Valle dei templi rischio bocciatura
Durante questi dieci anni le amministrazioni regionale e locali, seppure con alti e bassi, hanno operato per uno sviluppo economico dell´intero comprensorio che, mettendo al centro la Valle, passasse attraverso l´uso produttivo delle risorse culturali e paesaggistiche, istituendo nel 2000 l´ente parco con le finalità appunto di tutela e di valorizzazione dei beni archeologici, ambientali e paesaggistici.
Dieci anni dopo, invertendo un indirizzo che ha messo in moto (seppur faticosamente) un processo virtuoso di sviluppo economico, la politica opera delle scelte non coerenti con un sito Unesco e progetta incredibilmente la costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi a Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello e a 1 km dal confine sud occidentale della Valle dei Templi.
Questa schizofrenia della politica mette seriamente a rischio la permanenza della Valle tra i siti patrimonio dell´umanità, giacché l´Unesco pretende il rispetto degli impegni e degli obblighi presi. Ai siti iscritti l´Unesco chiede infatti di dotarsi di un piano di gestione, strumento che deve garantire nel tempo la tutela, la valorizzazione e la conservazione per le future generazioni, tutte cose messe in pericolo da un impianto di rigassificazione che è sottoposto alla normativa Seveso perché «a rischio di incidente rilevante» e indicato tra gli obiettivi sensibili di Al Qaeda.
Lampia normativa sul paesaggio, a partire dalla legge del 1939 per finire con il codice dei beni culturali e del paesaggio del 2007, concepisce il paesaggio in termini complessi come fattore di equilibrio del patrimonio naturale e culturale. Ciò assume particolare significato per la Valle dei Templi, luogo della memoria e depositaria di valori archeologici, storici, ambientali e paesaggistici eccezionali.
La prossimità di Porto Empedocle con la Valle dei Templi deve portare, come finalmente sta avvenendo, alla riqualificazione di quell´area degradata (ex Montedison), testimonianza di un sogno industriale miseramente infranto che oggi si vuole insensatamente riesumare, e non a creare altri detrattori paesaggistici come sarebbe un rigassificatore in zona "Caos", sottoposta dal 1993 a vincolo paesaggistico.
Legittimando tale opera, si compie paradossalmente un percorso opposto a quello suggerito dall´Unesco che pretende la dilatazione degli interessi dai paesaggi eccellenti ai paesaggi ordinari e quotidiani. Nella sciagurata ipotesi della costruzione del rigassificatore e della cancellazione della Valle come sito Unesco, la responsabilità ricadrebbe certamente su quelle istituzioni che non hanno saputo tutelare i loro beni e sulla politica che non ha saputo gestire e pianificare il territorio.
Ai cittadini indignati, invece, non resterebbe che chiedere il risarcimento dei danni morali e materiali per sé, per i propri figli e per i propri nipoti.
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