Rai 1 "Porta a Porta" e il deposito di rifiuti radioattivi di Scanzano
OFFENSIVE E PREOCCUPANTI LE DICHIARAZIONI DI MATTEOLI E GIOVANARDI NELLA TRASMISSIONE DI RAI 1 “PORTA A PORTA”
I MINISTRI DEL GOVERNO IN CARICA HANNO DEFINITO “SCIOCCHEZZE” I TIMORI DEI PRODUTTORI AGRICOLI LUCANI
Tralasciamo di esprimere giudizi su quanto dichiarato dal Sindaco di Scanzano J.co, Mario Altieri, poiché il suo tentativo di difendere l’operato del Governo e di Berlusconi - definendo solo “tecnica” e non anche “sbagliata” la scelta del sito, si commenta da solo e non smentisce i sospetti di precedenti accordi tra queste parti.
E’ da ritenersi, invece, estremamente offensivo e preoccupante per tutti i lucani quanto sostenuto dai 2 Ministri dell’attuale Governo, Matteoli e Giovanardi, alla trasmissione di Rai 1 “Porta a Porta” dell’altra sera, in cui si è parlato anche della rivolta lucana contro il decreto che istituiva a Scanzano J.co il deposito unico nazionale di scorie nucleari!”
E’ quanto sostengono i Verdi del Metapontino in accordo con la segreteria regionale del partito.
“Offensivo perché hanno deriso e definito sciocche le preoccupazioni della popolazione lucana sulle conseguenze che il deposito avrebbe avuto sul valore delle produzioni agricole regionali!
Hanno dimenticato i fax di disdetta delle prenotazioni per le produzioni di qualità che alcuni agricoltori, già la sera del 14 novembre 2003 (il giorno dopo l’emanazione del decreto), esponevano pubblicamente?
A quei produttori - subito dopo diventati alcune migliaia - era bastato pochissimo per capire che quei canali commerciali e mercati che, con tanto lavoro e professionalità avevano individuato e “conquistato”, erano irrimediabilmente persi! Ovvero gli unici che possono gratificare, attualmente, il lavoro in agricoltura! Acquirenti molto attenti sia alla qualità intrinseca del prodotto che ai luoghi ed ai modi in cui avviene la produzione. E sono questi gli unici mercati” - secondo i Verdi – “su cui la produzione agricola lucana e meridionale in generale può puntare se non vorrà essere schiacciata dalla competizione con le produzioni “globalizzate”.
Hanno dimenticato che al fianco degli agricoltori c’erano tutte le categorie produttive, imprenditori piccoli e grandi, semplici cittadini, operatori turistici - che provvedevano a “rifocillare” i manifestanti - preoccupati per la sorte delle loro attività che sull’immagine e sulle reali qualità ambientali del territorio fondano la loro possibilità di esistenza!
Offensivo anche perché hanno pensato che i lucani abbiano già dimenticato cosa realmente prevedeva il decreto originario! I rifiuti dovevano essere trasportati tal quali sul sito, già definito zona militare, ricoverati sotto costruzioni prefabbricate capaci di resistere ad attacchi aerei ed in loco sarebbero stati sottoposti ai processi di messa in sicurezza (cementificazione, vetrificazione, condizionamento, ecc.). Cosa del tutto aberrante sotto il profilo tecnico e della sicurezza dell’intera nazione, che sarebbe stata attraversata da convogli carichi di rifiuti radioattivi, anche di III categoria, ancora allo stato liquido, ovvero la forma più pericolosa (come sono ad esempio alcuni di quelli presenti in Trisaia)!
Che il testo del decreto sia stato scritto in maniera così chiaramente “terrorizzante”, è stata quasi una fortuna! Nessuno poteva resistere, infatti, dal manifestare il proprio dissenso! Sia la popolazione locale che chiunque l’abbia letto, nella sua forma originale, ha intuito subito lo spregio verso qualsiasi forma di consultazione, di coinvolgimento o almeno del diritto all’informazione! L’imposizione militare (dettata ufficialmente dal pericolo terroristico) di una scelta folle che mal celava i reali interessi di chi si prodigava per attuarla!
E qui vengono le preoccupazioni!
Quegli interessi, infatti, non sono mai stati abbandonati!
Anzi il “Decreto Scanzano” in realtà rappresenta il primo tentativo di ritorno al Nucleare “ufficiale” in Italia!
I fautori del nucleare, infatti, sanno bene che non è più possibile propinare ai cittadini la menzogna che il nucleare sia più conveniente e sostenibile di altre forme di produzione energetica se non si definiscono le modalità di “innocuizzazione” delle scorie!
Sanno bene che per riaprire il nucleare è’ necessario tranquillizzare le popolazioni, convincendole che i rifiuti possono essere gestiti tranquillamente, che esistono nuovi processi nucleari più sicuri e che generano scorie meno pericolose! Anche se non è vero!
Ci devono preoccupare, perciò, tutte quelle dichiarazioni (anche di esponenti del centro sinistra) che auspicano riapertura delle centrali nucleari italiane.
Un ritorno al nucleare che nasconde, sotto la menzogna delle necessità civili, i reali intendimenti!
Gli accordi Sogin-Russia per lo smaltimento dei sottomarini a propulsione nucleare sono oggi di dominio pubblico, il destino militare-nucleare del Porto di Taranto inizia ad esserlo; poco ancora si sa del livello di sicurezza e del destino dei rifiuti, dei materiali e degli impianti nucleari della Trisaia di Rotondella, a pochi chilometri da Scanzano!
Tutte queste considerazioni dovrebbero offendere e preoccupare non solo i lucani!
L’unica soluzione possibile ed accettabile, anche sotto il profilo etico, per la gestione dei rifiuti radioattivi nazionali, proposto dai Verdi lucani:
I rifiuti ed i materiali nucleari, resi trasportabili dopo idonei condizionamenti, devono ritornare nei luoghi di provenienza, la restante parte deve urgentemente essere messa in sicurezza, negli stessi siti ove si trova attualmente.
Occorre realizzare, cioè, degli “eterni mausolei alla stupidità umana” quale monito alle generazioni presenti e future sulla convivenza pacifica dei popoli e sulla corretta chiusura dei cicli produttivi!
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