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Marcia in Val di Noto «Via i petrolieri»

In migliaia contro le trivellazioni della Panther Oil nella valle definita dall'Unesco «patrimonio dell'umanità»Alla marcia, benedetta dal vescovo della città barocca, anche molti sindaci siciliani e i no-Tav della Val di Susa. Chiedono a Cuffaro di revocare alla multinazionale Usa le autorizzazioni per cercare il petrolio
18 marzo 2007
Francesca Citarrella
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

«Turismo, agricoltura, artigianato. Il nostro petrolio l'abbiamo già trovato». E' lo slogan che meglio sintetizza le ragioni delle migliaia di persone che ieri si sono ritrovate a Noto, cittadina barocca della Sicilia orientale, considerata dall'Unesco patrimonio dell'umanità, per dire no alle trivellazioni per la ricerca petrolifera. Ricerca autorizzata dalla Regione siciliana in una vasta area compresa tra le province di Siracusa, Ragusa, Catania ed Enna. In altre parole, nell'intero Val di Noto.
Trivellazioni prive di valutazione di impatto ambientale e di valutazione di incidenza, come sostiene il Wwf, che ha chiesto l'intervento di Pecoraro Scanio. E proprio due giorni fa il ministero dell'Ambiente ha invitato il presidente della Regione siciliana a occuparsi delle isole Eolie, che rischiano di uscire dalla World Heritage List dell'Unesco «per il grave stato in cui versano», scrive il ministro.
In Val di Noto tutto ha inizio nel marzo del 2004, quando l'assessorato regionale all'Industria emana quattro decreti che danno «carta bianca» alla ricerca e all'estrazione di petrolio e gas a quattro compagnie petrolifere: Eni, Sarcis, Edison, Panther Oil, in un territorio di 1.603 chilometri quadrati pari al 6,2% dell'intero territorio regionale, nel totale dispregio dei valori artistici e naturalistici di questa parte dell'Isola.
Da allora un ampio movimento di protesta, riunito nel «Comitato contro le trivellazioni e per le energie rinnovabili» (No-Triv), composto da cittadini, partiti politici, associazioni, sindaci, consiglieri provinciali, ha iniziato la sua battaglia contro il progetto di trasformare questa parte della Sicilia (un concentrato di siti archeologici, monumentali e di interesse naturalistico) in un enorme complesso estrattivo di gas e petrolio. Si tratta, inoltre, di una zona che negli ultimi anni si è faticosamente dotata di un tipo di sviluppo che punta sul turismo naturalistico e culturale e su un'agricoltura di qualità e di pregio che valorizza risorse che qui abbondano. Molti sono gli operatori turistici provenienti da altre parti d'Italia, ma anche dall'estero, che hanno puntato sul Val di Noto, attratti dalla bellezza paesaggistica, ma anche dalla possibilità di sperimentare forme di sviluppo compatibile.
La protesta di ieri è andata oltre gli schieramenti politici, registrando la partecipazione di Rifondazione, dei Comunisti italiani, dei Verdi, ma anche di Allenza nazionale, (in prima fila, tra i sindaci che hanno aderito, Corrado Valvo, di An, sindaco di Noto, che ha fatto del contrasto alle trivellazioni il primo punto del proprio programma elettorale alle recenti amministrative), delle associazioni ambientaliste con Legambiente e Wwf in testa, dell'Arci, del comitato No Tav della Val di Susa, delle associazioni cattoliche e di singoli cittadini. Tra i partecipanti anche il vescovo di Noto Giuseppe Malandrino, che nei giorni precedenti la manifestazione ha invitato tutta la cittadinanza a prendere parte alla mobilitazione, invocando il diritto all'autodeterminazione. Presente, inoltre, una rappresentanza del «Comitato lentinese Xirumi libera» che sabato prossimo scenderà in piazza per protestare contro l'allargamento della base Nato di Sigonella.
La manifestazione si è svolta in Contrada Zisola, il territorio che la texana Panther Oil, nella corsa al miglior terreno da trivellare, si è aggiudicata pagando novemila euro al proprietario.
«Cuffaro in tre anni non ha mai dato una risposta alle nostre richieste e non ha mai ricevuto i consiglieri provinciali e i sindaci dei 12 comuni che si sono chiaramente opposti alle trivellazioni, da ultimo il Consiglio comunale di Noto che il 22 febbraio scorso ha votato una mozione per chiedere a Gianfranco Miccichè, presidente dell'Assemblea regionale, di convocare una sessione di lavori d'aula sulle concessioni alle trivellazioni», afferma Vincenzo Moscuzza, uno dei rappresentanti del Comitato No-triv. «Proprio per questa ragione stiamo pensando di organizzare entro fine aprile una protesta a Palermo, per far sentire dal vivo le nostre ragioni, per chiedere l'annullamento dei permessi e per spiegare che esistono energie pulite e rinnovabili da contrapporre al petrolio».
Totò Cuffaro è stato avvertito, presto la protesta arriverà sotto il suo Palazzo e allora non potrà fare a meno di ascoltare chi da tempo gli sta consigliando di trivellare «cosa nostra e non casa nostra».

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