Decommissioning nucleare italiano, quale trasparenza?
Sogin conferma le nostre tesi espresse in più comunicati, ossia più tempo passa e più costa il decommissioning. Sogin vorrebbe per migliorare maggiore collaborazione dalle istituzioni ed intanto dimentica la trasparenza. (http://it.biz.yahoo.com/19092007/58-65/nucleare-sogin-mira-velocizzare-smantellamento-impianti.html)
Sogin per dare peso alle sue tesi rediga invece un bilancio dei soldi spesi per il decommissioning, in particolare quello di Trisaia ,giustifichi i ritardi e non si nascondesse dietro l’inerzia delle istituzioni. Ci spieghi chi paga il riprocessamento all'estero del combustibile italiano (plutonio usato per fini civili e forse anche militari)e chi paga il mantenimento delle centrali nucleari slovacche di proprietà dell'Enel . Ci spieghi inoltre dove intende smaltire i rifiuti nucleari prodotti dalle stesse centrali Slovacche. Il ministro Bersani intende finanziare la ricerca sui reattori nucleari di 4-5 generazione (sottraendoli magari alla ricerca sull’idrogeno). Per non parlare dell’annosa ricerca di siti temporanei per stoccare i rifiuti nucleari e quella del deposito nazionale (molto utile alle politiche aziendali Sogin per smaltire rifiuti nucleari). Per chiudere il cerchio economico vorremmo che qualche parlamentare chiedesse quanto costa l’avventura nucleare in terra Slovacca, e se questi soldi non potevano essere investiti più proficuamente in Italia per le fonti rinnovabili non inquinanti, l’idrogeno ed il solare.
Ci chiediamo quali istituzioni ostacolano la sicurezza soprattutto in Basilicata, dove da nove mesi non si fa informazione sullo stato del decommissionig e non è convocato il tavolo della trasparenza. L’unica informazione sull’argomento è la campagna mediatica (blog compresi)partita a settembre della lobby nucleare sul rilancio dell' alleanza per l’atomo .
Dietro il paravento della sicurezza nucleare anche per cambiare una lampadina nel centro della Trisaia possono passare mesi, nel frattempo noi paghiamo l’obolo del decommissioning.
Il dato di fatto è che i governi hanno inserito e mantenuto attraverso la bolletta Enel una nuova tassa nel bilancio familiare degli italiani, quella del decommissionig nucleare che invece della sicurezza finanzia il ritorno al nucleare sponsorizzato dal partito trasversale dell’atomo ( vedi per ultimo l'On. Letta, Casini e addirittura il Vaticano).
Sono troppi i soldi spesi dalle famiglie per il decommissioning, vogliamo vedere i risultati, ossia la sicurezza e non i business non autorizzati dagli italiani (referendum sul nucleare del 1987).Cosi come sono troppi i soldi spesi per le avventure nucleari che hanno solo lo scopo di mantenere la stessa industria nucleare e di non portare alcun beneficio alla collettività. Noscorie Trisaia aderisce pertanto alla campagna stacca la spina all’Enel sugli investimenti nucleari (www.staccalaspina.org) promossa dalla CRBM Campagna per la Riforma della Banca Mondiale.
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