«Processate la Impregilo per disastro ambientale. Così si può vincere»
Raffaele Raimondi è presidente emerito della Corte di Cassazione. In qualità di magistrato ma soprattutto di napoletano e di presidente del Comitato giuridico per la difesa dell'ambiente ha presentato ricorso contro l'Impregilo, alla Corte europea e alla Procura del Tribunale di Napoli il 7 dicembre 2007.
Qui l'esposto attualmente si trova nelle mani del procuratore Aldo De Chiara. Nel capoluogo l'Impregilo è già indagata per truffa, in un processo che vede alla sbarra 28 imputati, tra cui anche i fratelli Romiti e il governatore Bassolino e che partirà lunedì, salvo imprevisti. Ma Raimondi è andato oltre e chiede che si proceda per disastro ambientale.
Presidente Raimondi ci può spiegare i termini di questo ricorso?
Certo. Visto la deriva che ha preso l'affare rifiuti in Campania abbiamo chiesto, presentando accuse circostanziate, che l'Impregilo sia processata per disastro ambientale, secondo l'articolo 434 cp, perché ha attentato alla salute dei cittadini. Questo significa come è accaduto nei disastri di Marghera e Seveso che chiunque sia stato danneggiato da questa situazione, albergatori, agricoltori, imprenditori, cittadini, si può costituire parte civile e chiedere i dovuti risarcimenti. E' dunque una procedura ben più importante di quella attualmente in corso. Il reato di imputazione è infatti così grave da superare i rischi di prescrizione e i termini di indulto.
Dunque ha ragione Vincenzo Siniscalchi del Csm quando definisce debole l'impianto accusatorio dei pm napoletani?
Non so a cosa si riferisca Siniscalchi, ma è chiaro che i reati contestai sono minori del disastro ambientale colposo. I pm napoletani, ci tengo a precisarlo, avrebbero però potuto procedere con maggiore speditezza in questi ultimi anni se non avessero avuto un ministro come Castelli che di fatto non li ha messi in condizione di lavorare. Anzi per cinque anni ha remato contro la magistratura. E non voglio nemmeno parlare del suo successore, il ministro Mastella.
Ma su quali basi si fonda questa sua denuncia?
Oltre al disastro che mi pare sia sotto gli occhi di tutti c'è un punto fondamentale nelle accuse che riguardano l'Impregilo: quando ha vinto la gara non aveva i titoli nemmeno per parteciparvi. Aveva presentato un progetto antiquato che risaliva agli anni '60. Lo stesso inceneritore di Acerra attualmente in costruzione è uno dei più grandi d'Europa, in contrasto con la stessa normativa italiana che prevede un impatto limitato e il divieto assoluto di bruciare i materiali senza la raccolta differenziata. E' chiaro che per guadagnare e bruciare tutto nei forni di Acerra, l'impresa era assolutamente interessata a mettere in crisi l'intero ciclo e a non far partire la raccolta differenziata. In questo comportamento si ritrovano anche i reati di connivenza dei vari commissari che si sono succeduti. Non ha importanza se si siano chiamati Rastrelli, Losco o Bassolino, se siano stati di destra o di sinistra. Nelle loro funzioni rappresentavano lo Stato, erano fiduciari del governo, le loro inadempienze sono ancora più gravi, così come la loro posizione.
Secondo lei questo scempio si poteva evitare?
Certamente. Nel ricorso che abbiamo presentato alla Corte europea, motivo per cui ora stanno partendo le procedure d'infrazione, noi nel 2004 già parlavamo di disastro annunciato. C'erano degli evidenti difetti di programmazione nel ciclo destinati a creare la crisi attuale. In tutti questi anni non si è voluta realizzare la raccolta differenziata. Non è stata una causalità, ma una volontà precisa.
La camorra c'entra qualcosa?
La camorra è un alibi per molti aspetti. Quando c'è cattiva amministrazione è chiaro che la delinquenza ha gioco facile. Faccio un esempio: se c'è un emergenza e la necessità di smaltire immediatamente tonnellate di immondizia, ecco che la camorra è tra le poche ad avere la possibilità di offrire vasti terreni in breve tempo. Ha infatti il potere di acquistare tempestivamente poderi a 10 per poi rivenderli allo Stato a 100. Un capitolo a parte merita, inoltre, lo smaltimento dei rifiuti tossici. Anche in questo caso: se vengono meno gli organi di controllo è evidente che la criminalità organizzata ha la capacità di offrire ampie fette di territorio alle imprese del centro-nord per sversare i materiali non a norma.
Cosa ne pensa dell'attuale piano di emergenza e della riapertura di Contrada Pisani?
Mi sembrano tutti progetti di scarsa avvedutezza. Ed è sotto gli occhi di tutti che la discarica di Pianura non è tra i siti più appropriati.
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