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Gas russo,nucleare e petrolio Lucano

5 febbraio 2006
NOSCORIE TRISAIA

“L’uscita dal nucleare è ormai una legge in vigore. Nessuno può puntare sull’atomo per la sicurezza e l’indipendenza dell’approvvigionamento energetico nel futuro”.
Con queste parole, il ministro dell’ambiente tedesco Sigmar Gabriel (Spd) ha escluso con decisione il ritorno all’energia atomica. Un tema molto sentito nella terra dei lander. Infatti, le due componenti – quella conservatrice (Cdu-Csu) e l’altra socialdemocratica (Spd) – hanno posizioni differenti. Ma per il bene dell'alleanza nell'accordo di programma concordato tra le parti al momento della formazione della Grosse Koalition (Cdu/Csu-Spd) era stato deciso di non operare alcuna modifica su tale argomento. Quindi il piano di uscita continua, come ha confermato il 4 gennaio la cancelliera Angela Merkel.
Un duro colpo per i tifosi dell'atomo europei e anche per quelli italiani. Nel nostro Paese il ministro delle attività produttive Claudio Scajola si è dichiaratamente schierato a favore di un ritorno all’energia atomica, invocando “una vera e propria alleanza internazionale per adottare insieme le misure per contenere le emissioni e sviluppare le soluzioni necessarie. Si deve puntare ad un futuro con le fonti rinnovabili e, soprattutto, all’energia nucleare”. Il dietrofront tedeco non gli avrà certo fatto piacere.

In Italia, quando fa troppo freddo o troppo caldo ed esiste il picco di richiesta dei consumi d’energia, per politici senza scrupoli, scienziati senza titolo, servi di partito e soprattutto per la lobby dell’atomo è l’occasione per tornare puntualmente a terrorizzare l’opinione pubblica con “o il nucleare o il buio”.
Anche l’estate e scorsa con l’utilizzo dei climatizzatori si scongiurava il black out, ma il clima non fu così torrido e il black out (mediatico) non arrivò.
Il governo ha perso cinque anni più i quindici degli altri governi (per un totale di venti) senza realizzare un piano energetico nazionale diversificato, senza mai ricorrere alle energie alternative rinnovabili (come invece ha fatto la Germania che ha il doppio del fotovoltaico italiano pur avendo un terzo della quantità di esposizione solare).
Il ministro Scajola è tra i primi promotori del nucleare, ma sa benissimo che questa fonte di energia, anche se si iniziasse oggi a costruire le centrali (sempre che i cittadini le accettino) sarebbe disponibile tra oltre dieci anni e non riuscirebbe neanche a soddisfare il 20% del fabbisogno nazionale (con un massiccio impiego di fondi nazionali e risorse che sarebbero sottratte alle energie alternative e fonti rinnovabili). Sa benissimo che il chilovattora nucleare è più costoso del costo del Kw prodotto da altra fonte di energia (vedasi il ciclo completo dell’uranio dall’estrazione, preparazione,costruzione centrali, manutenzione ma soprattutto gestione delle scorie).Tra dieci anni le riserve di uranio si ridurranno a trenta anni (oggi sono quaranta) e un investimento del genere sarebbe “capestro” per l’economia nazionale, tenuto presente che avremo creato tonnellate di scorie che si dovranno smaltire. Non parliamo della sicurezza e della salute dei cittadini, perché gli incidenti nucleari localizzati negli impianti nucleari sono all’ordine del giorno (senza necessariamente avere nuove Cernobyl), e qualcuno dovrà quantificare un giorno i morti per tumori e leucemie o per l’uranio impoverito che qualcuno ha smaltito con le bombre sui balcani e nei nostri mari . Anche In Francia la società civile si oppone al nucleare: nella cittadina di Bure i cittadini non vogliono la costruzione di un megadeposito di scorie nucleari e 865 associazioni (Sortir du nucleaire)chiedono che la Francia esca dall’atomo.
I ministri del governo italiano e la lobby nucleare con la propaganda sull’atomo vogliono dirottare ingenti finanziamenti sulle operazione estere collegate al business nucleare, sulle join venture dell’enel in slovacchia, degli accordi con l’edf, del decommissioning russo a cui partecipa anche la Sogin , non ultima la costituzione a Genova dell’Ansaldo nucleare .
Come lucani dobbiamo invece subire il terrorismo mediatico che vuole fare di questa terra una zona franca di traffico per mafiosi di rifiuti nucleari abitata da analfabeti e di navi affondate nei nostri mari che danneggiano la nostra immagine e quella dei nostri prodotti agricoli.
Negli anni sessanta qualcuno condannò questa terra a subire il nucleare ingiustamente con il centro Itrec di Trisaia, forse per un piatto di fagioli o per un posto in parlamento. Nel 2003 ( uomini senza scrupoli, senza amor proprio e della propria terra) volevano realizzare un megadeposito per le scorie nucleari, condannando definitivamente la Basilicata come pozzo nero d’europa, in cambio forse di un piatto di fagioli o di un posto in parlamento. Le mamme e i bambini di Scanzano (ossia i veri No global dell’umanità) hanno difeso questa terra e scongiurato più grande catastrofe ecologica di tutti i tempi (il deposito geologico per la presenza del gas,dell’erosione, per il movimento delle faglie geologiche giovani del terreno sarebbe finito in mare contaminando l’intero mediterraneo).

Il Gas russo ha il suo valore , lo sa la massaia che deve tirare avanti a fine mese e non ha certo bisogno dei consigli del ministro per ridurre il riscaldamento, e non si merita certo aumenti in bolletta per questo. Anche il Gas e il Petrolio lucano hanno il loro valore, e pensiamo che sia giusto nei confronti di una regione minacciata continuamente dall’emigrazione, dallo spopolamento e dalle contaminazioni ambientali che la ricchezza non venga dispersa per un piatto di fagioli o forse per un posto in parlamento .
I lucani non si meritano aumenti sulle bollette, magari gas gratis per evitare l’emigrazione dalle case fredde e dalla cattiva gestione del territorio.

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