«L’Enel ci restituisca i soldi»
C’è un intero fronte ambientalista che ormai contesta apertamente questi incentivi e ieri è nata l’associazione che cercherà di non pagarli seguendo la via giudiziaria. L’azione di boicottaggio contro una parte della bolletta Enel è partita da Firenze ma porta la firma dei referendari ferraresi.
Valentino Tavolazzi fa parte del direttivo della Rete rifiuti zero che ieri ha deciso la costituzione formale di quest’associazione: «Il nome ancora non c’è in quanto la formalizzazione avverrà solo tra quindici giorni, ma chi vuole aderire alla nostra campagna può prepararsi già da oggi - spiega Tavolazzi - Si tratta di versare un contributo di 10 euro per finanziare azioni legali contro la voce numero 7 della bolletta Enel: l’obiettivo è di ottenere la restituzione delle somme versate negli anni». Il finanziamento delle energie alternative si porta via il 7% della bolletta Enel e la cosa va avanti da diversi anni.
«Ci sono due strade da percorrere: azioni legali solo al tribubunale civile di Roma, dove ha sede Enel, oppure a pioggia in tutte le città dove risiedono i cittadini interessati - riassume l’esponente ambientalista - In ogni caso si tratterà di dare mandato agli stessi legali per produrre causa dello stesso tipo. Una class-action? Non è proprio così, in quanto la legge italiana appena approvata non ha le caratteristiche di quella statunitense». A parte l’incertezza sull’applicazione di una normativa fresca di Finanziaria, infatti, resta l’ostacolo del soggetto attuatore della causa collettiva, che in Italia è limitato ad un nucleo molto ristretto di sigle associative.
La nuova associazione, in ogni caso, sarà solo lo strumento dell’azione legale, mentre la “regia” resterà la Rete rifiuti zero.
Ieri a Firenze c’erano delegazioni provenienti da Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Campania, Calabria e Veneto, ma si cercherà di estendere l’iniziativa all’intero stivale. I ferraresi si attendono una risposta consistende dei residenti in città e provincia, poichè la capacità di mobilitazione del movimento dalle nostre parti è già provata. Basti pensare agli oltre 10mila euro raccolti in poche settimane.
Articoli correlati
- Diossina nei bovini a Massafra, in provincia di Taranto
Il comunicato di PeaceLink sul latte vaccino contaminato
Fino a ora la diossina era stata considerata solo un problema delle pecore e delle capre che avevano pascolato attorno all'ILVA: Adesso si scopre che la contaminazione è arrivata a oltre dieci chilometri, nelle campagne di Massafra. Ma come è arrivata lì la diossina?27 gennaio 2015 - Alessandro Marescotti Gestione pubblica rifiuti: in Abruzzo periodicamente è emergenza. Non si può continuare così!
Anno nuovo, notizie vecchie. A cavallo tra la fine del 2014 e l’arrivo del 2015 ancora una volta i titoli dei quotidiani hanno visto una accanto all’altra le parole rifiuti, emergenza e strada. Anche stavolta ci sono stati dei Comuni che potevano rischiare di veder rimanere i rifiuti per strada, l’ennesima situazione recuperata solo all’ultimo, questa volta (e non è la prima volta!) nel lancianese.27 gennaio 2015 - Alessio Di Florio- La raccolta differenziata dovrebbe essere un obiettivo per il Comune di Taranto
Raccolta differenziata a Taranto: bisogna pretendere di più.
La raccolta differenziata dev'essere insegnata ai cittadini.
Le istituzioni devono "comunicare" bene come e perché differenziare per riuscire a cambiare la mentalità di tante persone che considerano il differenziare uno sforzo inutile.22 luglio 2014 - Gianpaola Gargiulo - Nuovi capitoli di Sodoma
Rifiuti in Abruzzo: (solo per il privato) "la monnezza" è oro
I privati consolidano i loro monopoli, l'illegalità si diffonde mentre la gestione pubblica è un'emergenza continua8 novembre 2012 - Alessio Di Florio
Sociale.network