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Il biologico italiano deve essere libero da ogm

La scelta del Consiglio dei Ministri agricoli è l'ennesima testimonianza di una Europa sempre più lontana dai cittadini
15 giugno 2007
Andrea Ferrante (Presidente AIAB - Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica)
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

L'incredibile, l'indicibile è stato approvato a larga maggioranza da burocrati che sembrano sempre più rappresentare se stessi. L'approvazione di questo nuovo Regolamento Europeo sull'agricoltura biologica è un passo indietro che il biologico europeo ora deve affrontare e che sicuramente risponde a logiche che non sono quelle di chi lo produce e lo consuma. Il nuovo regolamento comunitario sull'agricoltura biologica va nella direzione sbagliata; infatti la contaminazione accidentale da ogm prevista fino allo 0,9% testimonia la volontà di banalizzare un modello di produzione e consumo che rappresenta una vera alternativa al modello agroindustriale che ha espulso i contadini dalla terra, ha prodotto una catena infinita di scandali alimentari ed ha desertificato i nostri suoli. In Italia ci stiamo credendo e, pur con mille difficoltà, siamo diventati i primi in Europa.
La Commissione Europea ed il Consiglio dei Ministri Agricoli, con il voto di martedì scorso, hanno dato un ennesima dimostrazione di quanto sia incrinato il rapporto di fiducia fra i cittadini europei e le Istituzioni comunitarie. Tutti i sondaggi di opinione hanno fin qui dimostrato che i cittadini europei vogliono un biologico completamente libero da ogni contaminazione, il voto del parlamento europeo, inoltre, in maniera chiara si è pronunciato in questo senso. La scelta del Consiglio dei Ministri agricoli semplicemente ignora tutto ciò ed è l'ennesima testimonianza di una Europa sempre più lontana dai suoi cittadini.
L'Italia, pur votando contro l'approvazione di questo regolamento, ha sicuramente perso l'opportunità di valorizzare al meglio il voto parlamentare e la straordinaria mobilitazione del settore e di migliaia cittadini e associazioni in tutta Europa non riuscendo a mobilitare la sensibilità di altri governi europei.
Questo isolamento sembra anche il frutto di un comportamento ambiguo che ha portato solo pochi giorni fa alla presentazione di protocolli per la sperimentazione Biotech in pieno campo per colture simbolo del made in Italy da parte del Ministro delle politiche agricole.
Il biologico italiano, comunque è e deve rimanere libero da ogni contaminazione. Dobbiamo ricordare che nessuna semente ogm ancora è autorizzata in Italia e mai lo dovrà essere. E' impossibile ogni coesistenza fra colture ogm e non ed in primo luogo con il biologico. Non è un caso, infatti, che la Commissione Europea si sia battuta tanto per introdurre questa soglia di contaminazione: il vero obiettivo è smontare ogni resistenza, fin qui vincente in tutta Europa, alla coesitenza. La possibilità del bio di essere contaminato, ma di rimanere "ufficialmente bio" di fatto facilita di gran lunga chi vuole imporre una coesistenza nei campi fra colture ogm e ogm free; in questo modo l'inevitabile contaminazione non danneggerebbe economicamente il prodotto che rimarrebbe comunque BIO. Anche per questo motivo va subito fatta in Italia la nuova legge sull'agricoltura biologica che garantisca un biologico totalmente esente da contaminazione. Abbiamo il tempo per farla. Il nuovo regolamento infatti entrerà in vigore solo il primo gennaio 2009.
Dobbiamo ricordare, comunque, che le sementi ogm sono vietate in Italia e in commercio ci sono solo soia e mais ogm, prodotti usati principalmente per fare i mangimi, quindi oggi non esiste un problema contaminazione sul cibo bio che quotidianamente mangiamo.
Il diritto dei produttori a non essere contaminati ed il diritto dei cittadini a mangiare cibo non contaminato deve essere alla base della nuova legge ispirata dalla piena affermazione del principio della sovranità alimentare. Il biologico legato al territorio, il biologico per tutti e di qualità fatto di lavoro giusto, salvaguardia della biodiversità e della fertilità del suolo, di valorizzazione della straordinaria cultura enogastronomica del nostro paese, deve essere il nostro modello e sicuramente una buona legge italiana, in quanto primi produttori Europei, sarà anche un ottimo servizio che daremo a tutti i cittadini europei.

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