Germania, il tesoro dei rifiuti
Signor Sindaco, Lei sa che di recente nella centrale elettrica alle porte della sua cittadina sono stati bruciati rifiuti italiani? Raggiunto al telefono HeinzDieter Eisermann, primo cittadino di Helmstedt, un centro di 25mila abitanti in Bassa Sassonia, è un po' sorpreso: «No, non lo sapevo». E come reagisce? «Ottimo. È un impianto che funziona bene. Non provoca inquinamento e produce elettricità. Non vedo alcun problema».
Mentre a Napoli la spazzatura invade le strade,impregna l'odore dell'aria e induce le autorità sanitarie a correre ai ripari, in Germania i rifiuti campani sono una manna dal cielo: da anni ormai sono utilizzati per produrre elettricità, riscaldare le case, alimentare stabilimenti industriali. Come a Helmstedt, un centro che negli anni della Guerra Fredda ospitava il Checkpoint Alpha, uno dei tre posti di frontiera tra le due Germanie.
Eisermann, 64 anni, è un sindaco indipendente, eletto nel 2003. La sua città non ha il fascino di Pompei, ma anche Helmstedt ha la sua storia: la cittadina è menzionata per la prima volta in un testo del 952, ospita una nota abbazia medioevale, ha alcuni scavi archeologici tra i più noti di Germania ed è al centro di un parco naturale di 470 chilometri quadrati. Eppure, la presenza dal 1998 di una centrale della Bkb, una filiale di Eeon, è ben accolta.
La Trv Buschhaus è tra gli inceneritori tedeschi più moderni. Si trova a una manciata di chilometri da Helmstedt e dal parco naturale di Elm-Lappwald. Brucia circa 525mila tonnellate di spazzatura ogni anno, con una produzione elettrica pari a 45 Megawatt che vengono riversati nella rete nazionale. Anche perché collegata direttamente alla rete ferroviaria e all'autostrada A2, non è stato difficile rifornirla tra il 2004 e il 2005 di rifiuti napoletani.
Dal 2001, a liberare le strade di Napoli dalla spazzatura è un'altra grande società tedesca. Nata nel primo dopoguerra, Remondis si è prima specializzata nella raccolta dell'immondizia a Selm, una cittadina della Ruhr. Oggi l'azienda, sempre in mano alla famiglia del fondatore Josef Rethmann, è un colosso mondiale nel riciclaggio dei rifiuti urbani e industriali: lavora in 25 Paesi, ha 15mila dipendenti e un fatturato di 2,3 miliardi di euro.
«Siamo intervenuti dopo che la Campania ha chiesto l'assistenza del Nord-Reno Vestfalia nel 2001», spiega Michael Schneider, portavoce della società a Lünen.L'impegno a smaltire irifiuti campani non è con le autorità partenopee, ma con Ecolog, una società delle Ferrovie dello Stato. Schneider preferisce non dare cifre, né sul valore del contratto, né sull'ammontare della spazzatura importata e poi bruciata, attualmente in un solo inceneritore a Bremerhaven.
Poco importa: oggi la spazzatura che la Campania non riesce a trattare e che viene lasciata senza ritegno agli angoli delle strade o in piena campagna è in Germania un ingrediente della crescita economica. «I rifiuti campani non sono raccolti in modo differenziato - dice ancora Schneider - . Sono quindi bruciati al 100%. Il riciclaggio è possibile solo quando i rifiuti sono stati divisi. Quando invece non lo sono stati l'unica possibilità è l'incenerimento».
La Germania conta 71 inceneritori. E Remondis ne ha appena aperto uno in Sassonia-Anhalt: l'energia è venduta a uno stabilimento della zona. «Non buttiamo via niente - precisa Schneider- : la stessa cenere rimasta dopo l'incenerimento dei rifiuti viene utilizzata per la costruzione del manto stradale». Alle orecchie di un italiano, che negli occhi ha le recenti immagini di Napoli, la frase suona più come una provocazione che una semplice constatazione.
Per Remondis è probabilmente un peccato che la spazzatura napoletana non sia a raccolta differenziata. Nel campo del riciclaggio la Germania ha fatto miracoli in questi ultimi anni. Tra le altre cose è possibile riciclare le bottiglie di plastica, trasformandole in un materiale tessile utilizzato poi per produrre felpe. E si calcola che l'energia risparmiata nel riciclo di una lattinaè sufficiente per tenere una televisione accesa per tre ore.
In Germania, il business dei rifiuti pesa per 19 miliardi di euro e dà lavoro a 160mila persone. Michael Hüther, direttore dell'Istituto Iw di Colonia, sostiene che il riciclaggio dell'immondizia comporta minori importazioni di materie prime per circa 3,7 miliardi di euro all'anno. Ormai l'ottica si è completamente ribaltata: lo smaltimento dei rifiuti non è più un costoso obbligo sanitario, è diventato una lucrosa opportunità economica.
Intanto la centrale Trv Buschhaus di Helmstedt potrebbe accogliere nuova spazzatura napoletana già nel 2008. Al sindaco Eisermann l'idea che i tedeschi vengano pagati per raccogliere i rifiuti campani che poi utilizzano per produrre elettricità in Germania fa dire che «anche questa è l'Europa». Un'Europa però di cui gli italiani non possono andare fieri.
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