Un incubo tutto italiano
L'Assessore all'Industria, Marina Noè, tra il 19 ed il 22 marzo 2004 firmò quattro Decreti che dettero il "via libera" alla "ricerca e all'estrazione di idrocarburi gassosi e liquidi" in tutta la Sicilia Orientale ad altrettante compagnie petrolifere [Eni, Sarcis, Edison e Panther Resources] nelle quattro Provincie di Catania Siracusa Ragusa ed Enna.
Dalla premessa del disciplinare si legge che "la concessione comprende anche il diritto a costruire, esercire e mantenere un sistema, parziale o completo, di serbatoi e di condotte. [...] Tale sistema può comprendere, fra l'altro, le stazioni di spinta iniziale o intermedie e i relativi serbatoi, macchinari annessi, le condotte principali e secondarie". Ovvero, permesso di trasformare l'intero Val di Noto in un enorme complesso estrattivo gas-petrolifero. In pratica, il Texas italiano. Per un totale di 1603 km2 su una superficie totale dell'isola di 25.707 km2 pari al 6,2% dell'intero territorio regionale.
Meglio il gas oggi o il turismo per sempre?
La faccenda avrebbe proseguito il suo iter nel silenzio se non fosse nata nel Gennaio 2005 il "Comitato per le Energie Rinnovabili e contro le trivellazioni gas-petrolifere" promossa dagli Operatori turistici della zona, dalle Associazioni ambientaliste, che raccolgono adesioni dalle quattro provincie di Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna di gran lunga determinate da questi nuovi cittadini, partiti politici e singole persone provenienti dal centro destra come dal centro sinistra.
Oggi il Comitato sta raccogliendo gli sforzi e le volontà di quanti si vogliono opporre e vogliono sollevare la questione di incompatibilità di tali iniziative estrattive con il modello turistico/agricolo che il territorio si era dato faticosamente e dei gravi e prevedibili disastri ambientali che inevitabilmente accompagnano lo sfruttamento dei giacimenti gas/petroliferi, che rischiano di creare più danni che vantaggi in una zona della Sicilia da tempo votata al turismo naturalistico e culturale.
Il 23 gennaio 2006 cinque comuni del Val di Noto [Noto, Caltagirone, Modica, Rosolini e Buscemi] a cui poi si sono aggiunti Avola e Chiaramente Gulfi durante Consigli Comunali allargati hanno votato una mozione in cui si esprime a chiare lettere un no al modello di sviluppo che passa dalla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi e si richiede alla Regione di tornare sui suoi passi.
I petrolieri alle porte di Noto
Oggi il problema è divenuto urgente, poiché uomini della Panther sono venuti a cercare i proprietari di terreni a 4 km da Noto per avviare le loro attività chiedendo loro di cedere porzioni di terreni per impiantare i loro cantieri. Stanno cercando siti anche tra Palazzolo e Noto.
Questi, contrariati si sono rivolti al Comitato per capire cosa fare. Alcuni di questi avevano già in programma l'avvio di attività Turistiche rurali a due passi dalle quali ci saranno gli impianti. Altri hanno impiantato vigneti per rilanciare la viticoltura di qualità.
Il Comitato oggi ha deciso di intensificare le attività che dovranno portare alla liberazione del Val di Noto dall'incubo Trivellazioni gas-petrolifere per poter proseguire il Cammino verso uno sviluppo eco-compatibile che abbia come perno il Turismo di qualità e una Agricoltura fondata sui prodotti tipici del territorio [Olio, Vino, Mandorle, agrumi, e molto altro].
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