Il Wwf di Belluno contro gli inceneritori
Ipotesi ormai scarata dalla Provincia, considerato il fatto che quelli esistenti nel Veneto sono più che sufficienti per bruciare ciò che non è riutilizzabile attraverso una buona raccolta differenziata. Da alcuni interventi sentiamo ripetere che i termovalorizzatori di ultima generazione sono affidabili e sicuri per le scarse emissioni di gas tossici in atmosfera. E’ vero, i fumi non sono più così nocivi per merito di innovativi sistemi di filtraggio e questa è una buona cosa, ma perché nessuno dice che il 30% di ciò che viene bruciato si trasforma in ceneri che devono essere smaltite e che il 5% di queste consiste in ceneri del filtro, le quali contengono gli inquinanti concerogeni peggiori, diossina compresa, e devono essere smaltiti quali rifiuti tossici pericolosi.
«Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma», questo principio della chimica, enunciato dallo scienziato Lavoiser nel XVIII secolo, è sempre valido. I pericoli della diossina e di altri componenti tossici che si sviluppano con la combustione dei rifiuti sono solo stati trasferiti dai fumi alle ceneri, questa è la verità.
«Dall’incenerimento dei rifiuti si ottiene energia», è vero anche questo, ma il totale di energia prodotta è sempre molto inferiore al risparmio che si ha dal riciclo dei rifiuti: riciclando i rifiuti, si risparmia quattro volte l’energia prodotta dall’incenerimento degli stessi.
Questi sono i dati incontestabili e i motivi per cui il WWF e altre associazioni ambientaliste sono contrari agli inceneritori. La stessa Unione Europea non concede incentivi a chi lo costruisce, solo l’Italia lo fa, tassando tutti i cittadini sulla bolletta per la fornitura di energia elettrica. Quello che dovrebbe servire per incrementare fonti rinnovabili di energia, in realtà sino ad ora è stato devoluto alla costruzione di inceneritori.
Se la Germania e altre nazioni sono disposte ad accogliere i rifiuti della Campania, ciò è dovuto al fatto che, a causa della differenziata spinta praticata con scrupolo in quei paesi, i loro immensi e costosissimi inceneritori non hanno più abbastanza rifiuti per essere alimentati, motivo per cui con piacere ricevono la «munnezza» di altri paesi.
L’inceneritore è un sistema a consumo rigido per cui la fornitura di rifiuti deve essere garantita in modo continuativo e costante. Certo, inceneritori, discariche, tutto è preferibile alla vergognosa situazione in cui è venuta a trovarsi Napoli. Non sarà possibile in quei luoghi, in quella situazione, improvvisare la differenziata spinta, anche se riteniamo che sia l’unica soluzione valida al problema nel futuro.
Tornando a Belluno, siamo stupiti e delusi dal fatto che la differenziata dei rifiuti stia subendo una flessione dopo il successo iniziale. Riteniamo che la causa principale sia da attribuirsi al ripristino dei cassonetti per il rifiuto indifferenziato. Lo abbiamo già detto e torniamo a ripeterlo; il cassonetto è comodo, così comodo che si trasfornma in una minidiscarica senza controllo per i cittadini più pigri e meno motivati.
Se la reintroduzione dei cassonetti mirava a un maggior ordine e decoro della città, direi che lo scopo non è stato raggiunto a giudicare dai sacchi di rifiuti che si accumulano intorno agli stessi proprio nel centro storico. Auspichiamo che si ritorni al più presto alla raccolta porta a porta, magari come si pratica nei molti Comuni virtuosi del Veneto, tra i quali Montebelluna, che ha superato l’80% di differenziata grazie all’impegno costante della sua amministrazione sia nell’informare che nel vigilare. Anche Ponte Nelle Alpi, pur avendo da poco intrapreso con un lodevolissimo impegno la differenziata spinta, ha verficato subito un magnifico risultato, col calo incredibile di quanto conferito al Maserot. A questo seguiranno anche i vantaggi economici per i cittadini.
Differenziare i rifiuti con scrupolo, richiede buona volontà, diligenza e senso civico, virtù che devono essere premiate con il passaggio alla tassa alla tariffa. La tariffa consente un risparmio a tutti coloro che producono poco rifiuto indifferenziato o secco che dir si voglia e penalizza chi non si cura di separare i rifiuti riciclabili.
Il problema «rifiuti» è molto serio e non solo per l’Italia, esistono leggi e direttive europee ben precise. Ad esempio, entro il 2010 non saranno più tollerate le borse di plastica per la spesa che vengono distribuite nei vari negozi e supermercati, dovremmo cominciare a rinunciarvi già da subito, se ci sta a cuore la salute del nostro pianeta. E’ di questi giorni la notizia del divieto della produzione di sacchetti di plastica in tutta la Cina. Già quindici o venti anni fa il sindaco di Soverzene, con una ordinanza, ne aveva vietato l’uso nel suo Comune, ben consapevole di quale danno il loro uso indiscriminato comportasse per il territorio. Non ci siamo mai soffermati a riflettere su quanti rifiuti e quanto spreco si produce solo per l’abitudine o moda indotta di bere acqua minerale? In Italia sono milioni di bottiglie di plastica che ogni giorno diventano rifiuti. Si tenga conto anche dell’inquinamento che producono i pesanti mezzi di trasporto che dal sud le trasferiscono al nord e viceversa per accontentare le varie preferenze.
L’acqua delle nostre fonti, che per millenni ci ha dissetati e fortunatamente abbiamo in abbondanza, non ci piace più? Perché? Eppure da più controlli l’acqua di rubinetto in generale è stata giudicata anche più sicura! Non vorremmo fare del moralismo, ma qualche volta ci soffermiamo a pensare a quei popoli che non dispongono neppure di un pozzo e per i quali la carenza di acqua è causa di gravi malattie e morte.
Il deputato Maurizio Fistarol giustamente afferma che per quanto concerne i rifiuti bisogna affrontare il problema per tempo per non giungere all’emergenza.
Ci permettiamo un suggerimento che è anche una preghiera: in accordo con tutti gli altri deputati della provincia si presenti una proposta di legge bipartisan, che induca tutte le industrie, dalle alimentari a quelle che fabbricano elettrodomestici, a utilizzare solo imballaggi riciclabili e a ridurli al minimo indispensabile.
In Germania le ditte sono obbligate a farsi carico dello smaltimento e recupero dei loro rifiuti da imballaggio.
Si dovrebbero premiare le industrie che seriamente si impegnano in tal senso con vantaggi fiscali. Per spiegarci meglio, un qualcosa di analogo a ciò che è previsto per il risparmio energetico che premierà con tariffe ridotte i cittadini che mettono in funzione i loro elettrodomestici ad alto consumo energetico in determinati giorni della settimana o ore del giorno.
C’è stato un periodo della nostra storia recente in cui il produrre molti rifiuti era scambiato per un sintomo di ricchezza, quasi di distinzione. Ora si è visto a quali conseguenze può portare un consumismo scriteriato basato «sull’usa e getta».
Cerchiamo di rinsavire, di ragionare con una coscienza globale anche per ciò che concerne i rifiuti. E’ sempre valido il principio delle 4R: riduciamoli alla fonte, riusiamoli per quanto è possibile, raccogliamoli con il sistema differenziato porta a porta, e infine ricicliamoli con grande risparmio di materie prime ed energia. «I soliti ambientalisti fondamentalisti» dirà qualcuno, liquidando il tutto in modo frettoloso e lapidario. Purtroppo non possiamo appurare sino a che punto chi auspica la costruzione degli inceneritori è male informato o sia in mala fede.
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