Ogm, il riso contaminato Usa inquina l'Europa
Nel porto di Rotterdam (Olanda) è stato sequestrato un carico di 20 mila tonnellate di riso statunitense inquinato da una proteina geneticamente modificata prodotta dalla Bayer CropScience per resistere a un erbicida, e non autorizzato in Europa (LL RICE 601). E adesso? Secondo la Commissione europea, gli stati membri dovrebbero «rafforzare i controlli a livello nazionale», come dire controllate chicco per chicco tutto il riso già arrivato o in arrivo dagli Stati Uniti.
La Commissione europea, facendo meno rumore possibile, sta chiedendo lumi a Washington, anche se voci della stessa Commissione, che preferiscono restare nell'anonimato, prefigurano scenari drammatici. «Non abbiamo avuto informazioni ufficiali - ammette un funzionario - sull'estensione della contaminazione, né tantomeno sappiamo quando questa ha avuto inizio. Ma le notizie che ci arrivano dall'industria del riso, pur se non ufficiali, ci fanno temere che sia molto più ampia di quanto avevamo pensato in un primo momento». L'Europa solo l'anno scorso ha importato dagli Usa 300 mila tonnellate di riso. E siccome la Bayer ha abbandonato la sperimentazione di quel riso nel 2001, potrebbe darsi che gli europei se lo siano già mangiato o se lo stiano mangiando: solo il sospetto potrebbe far crollare il mercato mondiale. «E' necessario bloccare tutte le importazioni di riso dagli Usa», chiede Coldiretti.
Se dovesse passare il principio secondo cui chi inquina paga - l'incubo delle multinazionali biotech - in ballo potrebbero esserci miliardi di dollari. L'ipotesi non è remota, visto che gli agricoltori di riso di Arkansas, Missouri, Louisiana, Texas e California, che insieme controllano il 12% del mercato mondiale, hanno portato in tribunale la Bayer CropScience per i danni derivati dalla diffussione incontrollata del LL RICE 601, che a luglio è stato ritrovato in alcune partite già in vendita. «I contadini stanno perdendo soldi, abbiamo bisogno di risposte immediate per capire cosa è successo», dice John Alter, presidente dell'Arkansas Rice Growers Association.
Le domande inquientanti sono due. Da quanto tempo viene esportato inconsapevolmente quel riso geneticamente modificato? E come è avvenuta la contaminazione se il riso non è mai stato coltivato se non in via sperimentale? In teoria, potrebbe essere in qualsiasi scatola che contiene riso proveniente dagli Usa (ogni test di verifica costa 300 dollari). La sentenza rischia di fare scuola, e se fosse di condanna rappresenterebbe un grosso scacco per le multinazionali del biotech spesso recidive, come la stessa Bayer, già proprietaria del mais Star Link che è stato rintracciato in prodotti per l'alimentazione umana pur essendo autorizzato come mangine. «Speriamo che questo caso - dice Simona Capogna di Verdi Ambiente e Società - possa essere di monito alle istituzioni europee perché dimostra che gli ogm non possono essere controllati. Non possono coesistere con altre forme di agricoltura».
Il Giappone ha già chiuso le porte al riso Usa, mentre la Commissione europea ha deciso di non importare riso contenente ogm non autorizzati, per cui tutte le partite acquistate devono specificare che non presentano modificazioni: e l'onere della prova spetta al produttore. Dopo il sequestro di Rotterdam, però, il riso inquinato l'abbiamo già in casa. Un guaio per i produttori statunitensi, che dopo il crollo delle vendite in Giappone adesso rischiano di compromettere anche le esportazioni in Europa (200 mila tonnellate di riso per 50 milioni di euro). Un bel problema anche per noi europei.
Sociale.network