di Colombo, una potente organizzazione religiosa americana.
Tutto tranne che un fisico.
Panarella ha anche affermato che comprerà alcuni componenti, a prezzi di favore, dalla General Electric. Ma come, nel resto del mondo la General Electric punta sull’eolico, collocandosi tra i maggiori investitori, mentre a noi vende il nucleare?
Cosa stanno decidendo le società “civili”?
Solo qualche esempio: in Irlanda è stato appena inaugurato un impianto eolico off shore, con turbine costruite dalla General Electric; anche a Portland (USA) la GE vende eolico; in California il Governatore Schwarzenegger punta ad ottenere, per il 2010, il 20% dell’energia da fonti rinnovabili, mentre la città spagnola di Navarra, per la stessa data, punta ad utilizzare solo energie rinnovabili. In Italia, Varese Ligure utilizza già il 100% di energie rinnovabili e ne produce in misura superiore al suo fabbisogno. Barcellona e Madrid hanno emanato ordinanze che obbligano tutte le nuove costruzioni ad installare impianti solari, pena una multa di 60.000 euro.
E noi? Il CNR ha inserito il Mar Jonio tra i mari più adatti ad ospitare l’eolico off shore, il sole cuoce la Basilicata per buona parte dell’anno, molti terreni abbandonati potrebbero essere convertiti ad eco-colture, ma la nostra Regione sogna il nucleare. Non sono, però, sonni tranquilli. Un giorno scopriamo progetti nucleari e il giorno dopo apprendiamo che saranno sviluppati l’eolico ed il solare fotovoltaico.
Il rinnovo del piano energetico regionale è vicino.
Pensiamoci bene oggi per non lottare, di nuovo, domani!
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