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Porto Empedocle: comitati in campo

Il Rigassificatore è una minaccia

Dal Fai ai politici della zona. Un fronte trasversale si oppone all´impianto progettato dall´Enel Porto Empedocle, comitati in campo "Il rigassificatore è una minaccia". La presidente del Fondo per l´ambiente Giulia Crespi si è rivolta al ministero
4 gennaio 2008
Fonte: La Repubblica

Valle dei Templi A poco sono servite le rassicurazioni dell´Enel, della vigilia di Natale. Il fronte del no riaccende la protesta e torna a chiedere al governo nazionale, alla Regione e alla Soprintendenza di bloccare l´iter del progetto per il rigassificatore di Porto Empedocle. «Non avrà alcun impatto ambientale», ha annunciato l´Enel, presentando il progetto dell´impianto, un investimento di 600 milioni di euro, che porterà all´immissione nella rete nazionale di 8 miliardi di metri cubi di gas all´anno.

Ma il comitato per la salvaguardia della valle dei Templi, formato da cittadini, ambientalisti, intellettuali, studiosi, insorge di nuovo chiedendo che il territorio venga dichiarato «area marina del Mediterraneo particolarmente sensibile».

E che la valutazione d´impatto ambientale - che il ministero dell´Ambiente non ha ancora dato - prenda in considerazione la sicurezza degli impianti e del traffico navale «relativamente a tutti gli aspetti tecnici e scientifici che meritano di essere approfonditi», anche «eventuali eventi incidentali di azioni terroristiche».

Terminal, parte l'iter ambientale
PORTO VIRO — Compie un ulteriore passo l'iter per la realizzazione da parte di Edison Lng del rigassificatore al largo di Porto Levante. Il ministero dell'Ambiente ha pubblicato l'avviso di avvio di procedimento per il rilascio della autorizzazione ambientale delle opere. I cittadini hanno trenta giorni di tempo per presentare per le osservazioni rispetto ad un'infrastruttura che ha trovato non poche contrarietà nel territorio, specie per perplessità legate all'impatto su un habitat delicato come quello del Delta del Po. Tutti i documenti sono consultabili sul sito del ministero (www.dsa.minambiente. it).
Tra le battaglie siciliane per salvare l´ambiente, quella che si consuma sui due rigassificatori previsti a Priolo e a Porto Empedocle, è una delle più trasversali. «Il presidente del consiglio Romano Prodi e il ministro allo Sviluppo economico Pierluigi Bersani sono favorevoli.

«Noi riteniamo che all´Italia non servano dieci rigassificatori ma ne bastano meno. E che prima di dare le autorizzazioni a tutti, sia fatta una verifica sulla reale quota di energia che serve all´Italia - afferma Massimo Fundarò, coordinatore nazionale dei Verdi - Quello dei Verdi non è un no pregiudiziale.

Il ministro Pecoraro Scanio chiederà al ministro Bersani un´attenta valutazione, nel programma energetico nazionale per il 2008. Ma di certo fare degli impianti in una zona già fortemente inquinata come Priolo o in un posto come Porto Empedocle non è la scelta migliore».

Critica nei confronti del progetto è l´assessore regionale all´Ambiente, Rossana Interlandi, dell´Mpa. «La posizione mia è chiarissima. Non sono contro per pregiudizio. Io ne faccio una questione di sicurezza e di convenienza. Se questi impianti non sono convenienti per tutti i siciliani, perché farli? E perché farne due? Ne ho parlato col ministro Pecoraro Scanio. Ma ancora una sua risposta non l´ho avuta.

La Sicilia non può essere una terra di conquista, dove impiantare di tutto. Vorremmo capire con quali previsioni decidono di fare due impianti in Sicilia, dove produciamo già più energia rispetto al resto d´Italia, ma pagandola il doppio. Quello di Priolo, tra l´altro, è un sito che ha già dato troppi problemi di sicurezza». Ad opporsi al rigassificatore di Porto Empedocle, di cui paladino convinto è il presidente Salvatore Cuffaro, è il forzista Michele Cimino, il presidente della commissione al Bilancio dell´Ars, che ha chiesto varie volte di bloccare tutto.

Dello stesso avviso Gianni Puglisi che, in qualità di presidente della commissione nazionale dell´Unesco, ha scritto a Cuffaro chiedendo la sua attenzione sull´effetto deturpante che potrebbe avere l´impianto sull´area archeologica di Agrigento, «mettendo a rischio la permanenza del sito nella lista del patrimonio dell´umanità Unesco e arrecando grande pregiudizio all´attività turistica dell´area».

A capo della protesta da tempo c´è la presidente nazionale dei Fai Giulia Maria Mozzoni Crespi, pronta a mobilitare tutte le associazioni nazionali che si occupano di tutela dell´ambiente per far sì che l´area non perda la destinazione turistico - culturale a vantaggio di quella industriale. La Crespi si è già rivolta al Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, chiedendo così di fatto anche l´intervento del Ministero ai beni culturali nella valutazione di impatto ambientale, da tutti, con diverso spirito, attesa.

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