Caorso e le sue ambiguità nucleari
IL sito del comune di Caorso riporta uno slogan “Un paese antico che guarda al futuro “
Noi possiamo tranquillamente aggiungere al futuro …..nucleare .Il suo sindaco Fabio Callori diventa il portavoce del coordinamento dei sindaci del decommissioning e chiede al governo sicurezza , compensazioni e soprattutto che lasci libere le aree del siti nucleari in alternativa ad un deposito nazionale o europeo. Richieste pacifiche e legittime per un verso e altamente ambigue e contestabili quando si parla di deposito unico
nazionale.La campagna mediatica sul deposito nazionale riprende non più tramite la voce degli esperti ,degli scienziati e degli economisti o delle trasmissioni televisive posizionate nelle alte fasce di ascolto,ma tramite i sindaci dei siti nucleari che reclamo il proprio territorio.
La richiesta di tutela del territorio è anche legittima , ma anche ambigua se viene pronunciata dal’amministrazione di Caorso,purtroppo sindaco ed amministrazione vogliono dopo il riprocessamento all’estero un nuovo nucleare
Le dichiarazioni fatte dall’amministrazione di Caorso al quotidiano Libertà( giornale diffuso nella provincia), e in occasione di alcuni convegni a Codogno , sono chiare e precise , a Caorso il sindaco e la nuova giunta vogliono “IGNITOR “ ossia il prototipo di un nuovo reattore a fusione nucleare, mentre altri componenti della giunta sarebbero disponibili in linea con le direttive del “ governo nazionale “(ci chiediamo quale ?) ad ospitare i reattori a fissione nucleare di quarta generazione.
In pratica le centrali e i siti italiani si svuotano del combustibile che va riprocessato all’estero ad esclusione del sito di Trisaia .Riparte un nuovo nucleare a Caorso e forse anche in altri siti ripuliti ,e le scorie ?
I sindaci del decommissionig inoltre sono stati poco solidali con il centro nucleare della Trisaia che resta vincolato dalle barre di Elk River.
Gli italiani hanno detto già no al nucleare con un referendum nazionale ,riprocessare il combustibile significa continuare in silenzio le attività nucleari all’estero , in attesa di tempi migliori per farlo ripartire in Italia ( con un grande deposito nazionale )
Il governo di centro sinistra si è impegnato in campagna elettorale ,e Prodi in prima persona, per le energie rinnovabile e ha ribadito un secco no al ritorno del nucleare.
Il ministro Bersani continuerà nel riprocesamento all’estero , invece di chiudere definitivamente i siti nucleari in sicurezza ,in mausolei alla stupidità umana ?
IL combustibile riprocessato dovrà ritornare in quantità e pericolosità venti volte superiori ,ed in particolare quello di Caorso che è il più consistente dove potrà mai essere sistemato in Italia se non in un sito ancora vincolato come quello di Trisaia (in considerazione della presenza delle barre di Elk River) .Nel rispetto di quanto conclamato nel decreto Marzano che parla di siti provvisori definitivi .
Come lucani vogliamo la restituzione delle barre di Elk River e dei residui di lavorazione agli Stati Uniti come da contratto.Non ci interessa un nuovo nucleare come a Caorso o in alte parti d’Italia .
Vogliamo una riconversione del centro in facoltà universitarie sulle energie rinnovabili ed in agricoltura , un incubatore tecnologico per le nuove filiere produttive . I cento ettari di terreno del sito di Trisaia sono tanti ,ed i primi ad essere interessati ad un utilizzo produttivo sono proprio gli imprenditori locali.
Il governo , i sottosegretari e d i parlamentari lucani sono responsabili della questione Trisaia,e della restituzione delle barre di Elk river e relative scorie agli Stati Uniti
Vogliano al piu presto che si che si pronuncino in merito ,proprio a tre anni dalla grande mobilitazione pacifica di Scanzano , questa volta senza ambiguità e senza perdere altro tempo.
MOVIMENTO ANTINUCLEARE PACIFISTA
NOSCORIE TRISAIA
email nonucleare@email.it
LIBERTA' di lunedì 2 ottobre 2006 > Piacenza e Provincia
>
> I primi dettagli verso il trasferimento delle barre: camion speciali
> trasferiranno i cask alla stazione Caorso, prove tecniche di trasloco
> E il 21 ottobre un'esercitazione coinvolgerà i cittadini
>
> CAORSO - In attesa dell'accordo definitivo tra Italia e Francia, che
> darà il via libera al trasferimento del combustibile nucleare, il
> territorio caorsano si prepara all'evento ospitando le attività
> preliminari al
> riprocessamento: l'arrivo dei camion speciali che trasporteranno i cask
> dalla centrale di Zerbio alla stazione ferroviaria, la trasformazione di
> parte della stazione, da cui partirà il carico destinato a La Hague,
> l'attuazione del piano di emergenza esterno ad Arturo che coinvolgerà per
> la prima volta la popolazione, la firma del protocollo dei Comuni
> "nucleari", che chiederanno al Governo un deposito definitivo per il
> materiale radioattivo e la liberazione da vincoli radiologici dei siti
> italiani.
> Restano da chiarire alcuni dubbi: il "nodo-Ignitor" sollevato dai
> capigruppo di minoranza Roberto Biselli (La Margherita) e Daniele
> Nastrucci (Centrosinistra), che ribadiscono il loro "no" al progetto di
> sperimentazione sulla fusione nucleare sul territorio caorsano, e la
> possibilità, illustrata dal consigliere di maggioranza Angelo Giostri, che
> il governo italiano voglia riaprire la questione nucleare in Italia e
> installare a Caorso un reattore a fissione nucleare di quarta generazione.
> Di questo e molto altro si è parlato durante la seduta consiliare di
> giovedì scorso. La riunione si è aperta con le comunicazioni del sindaco
> Fabio Callori, che ha illustrato le prossime tappe del riprocessamento: il
> sopralluogo della ditta che eseguirà i lavori di trasformazione della
> stazione ferroviaria, in programma in settimana, l'attuazione del piano di
> emergenza con un'esercitazione che coinvolgerà i caorsani il 21 ottobre,
> l'acquisto, già effettuato, dei camion che trasporteranno i cask da Zerbio
> a Caorso, che saranno disponibili a marzo 2007. Nel frattempo i sindaci
> dei Comuni "nucleari", che si sono incontrati a Latina a settembre, si
> ritroveranno a Caorso entro la fine di ottobre per siglare il protocollo
> d'intesa che conterrà le richieste da avanzare al Governo.
> La minoranza non vuole Ignitor a Caorso, poiché «concorrerebbe ad
> aggiungere fattori di rischio ambientale a danno di un territorio già
> saturo», come ha detto il capogruppo Biselli dopo aver letto una
> dettagliata dichiarazione.
> «Ci atterremo alle scelte della Regione e del Governo - ha replicato
> Callori - Le nostre priorità sono il riprocessamento e la dismissione». «È
> probabile che il Governo voglia sperimentare reattori nucleari a fissione
> di quarta generazione - ha detto il consigliere Giostri citando alcuni
> quotidiani nazionali - Dovendo scegliere per il bene di Caorso preferisco
> nettamente la fusione di Ignitor». «Ignitor è un progetto
> elettromagnetico, non nucleare, tanto che non necessita nemmeno
> dell'autorizzazione dell'Apat» ha aggiunto l'assessore Vladimiro Poggi.
> Discussa durante il consiglio anche la «difficoltà di reperire alcuni
> responsabili degli uffici comunali in orario di lavoro» segnalata dalla
> minoranza: «I tecnici sono spesso fuori sede per sopralluoghi con gli
> assessori di riferimento e il responsabile: basta una telefonata per
> concordare un appuntamento» ha risposto la maggioranza.
> Alessia Strinati
Codogno
In un convegno gli esperti hanno spiegato tecnologia e vantaggi di un sistema di produzione di energia pulita
A Caorso la sperimentazione sul nucleare
Progetto di rilancio per l’impianto, ma servono fondi al più presto
Centrale nucleare di Caorso: un tesoro di alta potenzialità per la ricerca scientifica più avanzata. Prospettiva di analisi quanto mai inusuale per il sito nucleare della Bassa Piacentina quella emersa durante il convegno che venerdì al Soave ha dato microfono ad uno dei massimi esperti della comunità scientifica internazionale, il professore ed ingegnere nucleare Bruno Coppi. Luminare nella fisica dei plasmi e nell’astrofisica, Coppi non ha avuto incertezze nell’individuare proprio nel sito di Caorso una opportunità scientifica di alta valenza logistica e tecnologica: quella di diventare sede del primo esperimento a livello mondiale del progetto Ignitor, avviato da Coppi a partire dagli anni Settanta e volto a dimostrare la fattibilità della fusione termonucleare controllata. «Tra le priorità della comunità scientifica c’è l’individuazione di metodi alternativi per produrre energia - ha detto Coppi durante il convegno promosso dal Lions Club Lungopo Lodigiano del presidente Mariano Peviani - . La fusione nucleare potrebbe essere una di queste metodologie alternative». Di più: come sottolineato dallo stesso Coppi e dall’ingegnere Giancarlo Faelli, la fusione nucleare garantirebbe minimo impatto ambientale rispetto al tradizionale metodo della fissione nucleare, ipotecando una futura fonte di energia ecologicamente pulita. Per dimostrare la sua efficacia, il progetto Ignitor ha però bisogno di un vero e proprio esperimento, da attivare in una localizzazione ideale. Secondo Coppi, Caorso lo sarebbe, e per più di un motivo. La centrale è vicina ad importanti vie di comunicazione, è strategicamente limitrofa a centri di ricerca e laboratori scientifici (a Piacenza, ad esempio, vi è il distaccamento del Politecnico di Milano), può garantire quel supporto tecnologico e di risorse umane necessario a dare fattibilità all’operazione, è allacciata a nodi strategici di energia elettrica. Nessun problema, dunque? Non proprio: nonostante l’approvazione dei vertici di governo, il finanziamento della sperimentazione di Ignitor continua a trovare ostacoli burocratici e la diffidenza dei grandi potentati industriali e finanziari, là dove altre nazioni che hanno collaborato all’iniziativa (Russia in primis) si stanno attivando per portare sul proprio territorio la prima sperimentazione del progetto di fusione termonucleare controllata. Perché Ignitor sia sperimentato in Italia, dunque, si deve fare in fretta. Sindaco di Caorso,Fabio Callori si è detto disposto a valutare l’opportunità. «Attualmente, la centrale è per noi solo un problema: ci sono le barre radioattive da portare all’estero, c’è la questione della dismissione e della messa in sicurezza del sito, come imposto nel decreto di governo del 2004 - ha detto - . Sulla fusione nucleare ci siamo però informati: è un procedimento che effettivamente non produce scorie. Siamo così disposti a sederci attorno ad un tavolo per valutare implicazioni e fattibilità della proposta del professor Coppi. Per farlo, abbiamo bisogno però della disponibilità di altri enti ed istituzioni: altrimenti sarà un’altra occasione perduta».
Luisa Luccini
http://www.ilcittadino.it/edicola/Articoli/2005/05/30/BL01-a.asp?Data=30/05/2005&Pagina=12
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