Gli scienziati avvertono la politica: «Terra al disastro entro questo secolo»
16.04.06
Morti, carestie, siccitá: questo l’effetto dell’ormai inevitabile surriscaldamento della temperatura globale. Si parla di almeno 3 gradi centigradi entro la fine del secolo. Il severo monito non giunge dai soliti scienziati catastrofisti ma da Sir David King (nella foto a fianco), il principale consigliere scientifico del governo britannico.
Sir King è stato in passato criticato per le sue generiche dichiarazioni sul climate change, il cambiamento climatico, ma le sue ultime affermazioni, giovedí scorso, ai microfoni della Bbc sono difficili da contestare. Esse si basano su una ricerca dell’Headley Centre for Climate Change and Prediction, tra i laboratori piú famosi al mondo per le proiezioni climatiche. Lo studio elaborato al computer prende il nome di Avoiding Dangerous Climate Change ed evidenzia come l’innalzamento della temperatura, il cambiamento delle precipitazioni e l’aumento degli eventi estremi abbiano un impatto sul sistema umano. Le conclusioni sono davvero scioccanti.
Secondo il rapporto, la temperatura della Terra è comunque destinata a salire di 3 gradi entro il 2100, anche prendendo in considerazione le stime piú ottimistiche sulle nostre capacitá di contenere l’emissione di anidride carbonica. Il Regno Unito e l’Ue hanno siglato un accordo che prevede di contenere il surriscaldamento terrestre entro i 2 gradi. Ma il consigliere capo di Tony Blair sembra non avere dubbi: il limite dei due gradi non verrá rispettato. E se le previsioni del modello elaborato dal computer per conto del governo sono esatte, l’innalzamento di 3 gradi metterebbe 400 milioni di persone a rischio di malnutrizione, lasciarebbe senza acqua tra l’uno e i tre miliardi di uomini, causerebbe una riduzione dei raccolti di grano dai 20 ai 400 milioni di tonnellate e distruggerebbe metá delle risorse naturali mondiali.
«Mi rivolgo ai leader politici mondiali. Occorre agire adesso» ha dichiarato Sir King. «Non dobbiamo cadere in uno stato di sconforto per il quale diciamo che non c’è nulla da fare e continuiamo a vivere come se nulla fosse. E’ importante rendersi conto - ha proseguito Sir King - che possiamo gestire i rischi per la nostra popolazione e per quella mondiale».
Lo scienziato ha esposto un progetto ambizioso per i cento anni che ci separano dalla catastrofe: «Bisogna dare il via ad una serie di investimenti. Sará una vera e propria sfida per i paesi in via di sviluppo e non ci sono certezze». Lo scenario devastante preconizzato da Sir King era sbattuto in prima pagina, a otto colonne, sul quotidiano The Independent di ieri: «2100, temperatura del globo aumentata di 3 gradi. I ghiacci dell’Antartico si stanno sciogliendo. L’orso polare sta scomparendo. Le popolazioni che vivono sulle coste dell’Africa e dell’Asia rischiano devastanti inondazioni. La foresta amazzonica diventa come la savana e la biodiversitá mondiale cessa di esistere. Gli uragani e le alluvioni diventano sempre piú frequenti e distruttivi. I grandi laghi dell’Africa si asciugano e la siccitá è ormai una piaga insanabile. Il 40% dei mammiferi africani rischia l’estinzione come pure il 38% dei volatili europei e il 20% delle piante».
Blair sembra ormai rassegnato all’impossibilitá di ottenere il “Kyoto mark 2”, un nuovo protocollo sul cambiamento climatico, molto piú rigoroso del protocollo di Kyoto, che trova peró l’opposizione degli Usa, della Cina e dell’India. Sir David si è lasciato sfuggire un sottile e velato attacco all’approccio usato dal presidente americano George W. Bush dopo che il suo consigliere, James Connaughton, aveva dichiarato che la riduzione dell’emissione dei gas serra poteva danneggiare l’economia mondiale.
L’ammonimento dello studioso inglese è inequivocabile: «Quei politici che credono semplicemente di poter fare affidamento su nuove tecnologie in grado di produrre combustibili meno inquinanti dovrebbero invece dare piú ascolto agli scienziati. C’è una grossa differenza tra l’essere ottimisti e nascondere la testa sotto la sabbia». La sortita di Sir King non gli ha tuttavia evitato critiche da parte degli ambientalisti. «Tecnologicamente è possibile ridurre significativamente l’emissione di gas serra e contenere l’aumento della temperatura a 2 gradi. Il Professor King dovrebbe esercitare pressioni sul governo affinché vengano implementate politiche efficaci piuttosto che accettare l’attuale mancanza di volontá politica e sostenere che i 3 gradi sono inevitabili» ha dichiarato Tony Juniper, il direttore di Friends of the Earth.
«Sir David è stato severo con quei politici che credono di poter affidarsi alle nuove tecnologie per ritardare il climate change. E su questo punto siamo d’accordo» si legge su un editoriale senza firma del The Independent. Ma anche chi scrive sembra scettico con la quasi scontata decisione del governo Blair, appoggiato dallo stesso Sir David, di tornare all’energia atomica come unico strumento adatto a ridurre l’emissione di anidride carbonica e gas. Gli enormi investimenti necessari per la costruzione delle centrali nucleari di ultima generazione sottrarranno inevitabilmente quelli necessari allo sviluppo di fonti alternative di energia pulita.
Il dibattito sull’energia atomica e sulla riduzione dei gas che surriscaldano il pianeta è vivo, ma lontano da una risoluzione a breve termine. Nel frattempo, come conclude l’editoriale «lo studio prodotto dall’Headley Centre è un’ulteriore conferma delle gravissime conseguenze per l’umanitá se si continua su questa strada».
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