Discariche ed emergenza rifiuti in Campania
La tragedia che stiamo vivendo in Campania da circa quattordici anni, attraverso un perdurante ed umiliante commissariamento che ha visto coinvolti tre commissari straordinari - presidenti della Regione Campania (Rastrelli, Losco e Bassolino) e due commissari straordinari esterni (prefetto Catenacci e dott. Bertolaso, capo della Protezione Civile Nazionale) - sembra ancora oggi non trovare soluzione, anzi appare aggravarsi.
Le dimissioni presentate dal dott. Bertolaso, seppur rientrate, come sembra, per insistenza del Governo, indicano in maniera inconfutabile l'aggravarsi di una crisi che, forse, dovrebbe essere meglio evidenziata sia dalla classe
politica che dai media, con chiarimenti ed approfondimenti d'indagine, capaci di squarciare il velo rappresentato dalla ricerca di siti per lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti.
Chi scrive ha l'impressione, infatti, che la ricerca dei siti per lo smaltimento momentaneo dei rifiuti sia un falso problema o, per lo meno, un problema senz'altro urgente ma di secondaria importanza rispetto ad altri problemi che appaiono discussi ma non risolti, oppure che vengono completamente taciuti.
Iniziamo, quindi, col parlare della ricerca spasmodica ed urgente di idonei siti di stoccaggio per la produzione pregressa ed attuale dei rifiuti indifferenziati, produzione che sembra ammontare ad alcuni milioni di tonnellate, con un'attuale produzione giornaliera di circa 8000 tonnellate.
Al dott. Bertolaso sono stati indicati dei siti dalle amministrazioni locali, nell'ambito di una serie di cave dismesse, per lo più non idonee per svariate ragioni alle funzioni di stoccaggio dei rifiuti. Ci si riferisce a Dugenta, ad Eboli, a Perdifumo ed a Serre di Persano.
Dugenta presenta una falda idrica affiorante, Perdifumo produrrebbe danni a rilevanti bellezze paesaggistiche ed inquinamenti delle acque superficiali e sotterranee su aree estese fino alla costa, Eboli è cava dismessa in materiali calcarei fortemente permeabili ed infine Serre di Persano presenta rilevanti problemi di carattere ambientale, per l'estrema prossimità sia all'Oasi di Persano (area SIC per la Comunità Europea) sia al corso del fiume Sele.
Tra l'altro i siti menzionati, a prescindere dalla loro più o meno idoneità geologica,risultano ricadenti in aree antropicamente trafficate o di pregio paesaggistico e turistico.
Esistono allora in Campania siti per lo smaltimento dei rifiuti di gran lunga più idonei sotto tutti i punti di vista rispetto a quelli finora indicati?
La risposta è del tutto affermativa, e chi scrive nell'ambito di una collaborazione richiestagli, ne ha ufficialmente indicati e con estrema precisione alla struttura del dott. Bertolaso nelle riunioni tenutesi nel gennaio e febbraio scorso nella sede del Dipartimento P.C. a Roma, alla presenza di tutte le altre componenti (ministero dell'Ambiente, APAT, WWF, Legambiente, ecc. ) che al momento hanno dimostrato approvazione su quanto si proponeva.
L'allocazione urgente, quindi, di tutti i rifiuti fin qui prodotti, potrebbe considerarsi risolta in breve termine con l'utilizzo delle indicate ed estese aree argillose, prive di urbanizzazioni, di coltivazioni pregiate e di circolazione idrica sotterranea di rilievo, ben collegate da reti stradali e con potenzialità di inquinamento ridotte al minimo.
Ma il problema dell'emergenza rifiuti in Campania, a mio parere, non sarebbe per questo risolto.
A partire dalla messa a dimora di tutti i rifiuti oggi esistenti, quale sarebbe poi il destino della produzione giornaliera di circa 8000 tonnellate di rifiuti al momento ancora indifferenziati?
È stato programmato per il futuro il sistema di smaltimento dei rifiuti?
Perché fin da oggi non riesce a partire la raccolta differenziata?
È stata prevista e creata una filiera idonea al riciclaggio dei rifiuti capace di giustificare la raccolta differenziata?
Quali sono e dovrebbero essere i rapporti tra ASIA, delegata alla raccolta differenziata ed il CONAI nell'ambito dell'accordo ANCI - CONAI?
Se il sistema di raccolta differenziata, riciclaggio, trattamento dell'umido e sua utilizzazione riuscisse a funzionare a regime, dovremmo ancora parlare della necessità degli inceneritori?
Le risposte a queste domande potrebbero risultare molto utili all'intera popolazione e gli argomenti meriterebbero di essere approfonditi anche mediante inchieste giornalistiche.
Ciò per non continuare a vivere, in Campania e solo in Campania, con un'endemica e futura emergenza rifiuti nonostante il disastro ambientale già registrato, lo sperpero di denaro pubblico già conclamato ed il rischio di patologie infettive e tumorali facilmente prevedibili.
Napoli, 8 marzo 2007
Prof. Giovan Battista de' Medici
Geologo applicato ed Idrogeologo
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