Ferriera, primi test gratis sui residenti
Ferriera, la pressione dei cittadini ha vinto. L’Azienda sanitaria dà il via ad analisi gratuite su un campione di residenti nei quartieri di Servola e Valmaura, autori a dicembre di una specifica petizione che chiedeva di verificare la presenza di metaboliti di inquinanti ambientali come benzoapirene e metalli pesanti per sapere se la Ferriera inquina il sangue e la salute oltre che l’aria, e in che misura.
Nelle prossime settimane i firmatari (un centinaio) verranno contattati per definire il selezionato gruppo che verrà sottoposto all’esame, per ora, delle urine, lo stesso al quale sono stati sottoposti dei lavoratori della cokeria il mese scorso e i cui risultati sono attesi a giorni.
«Sì, purtroppo, perché nei nostri tonni c´è la stessa concentrazione di mercurio che nei tonni del Pacifico o dell´Atlantico. O forse anche di più. Ovviamente più il pesce è grosso, e dunque più è vecchio, più alti sono i valori di mercurio nel suo organismo. Si tratta infatti di una sostanza che si accumula con l´età. In altre parole, nel corso del metabolismo, quello che esce è meno di quello che entra. E dunque più passa il tempo più aumenta».
Questo significa che anche il Mediterraneo è inquinato dal mercurio?
«Certamente. Le dirò di più: il Mediterraneo è una delle zone del pianeta più inquinate dal mercurio. Lo è anche per via delle anomalie geo-chimiche dovute, per esempio, alle miniere o ai giacimenti di mercurio in fondo al mare. Ora, anche se questo inquinamento è spesso localizzato in aree più o meno contaminate, il tonno è un grande migratore che nel corso della sua vita attraversa vaste regioni marine».
Ma il tonno è più pericoloso crudo o cotto?
«Buona parte del mercurio presente nel muscolo è legata al grasso. Per cui sgrassando il tonno con la cottura la sua concentrazione diminuisce».
E lei lo mangia il sushi?
«Sì, in pochi ristoranti dove sono certo che servono solo pesce fresco e solo poche volte l´anno, perché il fenomeno dell´accumulo di mercurio nell´uomo si manifesta, ovviamente, in funzione di quanto uno ne ingerisce».
Parallelamente verrà testato anche un campione di popolazione con le medesime caratteristiche ma abitante in aree della provincia in cui non c’è evidenza di inquinamento. Dal confronto uscirà una fotografia della situazione.
Ed è questa la procedura che, di fronte alle sollecitazioni dei residenti che si erano appellati anche all’Azienda ospedaliera e avevano cominciato a bussare singolarmente alle porte dei medici di famiglia, aveva pubblicamente invocato il medico-politico Sergio Lupieri (Pd), invitando anzi la Sanità ad avviare queste indagini su «popolazione a rischio».
Lo stesso appello era arrivato da Fabio Fonda (cardiologo ed esponente dei Cittadini) il quale affermava: «Fa bene l’Azienda sanitaria a frenare il ricorso libero agli esami e a voler fornire criteri, perché gli screening non controllati sono rischiosi».
Dunque nei prossimi giorni l’Azienda sanitaria parlerà anche coi medici di famiglia, fin qui incerti sulle risposte da dare ai pazienti. A loro verrà illustrato «il protocollo degli accertamenti».
A questo primo screening tra gli abitanti di Servola collaboreranno l’Istituto di Medicina del lavoro dell’Università di Trieste e la cattedra di Igiene ed epidemiologia dell’Università di Udine.
«Dopo questa prima fase di accertamenti - afferma l’Azienda sanitaria - sarà valutata la possibilità di impostare ulteriori studi mirati». I campioni delle analisi saranno inviati a «laboratori di riferimento», cioé specializzati in materia.
La decisione dunque, parte dal basso, dall’iniziativa di un gruppo di abitanti del quartiere, che ricade nel terzo distretto sanitario. «L’Azienda sanitaria - dice una nota - ha deciso di accogliere in buona misura questa istanza pur non essendo ancora in possesso dei risultati dell’indagine sui lavoratori, che meglio avrebbe indirizzato l’azione verso i cittadini».
L’intenzione iniziale era infatti di soppesare dapprima i risultati sulle analisi svolte alla Ferriera e di conseguenza decidere se avviare o meno l’azione pubblica verso il quartiere.
L’esito delle prove in fabbrica sarà illustrato a fine febbraio-inizio marzo al tavolo di lavoro cui partecipano Lucchini, Azienda sanitaria, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, sindacati, Inail, Istituto di Medicina del lavoro
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