Centrale, marcia su Bari: Non vogliamo nuovi mostri
essere il trasferimento dell’ultima turbina dal porto alla zona industriale, nonostante lo stop di pm e enti pubblici al trasporto eccezionale
La sera di un sabato come al solito affollato di tanti frequentatori della cosiddetta movida. Sui vicoli, le piazze e le corti della città vecchia si riversano migliaia di persone. Molte delle quali provenienti anche dai comuni vicini. Tra questi, ieri sera c’erano anche i cittadini (semplici padri e madri di famiglia, professionisti, impiegati, insegnanti) di Modugno che ormai da diverse settimane tengono un presidio fisso fuori dal recinto dove sta sorgendo, nell’area industriale condivisa tra Bari, Modugno e Bitonto, la centrale a turbogas per la produzione di energia elettrica della società Sorgenia.
Un corteo con volantinaggio per cercare di condividere con i baresi le ragioni di una protesta. In queste ultime settimane, in effetti, da quando si fa un gran parlare del trasporto eccezionale per le vie della città di Bari, si è probabilmente solo sfiorato il nocciolo della questione. Ovvero che quelle turbine così mastodontiche servono a realizzare una nuova fabbrica (ricava energia elettrica bruciando metano e altri gas naturali miscelati in minima quantità) i cui effetti inquinanti, secondo chi protesta, non si limiteranno alla sola zona abitata di Modugno.
Non ho fatto nulla di concreto per impedire tale sopruso, nemmeno piazzarmi davanti ad un camion in un ultimo, illusorio, gesto di protesta, niente. Eppure, vedendo transitare quei mezzi a 4 km l'ora, penso che a sentirmi sconfitto non debba essere solo io ma tutte le popolazioni di questa grande area che da trenta anni viene violentata da insediamenti industriali dannosi e, a volte, persino inutili: il danno e la beffa. Solo business, secondo una logica che concepisce il territorio, in cui si è ospiti, non come un luogo da organizzare e rispettare ma come un enorme contenitore da riempire fin che si può. E quando le comunità, ritrovando un minimo di senso comune, si organizzano e cercano di difendere il proprio ambiente di vita, giunge il Decreto: si fa per legge. Certo, penso, in quest'opera c'è chi ha responsabilità maggiori, avendola gestita negli anni (politici, imprenditori senza tanti scrupoli), ma questa notte l'unico pensiero che mi rimane è la velocità di questi camion (che pure vanno a quattro all'ora) e la lentezza dell'uomo nel saper immaginare e progettare ai propri figli un territorio vivibile e sano.
Torno in macchina, un bambino chiede al genitore: "mamma cosa sono queste cose?", "sono mostri, sono i nuovi mostri". Pino Tedeschi
La gran parte delle questioni sollevate dalla popolazione modugnese ha a che vedere con studi scientifici che riferiscono di emissioni inquinanti prodotte anche dalle centrali «pulite» a turbogas. Principali accusate, in tale contesto di preoccupazione, le cosiddette nanopolveri, ovvere delle particelle finissime che sono all’origine di numerose malattie e di migliaia di decessi l’anno nel mondo. La società Sorgenia ribatte che la modernità degli impianti tecnologici adottati risolve, di fatto, il problema delle emissioni tanto del Pm 10 quanto del Pm2,5.
Un impianto di produzione di energia elettrica a ciclo combinato, un elettrodotto di circa 6 chilometri (3,3 km circa in sede interrata e 2,1 in linea aerea più seicento metri per raccordi) tra i territori di Modugno, Bitonto e Palo del Colle e un metanodotto interrato di circa 1,2 km per l’adduzione del gas tra i comuni di Bitonto e Modugno. L’autorizzazione rilasciata dal ministero delle Attività produttive il 20 giugno 2004 non riguarda dunque la sola centrale per la produzione di energia elettrica, ma anche altri due interventi necessari al corretto funzionamento (e alla successiva messa in rete dell’energia) della stessa.
La realizzazione di quanto autorizzato alla società Sorgenia (nel 2004 la ragione sociale era Energia spa) è condizionata, tuttavia, al rispetto di alcune dettagliate prescrizioni. È il rispetto di queste prescrizioni che si trova oggi al centro di una serie di verifiche avviate dai carabinieri del Nucleo per la tutela dell’ambiente (Noe) per conto del ministero dell’Ambiente e dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Bari.
Di queste prescrizioni si è tanto parlato, ma vediamole nel particolare: l’acqua per il raffreddamento delle turbine e per tutte le attività di cantiere deve essere prelevata esclusivamente dal depuratore del quartiere San Paolo tranne che, e comunque per un periodo non superiore a 24 ore, non si rilevino guasti o malfunzionamenti dell’impianto di depurazione stesso.
Riguardo le emissioni in atmosfera va detto che, inizialmente, si era prescritto un livello massimo di ossido d’azoto (NO2) di 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Il valore si sarebbe dovuto intendere espresso come media oraria delle concentrazioni rilevate. Una successiva integrazione del ministero della Salute ha disposto che tale limite di emissione fosse abbassato a 30 microgrammi per metro cubo, «fatta comunque salva ogni impossibilità tecnica». Nell’autorizzazione si spiega anche che la società Sorgenia non è in grado di garantire nell’immediato il rispetto di tale prescrizione. Per questo, in via provvisoria e comunque non oltre la prima revisione straordinaria del macchinario, il livello massimo consentito di emissioni di NO2 è stato portato a 40 microgrammi per metro cubo d’aria.
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