Tutti a Venaus, un anno più tardi. Con emozione, pronti a ricominciare
Abbiamo raccolto alcune testimonianze e commenti di protagonisti della lotta No Tav, riuniti a Venaus.
Simona Pognant, sindaco di Borgone
Ritrovarsi a Venaus un anno dopo è una grande emozione. Quello che è accaduto l'anno scorso non si dimentica e per quanto mi riguarda credo che quegli eventi mi accompagneranno per molto tempo ancora. Essere qui mi provoca emozioni, di pancia e di cuore. Il sindaco di Venaus l'altro giorno ci ha chiesto di accendere dei lumini nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, per ricordare l'aggressione ai terreni di Venaus. Io li ho fatti accendere sotto il porticato del comune di Borgone. Era una visione davvero irreale.
In un anno di strada ne abbiamo fatta tanta, in tutti i sensi. Ci aspettiamo diecimila persone a questa tre giorni, tutti sono indaffarati a garantire l'ospitalità a quanti verranno in valle. Penso che la famosa ospitalità del sud si sia trasferita anche al nord. Quello che abbiamo vissuto l'anno scorso ci ha resi più consapevoli, ci ha fatto capire che non si può restare affacciati alla finestra, bisogna scendere in strada e riappropriarsi del nostro territorio. Nei prossimi giorni ci aspettano delle scadenze importanti: il 12 si riunisce l'osservatorio al quale noi amministratori partecipiamo con i nostri tecnici. Lo stesso giorno abbiamo convocato alla sede della comunità montana i sindaci della val Sangone per discutere con loro. Il 15 invece ci dovrebbe essere la conferenza dei servizi.
Lele Rizzo, comitati popolari no Tav
Siamo qui a Venaus un anno dopo per festeggiare una vittoria. Perché la riconquista dei terreni di Venaus l'8 dicembre 2005 ha indubbiamente segnato per il movimento no Tav una grande vittoria. Questa tre giorni dunque vuole essere un grande momento di festa. Non a caso la partecipazione della gente della valle è straordinaria. In questi giorni ci aveva preso un po' il panico per la gestione dell'ospitalità, ma invece i valsusini hanno aperto le loro case, hanno messo a disposizione cibo e legna. In questi tre giorni però vogliamo anche entrare nel merito delle questioni dirimenti oggi, prima fra tutta quella della val Sangone. E' prioritario per noi dei comitati andare in valle e fare attività di informazione. Ci saranno anche due momenti di incontro con le realtà di altre zone d'Italia in lotta. Ci sono i comitati contro i rigassificatori, i comitati no ponte e quelli no Mose. E ci sono anche i vicentini contro la base militare americana al Dal Molin.
Marta, cittadina valsusina
Per me essere qui a Venaus un anno dopo significa rivivere un'esperienza indimenticabile ma anche drammatica. La liberazione dei terreni di Venaus, infatti, è arrivata dopo la terribile repressione da parte delle forze dell'ordine. In questo anno siamo cresciuti molto. Siamo divenuti più consapevoli del nostro territorio, della sua importanza e della sua fragilità. Siamo anche diventati più uniti come comunità, ma non in un'ottica chiusa e localistica. Abbiamo conosciuto lotte di cui prima non avevamo mai sentito parlare. Siamo anche diventati un po' un punto di riferimento per altre lotte, e questo mi fa sorridere. Però abbiamo realmente dato prova di quanto sia importante agire in maniera unita e soprattutto dando a tutte le opinioni lo stesso diritto.
Giorgio Airaudo, segretario Fiom Torino
Credo che i metalmeccanici abbiano dato al movimento no Tav un importante contributo quando si è trattato di promuovere e organizzare lo sciopero generale della val Susa il 16 novembre dell'anno scorso. Ma i metalmeccanici sono stati vicini ad un movimento con cui si sono sentiti da subito in sintonia, perché era un movimento che chiedeva un altro modello di sviluppo, non piegato alle logiche del capitale. Questo della val Susa è un movimento che porta umanità, è un movimento portatore sano di democrazia. Per questo i metalmeccanici si sono sentiti a loro agio insieme ai no Tav e per questo continueranno ad essere al fianco di questo movimento, che certamente non disarmerà.
Questa tre giorni è giusto che sia un'occasione di festa, ma credo che il movimento debba continuare a contaminare e contaminarsi, come del resto ha fatto anche in questo anno. Per quanto riguarda noi metalmeccanici, abbiamo dato il nostro contributo ma abbiamo soprattutto imparato molto.
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