Casale Monferrato: costruire un asilo sull'amianto.
Casale Monferrato è una ridente cittadina piemontese compresa nella provincia di Alessandria. E’ un territorio prevalentemente collinare dall’aspetto rilassante e ricco di storia. Il nome Casale Monferrato identifica però, anche un territorio martoriato per ottant’anni dalla produzione di amianto effettuata dalla nota (e inquietante) fabbrica Eternit oramai dismessa. A distanza di vent’anni l’area non è ancora stata completamente bonificata, malgrado l’impegno delle amministrazioni locali, anche per via di un eccessivo uso, in passato, del cosiddetto “polverino”: scarto di produzione dell’amianto, terribilmente economico e terribilmente dannoso che veniva utilizzato nella costruzione di qualsivoglia edificio o struttura.
La faccenda legata ai risarcimenti delle famiglie delle vittime dell’amianto non è ancora stata risolta e i dati di cui dispongono Legambiente, le Asl e molte altre strutture, fanno pensare che, con il passar del tempo, la situazione andrà sempre più complicandosi, questo per via del lungo periodo di incubazione a cui è soggetto l’amianto prima di sfociare in forme tumorali. “Nei prossimi vent’anni i casi sono destinati ad aumentare” sostiene la consigliera regionale Paola Barassi (Ecologisti Uniti a Sinistra). “Nel 2006” scrive Luca Benecchi sul Sole 24 Ore “sono stati registrati circa una quarantina di nuovi casi. Sì, perché le cellule della pleura possono degenerare in un tumore anche a 30 anni di distanza dalla contaminazione. E il picco purtroppo non è stato ancora raggiunto”.
La ridente cittadina alessandrina, a distanza di molto tempo, malgrado una situazione interna così delicata, torna oggi a far discutere. E’ intenzione dell’amministrazione locale, infatti, iniziare la costruzione, nella zona ex Piemontese (una delle zone maggiormente colpite dall’inquinamento da amianto), di alloggi popolari e asili nido. Sull’inquietante progetto la consigliera Paola Barassi si è così espressa “Nelle aree casalesi dove stavano sia gli stabilimenti Eternit che l'area ex-Piemontese sarebbe corretto non prevedere né insediamenti abitativi né scuole. Questo sia da un punto di vista precauzionale sia da un punto di vista simbolico. Sarebbe infatti importante che queste aree venissero riconvertite a parco pubblico e che stessero anche a rappresentare il dramma vissuto (e il tributo pagato) da un'intera collettività alle logiche dello sfruttamento e del profitto a qualunque costo”.
Vittorio Giordano, responsabile del Circolo Verdeblù Legambiente Casale, ha aggiunto (in una lettera al Direttore del bisettimanale Il Monferrato) “Io sono contrario alla costruzione dell’asilo nell’area dell’ex Piemontese perché molte testimonianze ci dicono che lì sotto c’è l’amianto. Penso che sarebbe più opportuno coprire con terra e far nascer lì un ‘bosco della memoria’. Il quartiere del Ronzone non ha bisogno di espandersi. Mi chiedo. Serve ancora costruire case, palazzi, infrastrutture a Casale? Forse dovrebbe essere riqualificato l’esistente. Le aree industriali ormai abbandonate potrebbero diventare aree verdi. Questo potrebbe essere il nostro contributo alla realizzazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e alle generazioni future”.
Nella speranza che trionfi la ragione, non resta che state all'erta e seguire da molto vicino i prossimi passi.
Articoli correlati
- Una storia di amianto e di giustizia, appello ai decisori politici
A rischio i fondi PNRR per il Parco della Rinascita sull’area della ex Fibronit di Bari
"Avete una grande occasione: dimostrate ai cittadini di avere a cuore la loro salute e il loro benessere. Non dimenticate che quell'area porta sulle sue spalle oltre 700 morti e che il Parco della Rinascita è il risarcimento minimo nei confronti di chi ha pagato con la vita".15 agosto 2023 - Comitato cittadino Fibronit - Bari - Comunicato dell'Associazione Culturale Pediatri
Amianto, Pediatri: “Almeno 350mila bambini ancora esposti, anche in classe"
L’Associazione Culturale Pediatri (ACP) sottopone alla attenzione della politica il rischio tuttora esistente legato alla presenza dell’amianto nelle scuole italiane. Rischio che espone, dai dati dell’ONU, circa 350mila bambini e 50mila docenti nel nostro Paese.7 gennaio 2022 - E' importante adesso formare una nuova consapevolezza
L'amianto colpisce anche il fegato
Un gruppo di ricercatori indipendente ha rilevato la presenza di fibre di amianto nel fegato e nelle vie biliari di pazienti dando un’ulteriore validazione a questa ipotesi. L’amianto sarebbe associato ai colangiocarcinomi, aumentando pertanto il rischio di tumore al fegato, oltre che ai polmoni.17 luglio 2021 - Alessandro Marescotti Siti più inquinati d'Italia: da Sentieri e Inail i numeri di drammatiche bombe sanitarie
Taranto, Terra dei Fuochi, Brescia, Livorno, Sicilia, Bussi e tanti altri. Il quinto rapporto Sentieri e quello dell'INAIL sulle malattie professionali nei siti di interesse nazionale documentano la mappa di un’Italia avvelenata e devastata in cui aumentano le malattie più gravi10 marzo 2020 - Alessio Di Florio
Sociale.network