Discariche e Salute
Le proteste della popolazione di Montecorvino Rovella, in provincia di Salerno, contro la riapertura della discarica, riportano in primo piano la necessità di evidenziare quali dati epidemiologici sono a disposizione degli operatori sanitari e dei decisori per valutare eventuali effetti sanitari conseguenti a decisioni prese sul territorio. I dati attualmente disponibili, pur consentendo alcune osservazioni e considerazioni generali, presentano comunque una serie di limiti e evidenziano la necessità di mettere a punto nuovi strumenti di rilevazione e di analisi.
Dati di mortalità oncologica
I dati più frequentemente disponibili sono quelli sulla mortalità oncologica. Si tratta soprattutto dei dati Istat, aggiornati su base annuale, e suddivisi per cause di morte. I dati grezzi, individuati nelle diverse regioni, vengono standardizzati rispetto alla popolazione italiana per poter operare dei confronti e sono espressi per 100mila abitanti. Nel caso specifico della Campania, e della zona attorno a Montecorvino, ad esempio, si possono utilizzare le seguenti fonti di informazione:
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Banca dati sulla mortalità in Italia, a cura dell’Ufficio statistico dell’Istituto Superiore di Sanità. La banca contiene i dati Istat sulla mortalità per cause tra il 1980 e il 1998, elaborati in collaborazione tra l’Ufficio di statistica dell’Iss e l’Istat. I dati sono consultabili per anno di morte, regione di residenza, causa di morte e classi di età, operando anche confronti tra regioni e il dato medio italiano.
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Dati Istat sulla mortalità per cause, relativi agli anni 1999 e 2001, estratti per operare un confronto tra Regione Campania e Italia.
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Dati dell’Atlante Regionale di mortalità relativo alla mortalità oncologica in tutte le Asl campane. L’Atlante, elaborato dalla Unità Operativa di Epidemiologia e Prevenzione diretta dal Dr. Maurizio Montella, dell’Istituto Nazionale dei Tumori “Pascale” di Napoli, si riferisce al quinquennio 1993-1998. L’Unità pubblica i dati raccolti per quinquenni, il primo Atlante copre il periodo 1988-1993, e il secondo appunto 1993-98.
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Dati standardizzati estratti dal registro mortalità della ASL Napoli 1, forniti da Andrea Simonetti, responsabile del Dipartimento di Prevenzione. I dati provengono dal Servizio Epidemiologico e Prevenzione, e si riferiscono agli anni 1998-99-00. L’analisi, fatta per tutti i tumori e per alcuni tumori specifici, indica, secondo Simonetti, che non ci sono eccessi e differenze sostanziali tra la mortalità nella Asl Napoli 1 e quella riscontrata a livello nazionale. Questa osservazione sembra anche essere in linea con quanto pubblicato nei rapporti Istisan dell’Istituto Superiore di Sanità (l’ultimo disponibile, pubblicato nel 2002, è relativo all’anno 1998), dal 1970 a oggi.
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Dati del Registro nominativo delle cause di morte, (RENCAM), gestito dal servizio di Epidemiologia e dal Registro Tumori di popolazione della Regione Campania istituito presso la Asl Napoli 4. I dati, forniti dal direttore del registro Mario Fusco, esprimono la mortalità oncologica negli anni 1990-2003 per tassi standardizzati rispetto al censimento del 1991, nella popolazione dei distretti sanitari della Asl Napoli 4 rispetto alla popolazione dei distretti nel 1997. Anche in questo caso, i dati non indicano un eccesso di mortalità oncologica in Campania rispetto alle altre regioni italiane. Sulla mortalità nella Asl Napoli 4 è stato recentemente pubblicato anche un contributo di Raffaele Palombino, all’interno della “Relazione sullo stato di salute e sull’utilizzo dei servizi nella ASL Na4” nel 2003, pubblicata su EpiCentro. I dati pubblicati in questa relazione si riferiscono però solo agli anni dal 1995 al 1998.
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Dati pubblicati sul Bollettino Epidemiologico dell’Asl di Benevento, pubblicati su EpiCentro, relativi alla mortalità per cause nel periodo 1989-1998 e al periodo 1995-2000.
In generale, i dati sulla mortalità, pur non evidenziando eccessi nella
regione Campania, indicano che il trend è ancora in crescita, mentre nelle
regioni del Nord Italia è entrato in una fase di decremento. E’ possibile
che questo trend si osservi a seguito di uno slittamento anche
nell’incidenza dei tumori, che si è verificato negli anni scorsi nella
regione Campania e nelle altre regioni del Sud rispetto all’Italia.
Commenti
I limiti all’utilizzo di questi dati sono ben evidenziati dai commenti
di
Luigi Esposito, della Asl Napoli 1, e di
Renato Pizzuti, dell’Osservatorio Epidemiologico Regione Campania.
Questi dati, infatti, rilevano eventi che, nel caso specifico dei tumori, si
riferiscono a esposizioni e/o comportamenti verificati almeno una quindicina
di anni prima, se non di più. La mortalità, quindi, non è utile a valutare i
rischi dell’attuale esposizione a fattori ambientali di rischio. Inoltre,
questi dati sono aggregati per macro aree che non permettono di identificare
trend specifici in zone più circoscritte del territorio. Infine, non
permettono di operare una distinzione tra i molti fattori che contribuiscono
al manifestarsi della malattia, dai comportamenti alla esposizione a diverse
possibili cause ambientali. Come rilevano i commenti dei due
epidemiologi,quindi, questi dati devono necessariamente essere integrati con
altre fonti di informazione e con metodologie di rilevamento più specifiche
per evidenziare gli eventuali effetti sulla salute determinati da alcuni
tipi di cause ambientali.
Informazioni dai registri
tumori
Una fonte sicuramente più rappresentativa dell’incidenza attuale dei
tumori, è quella dei registri dei tumori, che appunto registrano l’incidenza
dei tumori in una zona. L’Associazione
Italiana Registri Tumori pubblica una relazione,
Il cancro in Italia, ora giunta alla terza edizione e comprendente i
dati 1993-98, dalla quale è possibile evincere alcuni dati relativi alle
diverse regioni. In particolare, il rapporto presenta i dati di mortalità,
di incidenza, confronti tra i diversi registri italiani e un confronto con
la situazione europea e mondiale, confronti geografici e temporali relativi
ai principali tumori. Attualmente, i registri tumori sono prodotti in 17
regioni italiane. In Campania ci sono due registri.
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Il primo, regionale, ha sede presso la Asl Napoli 4, sotto la direzione di Mario Fusco, e analizza i dati relativi a quella Asl presa come campione rappresentativo nella regione. Un’analisi condotta, nel triennio 1996-99, dal registro regionale indica che l’incidenza dei tumori in Campania rimane comunque più bassa rispetto a quella nazionale, cioè in confronto ai dati degli altri registri. Questo dato è vero per i tumori in genere. Nello specifico, si rileva un dato leggermente più alto per il tumore al polmone, decisamente più alto per l’epatocarcinoma, in linea con gli altri registri per leucemie e linfomi e decisamente più basso per gli altri tipi di tumore.
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Oltre al registro regionale, è attivo un Registro tumori nella Provincia di Salerno. Nel marzo 2004, sono stati pubblicati, sul sito del registro tumori della provincia di Modena, i dati sull’incidenza dei tumori nelle tre Asl salernitane relativi al biennio 1998-99. I risultati indicano che l’incidenza è sovrapponibile a quella riportata da altri registri tumori italiani e notevolmente inferiore rispetto alle aree del centro nord. Nella provincia è poi evidente un gradiente nord-sud, con tassi di incidenza superiori nella Asl SA1 e più bassi nella Asl SA3. Fanno eccezione i tumori alla vescica e al fegato, che risultano significativamente più alti rispetto alla media dei registri italiani.
Sdo, ricoveri ospedalieri &
C.
L’integrazione di dati diversi per fotografare la situazione di incidenza e
mortalità per ragioni oncologiche si ha invece utilizzando anche fonti di
informazione come le schede di dimissione ospedaliera, i dati dei ricoveri,
i dati dei registri delle malformazioni neonatali e dei ricoveri pediatrici.
Ad esempio, il Bollettino Ufficiale della Regione Campania (BURC), nel
numero speciale del 19 novembre 2003, pubblica le "Linee
Guida Concernenti la Prevenzione, la Diagnostica e l'Assistenza Oncologica
in Regione Campania". La sezione
Schede e Figure, fornisce numerose informazioni su mortalità, ricovero
per cause oncologiche, dimissione, operazioni chirurgiche, ricoveri
pediatrici, mobilità dei campani che si curano in altre regioni italiane,
dimissioni ospedaliere e molti altri dati, perlopiù relativi al periodo
1997-2000.
Nello stesso numero speciale del BURC, è stato pubblicato anche il “Primo
rapporto sull'assistenza ospedaliera ai malati neoplastici della Regione
Campania - Note tecniche per la Programmazione Sanitaria dei Servizi
Ospedalieri della Campania”, a cura di Enrico de Campora e Renato Pizzuti.
Il rapporto, oltre a utilizzare i dati Istat relativi alla mortalità per
cause del 1998, fa uso anche dei dati dell’archivio della Regione Campania
delle schede di dimissione ospedaliera (SDO), relative all’anno 2000. In
qualche caso, dove ritenuto utile dagli autori, vengono presentati anche i
dati relativi ai ricoveri nel quadriennio ‘97-‘00.
Nel complesso quindi, esistono diverse fonti di informazione per gli
operatori per delineare gli andamenti oncologici nella regione. Tuttavia, è
evidente, soprattutto nei commenti di Luigi Esposito e di Renato Pizzuti,
che è necessario lavorare nella direzione di rilevare dati diversi
(mortalità, schede di dimissione ospedaliera, ricoveri, registro della
malformazioni) relativi ad aree più circoscritte e di integrarli con i dati
ambientali relativi alle diverse fonti di esposizione, per comporre un
quadro più corrispondente alle possibili interazioni e relazioni
cause-effetto tra ambiente e incidenza oncologica.
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