Milano guarda al futuro ma non considera l'impatto ambientale
Mentre a Napoli la città continua a bruciare a causa dell'emergenza rifiuti, a Milano - che lo stesso problema l'ha avuto un decennio fa - si guarda al futuro e si cercano altre soluzioni (ma senza lasciare spazio all'innovazione) per il ciclo di vita dell'immondizia. Lo scontro tra istituzioni e cittadini non manca nemmeno qui come si sa. Il progetto è costruire un nuovo "termovalorizzatore" (bella parola, vero? In realtà si tratta dei vecchi e malsani "inceneritori"), la risposta sono 3 mila firme dei residenti di Gratosoglio contrari all'intervento... e siamo solo all'inizio! Abbandonate le vecchie discariche di mera raccolta, il "termovalorizzatore" viene spacciato dal Comune di Milano per un impianto "che ha la finalità di ottenere la migliore valorizzazione energetica dei rifiuti, cogenerando sia energia elettrica che calore.
Dalla fusione tra Amsa e A2A, che ha creato un asse Milano-Brescia, sta nascendo un nuovo modo di affrontare il problema smaltimento con evoluzioni a basso impatto ambientale e risparmio energetico". Per noi invece sono impianti di trasformazione dei rifiuti in inquinamento atmosferico (le famose polveri PM 2,5, le cosiddette polveri ultrasottili) e tonnellate di ceneri inerti, facili da nascondere ma impossibili da smaltire (certo, non puzzano e occupano meno spazio… come nascondere la polvere sotto il tappeto).
Nel capoluogo Lombardo si producono più di duemila tonnellate di spazzatura al giorno, parte della quale viene recuperata grazie alla raccolta differenziata (intorno al 30%), in parte trasferita in Germania per essere smaltita e recuperata, la restante percentuale è gestita dall'impianto di Silla, che a brevissimo termine sarà aggiornato con nuovi filtri "che lo porteranno ad essere tra i migliori e più efficienti al mondo" sempre secondo il Comune, cosa questo significhi non lo capiamo... Perlomeno, ad oggi, il termovalorizzatore di Silla con i rifiuti che recupera è in grado di riscaldare 15 mila famiglie e tutto il polo Rho-Fiera.
Questo grazie al teleriscaldamento.Teleriscaldamento significa semplicemente "riscaldamento da lontano", in pratica la produzione dell'acqua calda da convogliare ai caloriferi degli appartamenti non avviene più nelle singole caldaie di ogni edificio, ma in una centrale di grandi dimensioni in grado di produrla per un intero quartiere o addirittura per una parte della città. L'invio agli edifici dell'acqua calda avviene in tubazioni coibentate - che non lasciano passare elettricità e disperdono poco calore. Peccato non si parli di migliorare la raccolta differenziata: in Milano città ad esempio non si raccoglie ancora la frazione organica (i rimasugli della cucina), raccolta che si fa invece in tutti i comuni della provincia che non siano a gestione dell'Amsa ma di altre società o consorzi.
Non solo, bisognerebbe puntare ai sistemi in uso in alcune zone della Germania dove ogni prodotto deve avere obbligatoriamente un codice colore corrispondente al colore del sacco dei rifiuti dove deve essere inserito e i Municipi forniscono a tutti gli abitanti un cartellone riassuntivo ed un manuale, fanno corsi nelle scuole e a tutti i nuovi residenti (pensate, anche agli studenti universitari che vengono dall'estero o da altre città). Ci vorrebbero incentivi di legge per le Aziende nello studiare soluzioni sempre più ridotte per gli imballaggi dei prodotti, per gli involucri riutilizzabili (per i detersivi, gli alimenti…), per studiare l'intero ciclo di vita degli oggetti, fino alla loro trasformazione e riutilizzo in materia prima. Si dovrebbe, in sostanza, rilanciare una nuova politica: dal concetto di rifiuti al concetto di bene da riutilizzare.
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