Democrazia e territorio, i movimenti contro la Regione
Sabato 28 ottobre oltre 1500 persone hanno partecipato alla manifestazione indetta dalla Rete No Pav, Comunità Resistenti delle Marche e «Coordinamento a difesa del territorio». Un lungo corteo che ha attraversato le vie di Ancona per denunciare l'esistenza di una grave emergenza, di natura ambientale, ma non solo. Investe infatti l'intero modello di sviluppo e rivela un deficit di democrazia nelle scelte che riguardano il territorio.
Le Marche stanno arrivando ad un bivio, superato il quale sarà difficile tornare indietro.
Alcune recenti vicende hanno prepotentemente aperto un ampio squarcio sull'intreccio di grandi interessi e speculazioni che tolgono letteralmente «la terra da sotto i piedi»: l'operazione «Quadrilatero Spa» (Legge Obiettivo) che mette a nudo il tentativo di un pugno di privati di accaparrarsi risorse e funzioni pubbliche, devastando l'ambiente e le già povere «casse» dei comuni; l'operazione Api che, con la proposta di due nuove centrali, rivela il chiaro tentativo di creare un monopolio sul controllo delle risorse energetiche regionali, a discapito della salute di chi vive in un territorio già dichiarato ad alto rischio ambientale; il Piano Cave che, a tutela degli interessi di pochi privati, devasterà le montagne e le falde acquifere; la gestione dei rifiuti, costantemente sottoposta alla pressione di chi vuole lucrare su inceneritori e discariche.
Ma dietro queste vicende, emerse agli «onori» della cronaca grazie alla tenace resistenza di comitati, coordinamenti e reti di opposizione sociale, se ne celano mille altre, tutte con un comune denominatore: grandi speculazioni, sottrazione di risorse comuni, violazione dei diritti fondamentali delle popolazioni.
Alla manifestazione, che è stata aperta da uno striscione con la scritta «Democrazia e Territorio» hanno aderito oltre 70 realtà impegnate a difesa del territorio. Si tratta di realtà che, pur con le proprie specificità, hanno dimostrato di avere qualcosa di importante in comune: rifiutarsi di subire passivamente scelte calate dall'alto, maturare nella cooperazione e nell'agire comunitario nuovi saperi, sviluppare un progetto di sviluppo che abbia come obiettivo quello di valorizzare le risorse e le qualità del territorio anziché defraudarle, denunciare il bluff dei cosiddetti «percorsi partecipati», singolare ornamento di decisioni prese altrove, per rivendicare percorsi di democrazia reale, capaci di incidere sulle scelte e di modificarle.
Le molteplici forme di resistenza e di opposizione sociale hanno trovato nella manifestazione del mattino e nella assemblea di movimento che si è tenuta nel pomeriggio, un momento di espressione comune per affermare insieme che oltre ai governatori ed ai grandi industriali esiste un altro soggetto a cui dover rendere conto delle scelte, un soggetto che non ha interessi privati da coltivare ma beni comuni da difendere.
L'assemblea pomeridiana, che si è tenuta presso la Casa del Portuale, ha deciso di costituirsi in Assemblea permanente con l'intento di rappresentare uno spazio pubblico comune a tutte le realtà in movimento.
Nella piattaforma approvata, che esprime una critica radicale alle politiche del «governatore» Gian Mario Spacca, vengono indicate come priorità lo scioglimento immediato della Quadrilatero Spa, il blocco dei progetti per la realizzazione delle nuove mega-centrali dell'Api di Falconara e di San Severino, il blocco ed un ripensamento generale dei Piani delle attività estrattive.
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