Acqua è vita: in piazza l'Italia che non dorme
- 28 novembre 2007
E veniamo alla piazza: sempre il primo dicembre dello scorso anno veniva depositata in Cassazione la proposta di legge d'iniziativa popolare, concernente i principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell'acqua. I sei mesi di campagna che sono seguiti hanno portato alla raccolta di 407mila firme su tutto il territorio nazionale, mentre la Puglia ha contribuito con circa 30mila sottoscrizioni, 24 delibere di adesione da parte di enti pubblici (pugliese anche il primo Comune in assoluto a compiere questo atto, Locorotondo), l'impegno di 180 realtà tra associazioni, movimenti e comitati. Scontata la massiccia partecipazione all'iniziativa di Roma da parte dei pugliesi, pronti a far sentire la propria voce con sette pullman.
Intervista a Renato Di Nicola
Per comprendere a pieno la portata dell'evento di sabato, per una geografia delle lotte italiane e per rintracciare l'iter della proposta di legge, abbiamo intervistato Renato Di Nicola, parte attiva nella redazione del testo consegnato lo scorso luglio al presidente della Camera Fausto Bertinotti.
Qual è il giusto valore da assegnare alla manifestazione romana dell'1 dicembre?
Sarà anzitutto una manifestazione comunicativa, tesa a far conoscere quelle realtà territoriali che non hanno voce né spazio nell'informazione generale, territori che non lottano solo per se stessi, ma difendono l'interesse generale: la preservazione di questo bene molto importante. Possiamo definire i primi due dei tre obiettivi di comunicazione che la manifestazione farà risaltare: l'attuazione della Proposta di legge e l'inserimento nella Legge finanziaria di fondi reali e non di facciata per il rinnovamento delle reti idriche. Non possiamo più permetterci, infatti, di captare sempre più sorgenti e disperdere poi stupidamente quasi il 50% dell'acqua trasportata. C'è poi la questione dell'acqua in agricoltura, un nodo fondamentale. Noi chiediamo di passare dall'irrigazione a pioggia all'irrigazione a goccia,e i contadini vanno aiutati in questo passaggio, con fondi che non vogliamo vadano a finire come sempre alle sole grandi aziende.
Come sarà strutturata l'iniziativa?
Se vogliamo far parlare i territori, sono proprio questi che devono emergere, dunque avranno la parola per prime tutte quelle realtà di lotta che hanno preso e portato a spalla il testo di legge. Non dimentichiamo la
Due pullman, uno da Lecce e uno per la provincia, partiranno alla volta di Roma, dove sabato primo dicembre da Piazza della Repubblica prenderà il via la manifestazione dei movimenti per l'acqua pubblica, inizio previsto:14.30.
I pullman partiranno alle 24 della notte del 30 dal Foro boario di Lecce (di fronte all'Hotel "Tiziano"), mentre per il percorso del pullman per la provincia si attende di completare le adesioni.
La partenza da Roma è prevista per le 20.30 del sabato.
Quota adesione: 5 Euro
Raccolta adesioni e quote:
circolo Arci Zei- Corte dei Chiaramonte 2-Lecce
Per info: 3206056187
www.culturambiente.it
info@culturambiente.it
Organizzano: Cgil funzione pubblica, assessorato alle Politiche giovanili, del Lavoro, dell'Integrazione e della
Pace della Provincia di Lecce, i Comuni di Specchia, Melpignano, Melissano, Trepuzzi, Corsano, Novoli, Corigliano, Lizzanello e Salice, il Forum per l'acqua pubblica Lecce.
Per tastare il livello di attenzione al problema, ritiene sia sufficiente descrivere una mappa delle lotte su tutto il territorio nazionale?
Il problema è sentito su tutto il territorio: cominciamo dal Nord, dove la "terribile" Lombardia, che vive un momento di neoliberismo sfrenato, ha visto nascere l'iniziativa di centinaia di sindaci che si mettono insieme per realizzare un referendum contro il presidente della Regione Formigoni, che vuole privatizzare l'acqua. Questa iniziativa non nasce da sindaci "no global", ma da formazioni trasversali e da tendenze politiche differenti, che non hanno assunto una posizione localistica, ma mettono sul tappeto una questione importante: nel momento in cui si tolgono tutti i poteri ai singoli comuni ed agli enti locali, cosa rimane di collettivo? E poi: ad Asti c'è un consorzio di comuni ed enti che gestisce l'acqua in maniera pubblica, ad Aprilia ed Eonia i cittadini si sono autoridotti le tasse dell'acquedotto e le pagano al Comune e non all'ente privato che lo gestisce, in Umbria, lungo il fiume Rio Fergia, si sono visti regalare il fiume alla Rocchetta senza che i cittadini sapessero niente. Lì c'è una mobilitazione permanente di persone, anziani soprattutto, che sono riusciti per quattro volte ad evitare che le ruspe cominciassero i lavori per l'utilizzo industriale del bene attraverso il mezzo antico del campanile per segnalare l'arrivo dei macchinari e dare il via alla mobilitazione. In Abruzzo la mobilitazione ha seguito la scoperta di una discarica di rifiuti tossici che hanno inquinato il fiume Pescara, avvelenando le falde, mentre in Basilicata i comuni della provincia potentina hanno occupato insieme ai sindaci i consigli comunali per sottolineare la volontà di non cedere ai privati. Nel profondo sud, i coordinamenti siciliani hanno frenato la privatizzazione anche grazie a varie pressioni sul Parlamento, che alla fine ha approvato la moratoria contro le società esterne in attesa della legge popolare.
Chiamata in causa la politica, come necessario, come si evolve il percorso del testo sostenuto da mezzo milione di italiani?
La Proposta di legge è stata presentata il 3 ottobre scorso alla Commissione ambiente del Parlamento, che l'ha accolta bene, ed è tuttora in esame.
Quale opinione ha della Puglia il Forum nazionale per l'acqua pubblica?
Non possiamo conoscere bene la realtà pugliese come gli stessi pugliesi, ma da voi è avvenuta una cosa positiva il 6 novembre, quando le Province di Bari e di Foggia, insieme a venti Comuni della stessa area, hanno formato un coordinamento e parteciperanno insieme alla manifestazione. Questa cosa, l'ho detto prima, è avvenuta solo in Lombardia. Spero che questo dia frutti anche al di là del 1 dicembre, perché penso che la crisi attuale non riguardi tanto la politica in generale quanto la rappresentanza. Quale strumento abbiamo per lottare se non quello della politica sociale? Quali possibilità se non quella di presentare una legge? Non pensiamo però che l'unica rappresentanza sia quella del consenso elettorale, infatti la proposta è nata alla fine della scorsa legislatura e abbiamo deciso di presentarla indipendentemente dal governo che sarebbe risultato vincitore.
Se invece il governo dovesse tradire le attese in questo senso, da quali punti della proposta non recederete?
Proprietà e gestione pubblica dell'acqua sono parole presenti anche nel programma ufficiale del governo. Bisogna passare dalle Spa, anche se interamente pubbliche, ad enti di diritto pubblico cogovernate non da Cda ma da sindaci e da cittadini, abbattendo i costi della politica. La cosa fondamentale è che l'acqua sia percepita come bene essenziale, dunque a gestione pubblica anche a livello di bacino idrico, al di là di confini amministrativi o dalle alleanze di colore. Fondamentali la tutela e la gestione per bacino e la partecipazione. Tutte le società partecipate che non hanno il controllo dei cittadini rischiano di risultare inefficienti e inefficaci. Concludo affermando che di buoni propositi è lastricato il mondo, ma noi accompagneremo tutte le fasi della nostra proposta, non la abbandoneremo a sé stessa.
http://www.pazlab.net/impaziente/content/view/498/131/
http://www.culturambiente.it
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