In Basilicata il paese di Scanzano in rivolta
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Scanzano, il paese della Basilicata dove il governo ha deciso di seppellire le scorie nucleari ha iniziato la protesta. Alcuni manifestanti sono arrivati in auto sulla statale Jonica e hanno piazzato le macchine di traverso sulla carreggiata bloccando il passaggio. E' solo la prima iniziativa di quella che si prennuncia come una opposizione unita alla decisione del governo di costruire in paese un deposito per le scorie nucleari.
Durante una riunione nella sala consiliare del Comune, infatti, la posizione di tutti i partiti e le associazioni del territorio del paese in provincia di Matera è stata unitaria: no al "cimitero" del nucleare italiano. Mancava solo il sindaco di Scanzano Jonico, a Roma per incontrare Gianni Letta e protestare contro il blitz a sorpresa del Consiglio dei ministri.
Così come aveva fatto la Sardegna lo scorso luglio, prima sede scelta dal governo per smaltire 55 mila metri cubi di scorie radioattive ereditate dalla stagione dell'atomo e altri 25 mila metri cubi che verranno dallo smantellamento delle centrali, ora si ribella la Basilicata. Ma il decreto legge approvato oggi, che prevede la costruzione di un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi entro il 2008, non avrà attuazione facile.
Per il governo il deposito sarà un'"opera di difesa militare, di proprietà dello Stato" e dovrà ospitare circa 80 mila metri cubi di scorie di II e III categoria, cioè con un tempo di vita di migliaia di anni, oggi custodite in depositi sparsi per l'Italia. L'operazione verrà gestita dal Commissario del governo generale Carlo Jean e realizzata dalla Sogin, società guidata dallo stesso generale Jean, con uno stanziamento previsto di 500.000 euro nel 2003 e poi 4,5 milioni l'anno per il 2004 e 2005.
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Scanzano Ionico, però non ci sta. Il comune, di circa 6 mila abitanti, vicino a un centro Itrec-Enea, ha già 2.724 metri cubi di scorie altamente contaminate. Il sito è fra quelli individuati in precedenti studi per le sue caratteristiche di stabilità del territorio. La mossa a sorpresa del governo si spiega con la necessità di garantire condizioni di "massima sicurezza per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi" in coincidenza con una situazione "di maggiore gravità in relazione alla diffusa crisi internazionale".
Il deposito nazionale è "un'opera indifferibile, urgente e di publica utilità" che verrà però integrata con altre strutture per "servizi di alta tecnologia e la promozione dello sviluppo del territorio". In attesa della conclusione dei lavori, le scorie oggi disseminate in decine di depositi sul territorio, verranno stoccate in "strutture temporanee". Gli ambientalisti locali si sono già dichiarati "sconcertati" per la scelta.
E' stata dunque abbandonata l'idea di costruire venti siti, uno in ogni regione, per mettere in sicurezza le scorie disseminate nel paese. La proposta, avanzata dal ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi quest'estate, aveva lasciato scettici gli scienziati per gli altri costi del progetto. E cade cade anche l'ipotesi di stoccare le scorie all'estero, in Siberia, dopo una prima apertura di Mosca.
Scanzano Jonico (Matera) è un paese di 6.711 abitanti sulla costa jonica. Il comune è al centro di un' area di agricoltura intensiva e, da alcuni anni, di importanti investimenti turistici, in particolare, di alcuni villaggi e resort che nell' ultima stagione hanno registrato decine di migliaia di presenze. Mario Altieri, sindaco del paese, non appena appresa la notizia aveva dichiarato: "Non ne sappiamo nulla, ma non ci metteranno i piedi in faccia". E la ribellione del paese non si è fatta attendere.
(13 novembre 2003)
http://www.noalnucleareinbasilicata.com
Le immagini della protesta a Scanzano
http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/cronaca/scanzano/scanzano.html
Marzano: Incentivi per stoccaggio scorie
http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/rifiuti/20030823134832666324.html
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