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Il "cuore" dei NOTAV è ciò che prevale. E' lo stesso di tanti anni fa. Ora, e finalmente, ha toccato altri cuori: che siano i benvenuti coloro che hanno capito l'autentico perchè della protesta

"A’ sara’ düra !!!" (il grido di orgoglio dei NOTAV)

18 dicembre 2005

Gli ottantamila cuori della Val Susa Torino - 17 dicembre 2005. Per una volta non è l’"effimera" Torino protagonista delle prossime Olimpiadi (ci stanno facendo di tutto con, di e in questa città, oggi preolimpica. Non se l’era più filata nessuno, a parte la Fiat - ma per altre ragioni, o torti - da che smise di essere capitale d’Italia nei tempi di risorgimentale memoria), ma una Torino che ha raccolto circa ottantamila cuori che desideravano esclusivamente esserci, per condividere, sentirsi “complici”, teneri e appassionati nel contempo, del cuore immenso dei Valsusini. Se è pur vero che la NOTAV sta acquisendo esponenziali “share” e molti ci “marciano” su questo (anche qui: chi se li filava, fin dagli anni 90, i valsusini che protestavano? Il toccante documentario della regista Adonella Marena “NOTAV – GLI INDIANI DI VALLE” esprime con doverosa umiltà, ma con sacra determinazione, il concetto) è altrettanto vero che le montagne della Val Susa, madri, ma anche figlie dei Valsusini, sono frutto dell’amore dei nostri (autentici) fautori della NOTAV! Questa considerazione è emersa dalle interviste che abbiamo raccolto ieri al parco della Pellerina, dove intorno alle 15 è giunto il lunghissimo corteo dei NOTAV, partito da Porta Susa, per unirsi a chi già attendeva nel parco, intrattenuto magistralmente dal regista Paolini, che con monologhi e in musica ha toccato tutti i dolenti tasti di una “povera” umanità sottolineando (indossando il cappello di suo padre) quanto deve al “piatto in cui ha mangiato”…
E proprio questo parco è stato il teatro della… magia avvenuta. Perché magia? Perché solo grazie a donne e uomini di buona volontà (siamo sotto Natale, ricordiamo la frase “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà) tutto è riuscito in perfetta armonia di pace a differenza di ciò che paventava il Ministro Pisanu. Per dovere di cronaca ci sembra corretto sottolineare che tutti i TG televisivi di Stato, escluso il nazionale Rai 3, hanno esordito nel servizio dicendo che Pisanu si congratulava per la buona riuscita della manifestazione, grazie si ai partecipanti, ma soprattutto al Servizio di Sicurezza che è stato protagonista. Non è così vero Ministro. L’eccezionale servizio d’ordine pubblico lo dobbiamo prevalentemente a tutti i volontari valsusini, ai centri sociali in genere, ai comitati di solidarietà, alla Fiom (così ci dice Airaudo, segretario Fiom settore metalmeccanico, ma anteponendo i primi al loro operato) ecc. ecc. Non abbiamo visto una divisa in assetto di guerra nel parco. Chi controllava la grande calca erano civili, Ministro! Civili nel vero senso della parola e a loro va il plauso. Non ci venga a raccontare, per piacere, e con tutto il sacro rispetto di ciò che Lei rappresenta, che erano 80.000 individui appartenenti alle forze dell’ordine in “borghese”! Questa espressione, data all’inizio di tutti i servizi, ci sembra un po’ in odor di “excusatio non petita”, ci consenta.

NOTAV Dario Fo Sempre per dovere di cronaca ci pare giusto raccontare l’importanza della presenza di nomi storici (perché sicuramente fanno parte della storia, anche se, per qualcuno, ob torto collo …) Il premio Nobel per la letteratura: Dario Fo. Non è più “fisiologicamente” giovanissimo, ma lui c’era! (alla faccia di chi ha interpretato la sua presenza a solo scopo elettorale pro primarie da sindaco di Milano, senza riflettere sul fatto che, essendo a Torino, che senso avrebbe avuto?!). Fo si è fatto tutto il corteo per essere lì. Un po’ stanco, è vero, ma i suoi profondi occhi azzurri e la sua voce non hanno età…
Quando gli ho chiesto “Dario perché sei qui?” “ perché è normale, che domanda mi fai?” Fine intervista con un sorriso reciproco che spiega tutto. Franca Rame che, senza un commento, ha semplicemente letto la lettera che Cindy Sheehan ha scritto a Barbara, la mamma di Bush jr. Questa lettera (pubblicata nel nostro sito) ha creato un minuto di silenzio assoluto tra gli 80.000, inducendoli alla riflessione sul significato di cosa vuol dire lottare per la pace e non per la guerra. Che sia Iraq o Tav, lo spirito è uguale. E’ solo il contesto che, atrocemente, cambia.

L’intervista al Grillo nazionale merita una parentesi. Eh si, perché tutti noi addetti al press (eravamo a centinaia, anche a livello europeo. Si badi bene: non c’era il solito posto “ufficio stampa”per gli accrediti ecc. Eravamo tutti insieme agli 80.000 ed era compito nostro arrangiarci per intervistare - un motivo in più per credere nella determinazione dei NOTAV e non nella virtualità mediatica dello “share" -) eravamo accalcati attorno a lui per intervistarlo, ma riuscivamo con difficoltà perché le sue battute ci facevano ridere a tal punto che non riuscivamo più a reggere il microfono o a prendere appunti.
NOTAV BEPPE GRILLO Dalla comicità del Grillo - parlante, è il caso di dirlo - è emersa l’intervista importante. La sua risposta, quella sulla quale vale la pena di soffermarci, quella che dovrebbero approfondire le istituzioni, al fine di rispettare la sacralità del popolo italiano, è stata "..Per quanto favorevoli alla TAV, non sarebbe stato dignitoso, etico, doveroso, che oggi fossero presenti anche la Bresso, il Chiamparino, un rappresentante di governo?!" (erano presenti il Sen. Zancan - Verdi - il consigliere regionale E. Moriconi -Verdi - Ha parlato Diego Novelli, già sindaco di Torino, da sempre presente coi NOTAV. ndr)- prosegue Beppe Grillo - "La TAV ce la vogliono far passare come progresso? Il progresso dovrebbe essere il DNA dell’uomo per la prosecuzione della specie. Dunque atto a migliorare la vita di questo affinchè abbia il sano incentivo a proseguire la specie. Per farlo occorre potenziare la sua quotidianità, con agevolazioni che gli consentano di poterlo fare, perché questo è il motore che produce il bene comune! Il fare viaggiare una mozzarella a 300 km orari, o un chilo di patate, che, partite da un campo italiano devono fare centinaia di chilometri tra le gallerie della futura TAV per ripresentarsi sulle nostre tavole sotto forma di patate fritte per i fast food, è follia, è infantile, stupida cecità di chi lo fa in buona fede. Non commento per chi lo fa in mala fede: conosciamo tutti il motivo. Quest'ultimi operano approfittando della buona fede di chiunque! Certo che è meglio usare il ferro piuttosto che la gomma per i trasporti, ma, con un po’ di intelligenza, si possono utilizzare e perfezionare ciò che già abbiamo a disposizione e per farlo basterebbe un po’ di buon senso e molti meno soldi di quelli che si stanno smenando per la TAV! Sono anni che parlo dell’idrogeno e ho tonnellate di testimonianze e documentazioni scientifiche che dimostrano la sua attuabilità, ma qui stiamo ancora parlando di carbone e ripristino del nucleare!”

Tutti i Tg hanno poi parlato dell’intervento di Marco Travaglio, anteponendo al suo nome l’aggettivo polemico. Non ci pare il caso. L’intervento di Travaglio ha un fine ben specifico. Travaglio è un giornalista, un bravo Giornalista. Documenta i suoi servizi con dovizia di particolari. Che ci azzecchi, lo dimostrano le cause vinte che esponenti politici, coinvolti nelle sue inchieste, hanno intrapreso contro di lui. Travaglio ci informa, supportato da elementi probatori. Questo è il compito di un Giornalista. Sarà l’opinione pubblica a metabolizzare le informazioni e dunque a trarre le proprie personalissime, responsabili, sacrosante, conseguenze. Noi, colleghi, non abbiamo il diritto di usare il termine “polemico”. E’ un termine che può, in qualche modo, banalizzare e/o influenzare, a priori, la libertà di espressione di chi ci legge. Infatti Travaglio, in quest’occasione, si è assunto il compito di informare di alcuni peccatucci, o presunti tali, di ciò che sta a monte dell’ “affaire TAV”, leggendo un servizio tratto dal n.45 del settimanale “Diario” a firma Barbacetto e alcune pagine del suo ultimo libro “Inciucio”.

Simpatico l’intervento di Mercalli, accusato dai media di essere affetto dalla "sindrome dei nimbi". Anche lui ha un "cuore" valsusino e ce l’ha proprio geneticamente, a differenza degli "affiliati", ma non meno appassionati, Fo, Grillo & C. Lui, dunque, sarà pure da contemplarsi nel sempre più attuale argomento "conflitti di interessi" ma, attenzione: quali "conflitti", quali "interessi"?! Quelli che danneggiano il bene del popolo italiano sono i conflitti di interessi di coloro che rientrano nel'ottica del pensare solo al proprio misero orticello. Quelli che, invece, contribuiscono ad arrricchire un "orto" comune al bene dell'intero popolo italiano, in nome del quale i nostri governatori legiferano, non solo sono ben accetti, ma invocati...
Nadia Redoglia

Note: Immagini realizzate da:
- Gli ottantamila cuori della Val Susa: Annalisa Muzio - ed. Aghepos
- Dario Fo e Beppe Grillo: Pietro Termini - Susa
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