E' pronto il dossier di British Gas, le Associazioni: "non cederemo"
Alla vigilia della presentazione dello studio di impatto ambientale da parte della Brindisi Lng, la società che realizzerà l´impianto, le associazioni ambientaliste e della società civile tornano ad alzare la voce. Stavolta l´appello è rivolto al mondo accademico. A firmarlo sono Italia Nostra, Legambiente, Wwf, Coldiretti, Terra Nostra, Fondazione "Dottor Antonio Di Giulio", Fondazione "Professor Franco Rubino", Aics., Arci, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina democratica, Comitato per la tutela dell´ambiente e della salute del cittadino, comitato cittadino "Mo´ Basta!", comitato Brindisi porta d´Oriente.
«Le nostre associazioni, in sintonia con gli enti locali - si legge in un documento - continuano a chiedere l´annullamento del decreto di autorizzazione del 2003, non ottenuto sino a questo momento per la contrarietà del ministero dello Sviluppo economico e per alcuni comportamenti contraddittori del ministero dell´Ambiente e della Regione Puglia». Secondo le associazioni, quel provvedimento è viziato «insanabilmente non solo da eclatanti violazioni di legge, ma anche da eccesso di potere che ha provocato lo sviamento della volontà della pubblica amministrazione».
Di qui l´appello al mondo accademico. «Chiediamo - si legge ancora nel documento - innanzitutto all´Università del Salento e all´Università di Bari, che sono saldamente insediate a Brindisi grazie anche all´importante investimento di denaro pubblico da parte delle istituzioni locali, di studiare e dimostrare scientificamente l´insostenibilità ambientale del rigassificatore e di "smontare" il certamente ben supportato studio di impatto ambientale di parte, costruito sull´arbitrario assunto che un rigassificatore nel porto e a ridosso del centro abitato, in un´area "affollata" di insediamenti industriali pericolosi, possa solo fare bene alla nostra città e al territorio. Brindisi ha spesso risentito purtroppo delle posizioni di docenti universitari lontani, quelli - per intenderci - che hanno certificato caratterizzazioni pulite poi dimostrate inesatte dall´Arpa, "inallagabilità" di discariche poi allagatesi, e integrità di fondali marini ritenuti successivamente non idonei (in quanto inquinati) per il ripascimento delle spiagge».
Secondo le associazioni, la situazione è cambiata. «Oggi - sottolineano - Brindisi conta sull´Università e sulla ricerca scientifica insediate sul territorio come parte inscindibile di esso e si aspetta da queste realtà un validissimo contributo alla battaglia per un nuovo sviluppo che il rigassificatore renderebbe impossibile». Per questa ragione i rappresentanti delle associazioni chiederanno di essere ricevuti dai magnifici rettori delle due Università, confidando che questa iniziativa riceva il sostegno delle istituzioni locali.
Lo stesso discorso, si fa notare, vale per gli ordini professionali della provincia, «con i quali peraltro è già da tempo in piedi una forte comunione d´intenti, testimoniata dall´adesione di alcuni di essi alle manifestazioni contro il rigassificatore, nonché all´Asl, con il dipartimento di prevenzione e con l´unità di epidemiologia e statistica. L´appello si estende anche ovviamente a tutti gli ingegneri, gli architetti, gli urbanisti, i paesaggisti, i medici, i biologi, i chimici, i geologi, i giuristi, gli studiosi dell´ambiente, i professionisti e in generale i cittadini della provincia e del Salento perché tutti diano il proprio contributo all´impegno rivolto a respingere il grave e inammissibile attacco alla nostra terra e al nostro porto».
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