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Rigassificatore, il sindaco Mennitti: «Non torniamo indietro»

«Sbarreremo la strada alla British»

Confermata l'opposizione al progetto. «Incontrerò il presidente della commissione tecnica». Dopo l'avvio dell'iter sulla valutazione di impatto ambientale, il Comune non cambia linea. Sostenuto dagli ecologisti
20 gennaio 2008
Marcello Orlandini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NO al Rigassificatore ne a Brindisi ne a Taranto BRINDISI — Sarà necessario opporsi formalmente anche sul piano tecnico, al progetto del rigassificatore di Brindisi Lng per il quale la società inglese ha richiesto la procedura di Valutazione di impatto ambientale. Il Comune di Brindisi attende solo che l'azienda metta a disposizione lo Studio di impatto ambientale, per decidere come controbattere (il nuovo Sia di Brindisi Lng infatti non è ancora consultabile neppure sul sito del ministero). E quando arriverà il momento, sarà coinvolto in prima persona lo stesso responsabile della nuova Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via-Vas, il giurista (e già Garante della privacy) Stefano Rodotà. Lo ha detto ieri mattina al Corriere del Mezzogiorno il sindaco Domenico Mennitti.

«Brindisi Lng deve produrre la documentazione necessaria. Noi non l'abbiamo ancora ricevuta», ha premesso Mennitti. «Poi decideremo la linea da seguire. Ricordo che il Comune di Brindisi ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro il decreto 506 del 20 settembre scorso, con cui i ministri dello Sviluppo e dell'Ambiente sospendevano l'autorizzazione per il rigassificatore, ma disponevano la sottomissione a Via del progetto.

Noi chiedevamo, e chiediamo, l'annullamento dell'autorizzazione ». Mennitti anticipa che molto probabilmente le osservazioni e le richieste relative al progetto del rigassificatore, da formulare entro 30 giorni dal momento in cui lo stesso sarà accessibile al pubblico, non saranno affidate ad una semplice raccomandata con ricevuta di ritorno, o ad un corriere, ma consegnaste direttamente nella mani di Rodotà. «Perché abbiamo interesse che non solo si tenga conto delle analisi tecniche opposte al progetto, ma nello stesso tempo del contesto complessivo del problema».

Anche le associazioni ambientaliste brindisine sono in movimento da giorni, e ufficiosamente annunciano che invieranno alla commissione ministeriale sia le già note motivazioni tecniche e giuridiche del «no» all'impianto, ma forse alcune osservazioni ancora più specifiche di carattere scientifico ed urbanistico.

I problemi dell'impatto del terminale di rigassificazione da 8 miliardi di metri cubi l'anno del gruppo British Gas vanno dal campo dei rischi industriali (effetto domino), all'influenza sugli assetti futuri del porto, all'aspetto urbanistico-portuale vero e proprio. Stefano Rodotà è stato messo a capo della Commissione tecnica Via-Vas il 10 agosto scorso con decreto del ministro Alfonso Pecoraro Scanio. La sezione Via della commissione è affidata sempre al direttore Bruno Agricola, la sezione Vas (Valutazione ambientale strategica), al direttore Maria Rosa Vittadini. Lo Studio di impatto ambientale di Brindisi Lng è stato redatto dalla società italiana D'Appolonia, come nel 2002.

In marcia contro il carbone
Torchiarolo In 500 alla manifestazione anti centrale di Cerano

TORCHIAROLO — Circa 500 persone hanno partecipato ieri pomeriggio alla manifestazione di Torchiarolo a difesa dell'ambiente, ma orientata contro la centrale termoelettrica Enel di Cerano. C'erano disegni della «Federico II», infatti, sui cartelli innalzati dai bambini che aprivano il corteo, e gli slogan erano contro il carbone.

Hanno aderito le amministrazioni comunali di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco, l'amministrazione provinciale di Brindisi ed il presidente del consiglio comunale del capoluogo, Nicola Di Donna. Poi tutte le associazioni ambientaliste del territorio, ed il comitato locale 8 Giugno, che raccoglie le adesioni anche nella vicina provincia di Lecce. Torchiarolo, assieme alla frazione brindisina di Turano, è il centro abitato maggiormente interessato dalla presenza della termoelettrica Enel. La centralina gestita dall'Arpa ha registrato nel 2006 oltre 90 sforamenti delle concentrazioni di polveri sottili Pm10 (il tetto di legge è di 35 sforamenti l'anno), mentre nel 2007 i limiti sono stati superati 56 volte.

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