La Spagna cancella il nucleare e punta all’energia «pulita»
18.09.06
Via dal nucleare.Fedele alle promesse elettorali, il premier socialista (e agnostico) José Luis Rodríguez Zapatero non rinnoverà nel 2009 il permesso di sfruttamento, obbligatorio dopo 40 anni di servizio, della più vecchia centrale atomica del Paese, quella di Garoña (Burgos), e neppure quello delle altre sette in funzione. La Spagna abbandonerà dunque l’atomo entro il 2014. Entusiasti gli eco-comunisti, alleati esterni del governo monocolore di minoranza. Però Zapatero, in cambio, chiede l'ok dei rosso-verdi per la costruzione di un cimitero unico nazionale ove custodire i pericolosissimi residui atomici, finora depositati in Francia.
La clamorosa decisione, in netta tendenza con le politiche energetiche inglesi, francesi e americane, è stata rivelata ieri dal filo-socialista El País, considerato la Gazzetta ufficiale zapaterista. Lo stesso premier, chiudendo ieri a Madrid la Conferenza politica della Rosa in cui illustrava i prossimi obiettivi, sottolineava non a caso l'idea che ha sempre ribadito fin dalla vincente campagna elettorale del 2004: «Porteremo avanti una nuova politica energetica, perché l’opzione consiste in fonti rinnovabili e pulite, in risparmio energetico ed efficacia». La centrale della settentrionale Garoña, costruita durante la dittatura franchista e operativa dal ‘70, produce con tecnologia ormai obsoleta appena 466 MW annui, l’1,25 % dell’elettricità totale prodotta nel 2005, di cui il cui 23,8% proviene dal nucleare. La sua chiusura, visto che non verrà rinnovato il permesso di sfruttamento, giunge comunque inaspettata. Appena un mese fa l'allora ministro dell'Industria, José Montilla, dichiarava: «Sarebbe una follia proporre che la Spagna prescinda dalle fonti nucleari».
La ragione dell’imprevista decisione di Zapatero, che segue alla lettera i propositi elettorali del ‘99 dell'ex segretario generale socialista e attuale Commissario agli Affari economici e finanziari Joaquín Almunia - «Chiuderò tutte le centrali in 15 anni e Garoña subito» - la spiega El País: «Gli eco-comunisti hanno chiesto al governo la chiusura della centrale per continuare a sostenerlo. L'esecutivo ha comunicato la sua intenzione di chiudere l'impianto se accettano il cimitero nucleare». Zapatero è sempre stato convinto assertore dell’energia pulita, un campo in cui la Spagna è all'avanguardia e che copre già il 16,52 % del fabbisogno elettrico totale (nell'energia eolica, poi, è il secondo produttore mondiale dopo la Germania). Assicurava però il premier nel 2004: «Manterremo il nostro compromesso di sostituzione graduale di energia atomica per altre più sicure, pulite e meno costose, in modo ordinato nel tempo e con il massimo di consenso sociale». Già, consenso sociale. Guarda caso, l'anno prossimo ci sono le amministrative, con l'impellente problema del cimitero nucleare, uno dei principali temi all'ordine del giorno, da risolvere (il deposito delle scorie in Francia costa 57 mila euro al giorno). Difficile costruirlo con gli eco-comunisti sul piede di guerra, meglio invogliarli con lo zuccherino di Garoña.
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