Low cost, alto stress
C'erano una volta le piazze
C'erano una volta le piazze, luoghi in cui le persone si incontravano, posti ed eventi dove ci si recava anche senza appuntamento perché qualche viso noto lo si sarebbe sicuramente incontrato, la cosiddetta polis. E questa era cosa buona.
Poi arrivò la tecnologia. Parlarsi, fissare un appuntamento diventò via, via sempre più semplice, complici il telefono, il computer e le mille cose che hanno - allo stesso tempo - semplificato e complicato la vita a milioni di persone. È stata una rivoluzione lenta e lunga. Molti pensano erroneamente che
questi processi siano figli della terza rivoluzione industriale, quella informatica tutt'ora in atto, ma un pensiero simile è molto miope. Un esempio per tutti: Martin Lutero. Senza la stampa a caratteri mobili figlia di Johannes Gänsfleisch (noto a tutti noi come Gutenberg), la riforma protestante sarebbe stata un'impresa impossibile da diffondere con il semplice passaparola. Ecco perché le scienze e le tecniche sono cosa molto buona. Va da sé che se un
coltello viene impiegato per uccidere, anziché per cucinare il discorso cambia, ma tutto dipende - come sempre - da chi usa gli strumenti che la tecnica ci mette a disposizione.
(Qui va aperta una doverosa parentesi: a tutt'oggi solo una piccolissima percentuale del genere umano ha accesso a tutte queste potenzialità. La maggior parte sa che esistono, che sono cose estremamente complicate e di enorme potenzialità, pur non avendo la più vaga idea di cosa siano e di come si usino. E questo vale anche per quella dodicenne cinese che passa le sue giornate ad assemblare le parti più intime e complicate di un personal computer: lei sa montarlo, sa che si tratta di qualcosa di molto costoso, delicato e null'altro.)
Il tempo è passato
Il tempo è passato. La vecchia osteria è stata rimpiazzata dal fast-food (e quando il pasto, la cosa più importante per la vita umana dopo la respirazione, diventa un'azione da svolgere nel minor tempo possibile le conseguenze possono essere solo tragiche); le piazze sono ancora piene ma spesso ci si sente soli e non si conoscono le persone che si incontrano (diversamente non molti anni fa si andava in piazza per fare nuove amicizie e nessuno si meravigliava di questo); mano a mano che la tecnologia ha reso più semplice la comunicazione tra le persone è - al tempo stesso - sorta una cortina invisibile che ne amplifica le distanze (perché uscire se posso fare tutto da casa?).
È cambiato anche il modo di viaggiare. Tutti vogliono viaggiare anche se i politici di ogni schieramento ci ricordano che dobbiamo "stringere la cinghia", allora qualcuno deve aver pensato a noi e si è detto: "un viaggio in aereo costa tot per tot passeggeri, ma se io infilo nello stesso aereo due tot di passeggeri posso già dimezzargli il biglietto, se poi tolgo tutte le comodità ho un ulteriore risparmio, se poi mi viaggiano addirittura senza bagaglio meglio ancora, però qualcuno disdice sempre, allora vai con i last-minute ed i last-second e tutti - soprattutto io - vivranno felici e contenti".
Quello che spesso non si dice è che un bravissimo pilota quest'estate ha fatto un pessimo atterraggio: suo figlio era morto il giorno prima, ma la dieta imposta dalla compagnia aerea per cui lavorava non faceva eccezioni di nessun genere.
Quello che spesso non si dice è che quelle che un tempo erano bellissime hostess con i tacchi a spillo, sempre pettinate e truccatissime ora sono semplici donne delle pulizie che parlano inglese.
Quello che spesso non si dice è che i piloti, tra un volo e l'altro, nemmeno scendono dall'aereo, il quale si ferma lo stretto tempo necessario per scaricare i bagagli, caricare quelli del volo successivo e - contemporaneamente - fare rifornimento di carburante.
Quello che spesso non si dice è che - pur di risparmiare veramente su tutto - i biglietti non sono nominativi: se vuoi sedere vicino a tuo figlio devi correre per prendere un posto. A tal proposito ho visto una bambina terribile in aereo quest'estate, che sulle prime pensavo fosse orfana. Sono alla fine del volo ho scoperto che il padre era di fianco a lei, pietrificato dalla paura ed incapace di qualsivoglia reazione. La madre sedeva, ahimè lontano.
Quello che spesso non si ricorda è che quando i piloti hanno cominciato i primi scioperi e la politica gli ha chiesto "Ma si può sapere che cosa volete?", loro risposero "Vogliamo guadagnare quanto un usciere di Montecitorio".
Sì, l'ho appena confessato: anch'io viaggio in aereo. Ma sono anche andato fino a Danzica in treno (25 ore di viaggio) ed a Londra in Pullman (altrettante). Nell'estate 1997 con mia moglie abbiamo fatto un viaggio meraviglioso per il centro Italia, passando per Marche, Umbria, Toscana, Lazio e ritorno in un bellissimo girotondo (in particolare nel Grande Raccordo Anulare dove credo d'essermi perso più di una volta). Ogni giorno un agriturismo diverso alla scoperta di sapori e terre nuove, evitando rigorosamente autostrade e superstrade. Il bello era viaggiare, non arrivare. Ci piace molto anche il parco nazionale dei Monti Sibillini (che consigliamo): per noi del centro Italia è stato buffo e piacevole scoprire come paesaggi tipici delle dolomiti abitavano più a sud di casa nostra.
Come ingegnere e amante dei bei viaggi e - soprattutto - della buona cucina, dei colori e dei sapori che ogni luogo ti lascia sulla pelle avrei molti argomenti per un no ad un terzo polo aeroportuale nel Lazio, argomenti che forse gli onorevoli Angelo Maria Cicolani, Giulio Marini e Cosimo Ventucci potrebbero aver sottovalutato. Ma procediamo con ordine.
1. Un polo aeroportuale per voli low-cost sito in Viterbo (la provincia più a nord) implica un traffico locale (gomma/rotaia) che andrà inevitabilmente a sommarsi ai disagi provocati dal traffico aereo. Al 26 marzo 2007 Viterbo registrava soli 7 giorni di superamento delle soglie di polveri sottili (concentrazioni di PM10 superiori a 50 microgrammi/m3). In tutt'Italia solo sei provincie hanno fatto di meglio. Sarei facile profeta se dicessi che questo fiore all'occhiello della provincia viterbese verrebbe vilipeso dopo - se non durante - l'eventuale costruzione del polo aeroportuale. Infatti il sen. Cicolani ha precisato: "È impensabile progettare uno sviluppo degli aeroporti senza programmare un adeguamento delle infrastrutture esistenti."
2. "Il congestionamento del traffico aereo a Ciampino - ha affermato il sen. Cicolani - impone decisioni urgenti e scelte precise. La gravità della situazione mi ha indotto a presentare un disegno di legge con cui affrontare il riordino del sistema aeroportuale della capitale all'interno del sistema aeroportuale nazionale. Il disegno di legge si articola su due punti essenziali: la delocalizzazione del traffico aereo di Ciampino ad un altro sito e l'affidamento al concessionario dello sviluppo dell'intero sistema. Con questo disegno di legge si sceglie Viterbo in sintonia con quanto emerso dai colloqui tecnici intercorsi con Enac ed Enav che hanno ravvisato in questa scelta numerosi punti di forza tra cui quello evidente del posizionamento a nord verso cui è diretta la quasi totalità del traffico aereo che ora insiste su Ciampino. La scelta di Viterbo risponde quindi alla necessità di massimizzare quel rapporto tra quantità di traffico aereo e ubicazione che consente di sfruttare a pieno le potenzialità di questo tipo di trasporto."
Tre sole obiezioni
2.1. Come sovente nel nostro paese, decisioni che implicano coinvolgimenti urbani, vengono assunti senza mai consultare la popolazione locale. Vero che il motto americano not in my garden sconsiglia tali consultazioni; vero anche che le scelte calate dall'alto generano sempre pruriti verso il basso (come dimostra la storia della linea ad alta velocità Torino-Lione, l'ampliamento della base Usaf di Vicenza e l'elenco potrebbe continuare). Se le scelte vengono fatte in armonia con la popolazione tutto cambia. Ad esempio "Sentite, costruiamo un aeroporto vicino a casa vostra, ma voi sarete tutti assunti a tempo indeterminato presso lo stesso". Oppure "Pensiamo di costruire qui, se avete idee migliori ditele ed argomentatele". Ma cose di questo tipo sembrano essere fantapolitica.
2.2. Si dice che "la quasi totalità del traffico aereo" di Ciampino è diretta verso nord e questo mi sembra normale. In matematica, la distanza Euclidea è la tipica distanza fra due punti, quella misurabile con un righello, la si ottiene dall'applicazione ripetuta del teorema di Pitagora. La letteratura tradizionale si riferisce a questa metrica come metrica Pitagorica fino a giungere al famoso adagio che recita "La più breve distanza tra due punti è una retta". Però così non va. Non è possibile che da ogni aeroporto ci sia un aereo per ogni destinazione. Ne consegue che esistono punti di accumulazione e smistamento del traffico aereo (un vicino esempio è Londra) dal quale poi, una volta fatto lo "scalo", si riparte per la destinazione desiderata.
Ma ciò non implica che:
2.2.1. io sia diretto a nord;
2.2.2. e - soprattutto - che io parta da sud, motivo che, a detta del senatore Cicolani localizza in Viterbo il punto più idoneo.
2.3. Ne consegue che dirottare a Viterbo il traffico low-cost, significa dirottare verso nord la quasi totalità del traffico privato. Le conseguenze per l'ambiente sono vertiginose, ma di certo non interessano i consigli di amministrazione di Enac ed Enav. "Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli" recita la saggezza della cultura Masai, una tribù indigena Africana semi-nomade, diffusa principalmente in Kenya e nel nord della Tanzania, dalla quale abbiamo molto da imparare.
3. Certo, il profitto deve venire prima di tutto, ma perché prima della vita e della salute di mio figlio?
Per non concludere
L'assessore Pasquale Fusco, in una sua nota del 22 agosto 2007 dichiarava che "Si sta facendo un gran parlare sull'aeroporto ma tutti dimenticano che la Regione Lazio attraverso l'ex assessore Ciani, aveva dichiarato che l'aeroporto veniva realizzato a Latina.", provincia che ha ribadito "il proprio parere favorevole affinché si realizzi l'aeroporto a Latina nella sede del Comani".
Anche in questo caso si dimentica che il punto non è dove realizzare il polo aeroportuale, ma se è necessario. Secondo l'associazione Aeroporto per Latina "Un chilometro di strada non porta da nessuna parte, un chilometro di pista porta in tutto il mondo!". Vero, ma continuo a ribadire: è necessario? Per fortuna chi conta molto più del sottoscritto è molto ottimista. Il 3 luglio, il quotidiano il messaggero, a pagina 33, riportava le seguenti parole di Luca Cordero di Montezemolo: "Sono pronto a scommettere che tra dieci anni tornerò qui e l'aeroporto non sarà ancora fatto".
Speriamo abbia ragione.
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