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L'Australia chiede una moratoria sulla pesca a strascico negli abissi marini

Canberra, Australia — Dopo aver ricevuto più di 32.000 email dagli Ocean Defender di Greenpeace sparsi in tutto il mondo, l'Australia sta chiedendo alle Nazioni Unite di fermare la pesca a strascico negli abissi marini. Se anche l'Unione Europa facesse lo stesso...
26 settembre 2006
Salvatore Barbera

Attivisti di Greenpeace bloccano la rampa di scarico della nave Belize, una dei pescerecci che praticano la pesca a strascico Dopo tre anni di richieste, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha finalmente fissato, per i primi di ottobre, l'inizio dei negoziati per mettere in atto una serie di azioni urgenti in difesa dei fondali abissali, una terra di nessuno soggetta a una pesca estremamente distruttiva. Alcune nazioni - Brasile, Cile, Paesi Bassi, Svezia, Belgio, Inghilterra, Sud Africa, Kenya, Nigeria Palau, gli Stati Federati di Micronesia, la Repubblica delle Isole Marshall e lo Stato del Vanuatu nel Pacifico - hanno già dichiarato pubblicamente il loro appoggio alla moratoria delle Nazioni Unite.

Stiamo distruggendo un mondo sconosciuto
La pesca a strascico è universalmente riconosciuta come uno dei metodi di pesca più distruttivi. Le pesanti reti che vengono trascinate sui fondali marini distruggono tutto quello che incontrano sul proprio cammino. Il problema è particolarmente grave quando questa pesca è esercitata, senza alcun controllo come oggi, sui fondali abissali, fragilissimi e ricchi di specie ancora sconosciute agli scienziati: è come lanciare un gigantesco bulldozer su una foresta inesplorata e ricca di forme di vita sconosciute, lasciando dietro di sé un deserto piatto e senza futuro.

Ocean defender, comunità scientifica, governi e Nazioni Unite
Oltre ai nostri Ocean Defender, molte associazioni non governative, più di 1500 scienziati, diversi governi e le stesse Nazioni Unite stanno chiedendo una moratoria prima che sia troppo tardi. La pesca a strascico d'altura rappresenta soltanto l'uno per cento dell'intero pescato mondiale. Circa il 60 per cento dei 300 pescherecci coinvolti in questo tipo di pesca provengono dall'Unione Europea. La flotta spagnola è quella più numerosa.

E la posizione dell'Unione Europea? Una bella domanda...
Purtroppo la Commissione Europea, che rappresenta gli Stati Membri nei negoziati internazionali sulla Pesca, si presenterà all'ONU con una posizione ambigua che concede spazio al gruppo dei Paesi favorevoli alla pesca a strascico, capeggiato dalla Spagna. Il nostro Responsabile per le Politiche Marine dell'Unione Europea, Saskia Richartz, chiarisce chi è ancora dalla parte di quelli che distruggono i fondali marini:

"La Spagna e la Commissione Europea continuano a difendere gli interessi di un piccolo settore dell'industria che usa questo metodo di pesca, tenendo di fatto in ostaggio la posizione dell'intera Unione Europea. È arrivato il momento per l'UE di difendere gli interessi degli oceani e dell'ambiente, piuttosto che quelli di una manciata di pescherecci. L'UE deve urgentemente trovare una posizione comune per appoggiare la moratoria delle Nazioni Unite sullo strascico negli abissi".

Se vuoi diventare un Ocean Defender e aiutare Greenpeace a salvare gli oceani: http://oceans.greenpeace.org/it/

Note: http://oceans.greenpeace.org/it/news/australia-moratoria-strascico

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