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Inceneritori e termovalorizzatori la parola d'ordine è vigilare

Medici e chimici valutano insieme i rischi ambientali e alla salute

Un monito: facciamo il possibile per evitare un nuovo "caso Campania". Esaminare i dati e le statistiche riguardanti la salute e l'inquinamento ambientale (aria, acque e suolo) nelle regioni dove sono stati installati inceneritori e termovalorizzatori che smaltiscono i rifiuti solidi urbani.
6 gennaio 2008
Fonte: Gazzetta del SUD

Medici e chimici siciliani insieme per vegliare sulla salute dei cittadini: i rappresentanti degli ordini professionali delle due categorie si sono riuniti nella sede dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Catania per esaminare i dati e le statistiche riguardanti la salute e l'inquinamento ambientale (aria, acque e suolo) nelle regioni dove sono stati installati inceneritori e termovalorizzatori che smaltiscono i rifiuti solidi urbani.

Presenti Salvatore Amato, presidente della federazione regionale di Sicilia degli ordini dei medici; Giansalvo Sciacchitano, vicepresidente dell'Ordine dei medici di Catania; Claudio Torrisi, presidente dell'Ordine dei chimici etnei; Armando Zingales, presidente del Consiglio nazionale dei chimici; Francesco Salvo, presidente dell'Ordine dei chimici di Messina; Andrea Poppite, consigliere dell'Ordine dei chimici di Siracusa; Giovanni Benedetto, consigliere dell'Ordine dei medici di Catania; Salvatore Valore, medico di medicina generale del territorio.

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Il prof. Sciacchitano ha voluto sottolineare in apertura dei lavori come l'obiettivo di questa prima riunione sia stato ispirato dall'art. 5 del codice deontologico che impone al medico di considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora fondamentale e determinante per la salute dei cittadini e ad adoperarsi per promuovere un utilizzo appropriato delle risorse naturali, per garantire alle future generazioni un ambiente vivibile.
Nel corso dell'incontro, gia' fissato prima che esplodesse nelle forme eclatanti di questi giorni il "caso Campania", sono stati esaminati i dati riguardanti le regioni Lombardia (Brescia), Romagna (Forli'), San Marino) ed il Veneto (Venezia) dove sono in funzione da anni inceneritori e termovalorizzatori. Gli ordini dei medici di quelle regioni da tempo hanno espresso preoccupazione per gli aumenti percentuali di tumori, malformazioni congenite ed altre malattie.

Le ricerche esaminate riguardano le popolazioni che almeno da cinque anni risiedono nelle vicinanze degli impianti. Particolarmente interessate le donne (c'è stato un incremento dei nati femmine e dei parti gemellari) ed i bambini nonché gli uomini (con abbassamento delle potenzialità di procreazione). Ormai esiste una vasta letteratura mondiale, dagli Usa al Giappone, dall'Ungheria alla Francia che concorda su questi dati.

Il prof. Armando Zingales ha illustrato l'esperienza del Polo di Fusina per Venezia, un impianto di non elevate dimensioni, con caratteristiche di grande flessibilità, dove l'obiettivo è il recupero massimo della materia attraverso la separazione (metalli, vetro, carta, plastica, inerti) e la produzione di biomassa prima dell'incenerimento per ridurre al minimo l'impatto ambientale delle emissioni. Zingales ha sottolineato come sia importantissima la gestione e il controllo delle percentuali di emissione dei prodotti dopo l'incenerimento, non solo interno ma soprattutto affidati ad enti esterni di certificazione.

Il dottor Claudio Torrisi ha evidenziato come sia indispensabile affrontare con dati scientifici certi il problema dello smaltimento anche in Sicilia, prima che si arrivi a situazioni simili a quella della Campania. Occorre una riflessione seria su quello che nell'isola si farà in questo settore, tenendo presente che già sono in fase progettuale avanzata le realizzazioni degli impianti di Paternò, Augusta, Palermo e Casteltermini-Campofranco. Occorre evitare il rischio che si realizzino in Sicilia impianti obsoleti e tecnologicamente superati.

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