Si è svuotata la canna(del gas)?
In queste settimane televisioni e giornali nazionali hanno dato ampio risalto alla notizia della riduzione dell'importazione di gas dalla Russia. Secondo la stampa le rigide temperature delle settimane scorse , unite alla riduzione, stanno comportando una profonda crisi del sistema energetico nazionale. Prime pagine, titoli a nove colonne, appelli al risparmio energetico sono cassa di risonanza dell'allarmismo: l'Italia non ha più gas, s'è svuotata la canna.
Ma purtroppo, oltre ai sensazionalismi, ben difficile per il comune cittadino che ascolta la Tv e legge i giornali, è capire la reale portata della situazione. Sa che il malato è grave, ma non sa quanto.
Proviamo a fare alcuni calcoli.
Il gas russo copre all'incirca il 25% del fabbisogno italiano giornaliero. La richiesta alla Russia è di 74 milioni di metri cubi, sempre giornalieri. Negli ultimi giorni la riduzione ha raggiunto il picco del 16% circa, pari a 11,84 milioni di metri cubi. Ma in media in queste settimane la riduzione spesso si è attestata a meno del 10%(ovvero 7,4 milioni di metri cubi). Ora prendiamo la cifra più alta(cioè il 16%) e cerchiamo di calcolare di quanto il fabbisogno nazionale sia stato penalizzato.
Il gas russo copre il 25% del fabbisogno, la riduzione è del 16% della richiesta, quindi dobbiamo calcolare il 16% del 25% ovvero 4%. Tanto è, cifre alla mano, la riduzione sul totale del fabbisogno giornaliero nazionale. Una vera enormità! E parliamo del picco massimo, figuriamoci per la media, che è molto più bassa!
Primo dubbio che viene dopo queste cifre: considerando che l'entità, cifre alla mano, è molto modesta, come mai non si è chiesto all'Algeria(che veicola quantità molto più grandi di quelle russe) di aumentare la propria quantità?
Secondo dubbio, conseguente al primo: si continua a gridare alla crisi su questa modesta riduzione, come mai non lo si fa da un anno a questa parte sul mancato avvio del gasdotto libico, che avrebbe dovuto veicolare 8 miliardi di metri cubi, rimasto bloccato e inutilizzato?
E per finire un altra questione importante. Sul finire della settimana scorsa il ministro Scajola ha annunciato il decreto di emergenza. Tra i vari provvedimenti previsti uno sembra essere passato sottosilenzio: la riduzione(o la cessazione) dell'esportazione di energia elettrica. Una decisione che è molto più importante di quel che appare. Lo stesso amministratore delegato dell'ENI Paolo Scaroni lo ha dovuto ammettere: l'Italia esporta gas verso Francia e Germania ed esistono altri contratti per l'esportazione di energia elettrica prodotta con il gas. In tutte queste settimane, prima dei provvedimenti di Scajola della settimana scorsa, queste esportazioni non sono mai entrati nelle considerazioni di nessuno. Eppure appare banale come riflessione: se ti manca in casa qualcosa, come puoi pensare di venderlo al tuo vicino? In una recente intervista Giulio Sapelli( http://www.miaeconomia.com/SOLDIEFAMIGLIA/News/5/170/82716/articolo.html ), ricercatore della Fondazione Mattei ed ex consigliere Eni, ha testualmente affermato "30-40 milioni di metri cubi di gas sono stati consumati per alimentare centrali termoelettriche italiane dei grandi produttori di energia che stanno esportando energia elettrica in Francia, in Germania e in Svizzera". 30-40 milioni, ovvero una cifra che è all'incirca 4 volte superiore la riduzione russa. E poi è questa che provoca la crisi energetica ...
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