"Nel secolo scorso Cristo si fermò a Eboli, in questo secolo Losappio si è fermato a Brindisi"
Infatti nel PEAR è indicato come “doveroso citare la mozione approvata all’unanimità nel Consiglio Regionale del 4/8/2005 secondo la quale non risulta praticabile la proposta del sito brindisino di Capobianco”. La Brindisi LNG imputa al Governo Regionale il rispetto della volontà del Consiglio che forse vorrebbe fosse sostituita da sudditanza verso il mondo imprenditoriale e verso la stessa società privata inglese come potrebbe essere accaduto in un recente passato.
La tesi che il Governo debba ritenersi svincolato dalle decisioni assunte dalla sua Assemblea Consiliare è di per se talmente improvvida da risparmiarci altri commenti. Dimostra, comunque, quale concezione della democrazia e del rapporto istituzionale intenda la società inglese che svilisce il ruolo del Consiglio a “mera mozione” che “il PEAR recepisce acriticamente”.
Nello stesso ricorso la Brindisi LNG, in merito all’iter di revisione della autorizzazione concessa dal Ministero dello Sviluppo Economico, ne ribadisce la contrarietà definendolo come un procedimento “cui comunque la Brindisi LNG non ha prestato acquiescenza e che, anzi, ha impugnato dinanzi al TAR ed i cui esiti pure si riserva di censurare”.
Come è noto questo procedimento si è concluso nello scorso mese di settembre con un decreto di sospensione della autorizzazione e il 29 ottobre la Brindisi LNG, contraddicendo la sua impostazione esplicitata anche in questo ricorso, ha comunicato in una conferenza stampa la propria disponibilità alla VIA postuma come appunto prevede ed impone il nuovo decreto.
C’è da augurarsi che questo non resti il suo unico ripensamento e che sia seguito dal ritiro del ricorso sul PEAR. E’ auspicabile infine che l’intero Consiglio reagisca a un atto che ne vuole svilire la sovranità e si esprima a difesa delle proprie prerogative costituzionali”.
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