Ferriera, primi test su 60 servolani
L’Azienda sanitaria stima che saranno circa 60 i cittadini di Servola che verranno sottoposti a esami gratuiti tra i 110 che ne hanno fatto richiesta e hanno ottenuto dalla sanità pubblica test gratuiti per verificare gli eventuali effetti sulla salute degli inquinanti prodotti dalla Ferriera. Nei prossimi giorni a ciascuno dei firmatari della petizione verrà inviato a domicilio un questionario di una ventina di domande relative all’età, al sesso, all’abitazione, alle abitudini al fumo e alimentari, ai farmaci assunti.
Informazioni che saranno essenziali per delimitare all’interno del gruppo dei 110 il campione su cui sarà possibile effettuare i test sulle urine dai quali scaturirà l’informazione ricercata: si è verificato o meno nel corpo un accumulo di metalli e idrocarburi policiclici aromatici, sostanze che ad alte concentrazioni provocano gravi malattie?
La selezione. L’Azienda sanitaria che ha deciso di accogliere la richiesta dei residenti e ha varato l’indagine (del tutto gratuita per i cittadini, e pagata con fondi dell’Azienda stessa) ritiene che il campione alla fine prescelto sarà appunto di 50-60 persone, perché vanno esclusi tutti coloro che fumano o le cui condizioni e abitudini nella vita privata potrebbero influire in maniera massiccia sui test distorcendone il corretto significato. Esclusi saranno anche eventuali lavoratori della Ferriera.
A queste persone, una volta data comunicazione del fatto che saranno sottoposte ad analisi, verrà altresì fissato un appuntamento direttamente dal Dipartimento di prevenzione. I cittadini saranno personalmente contattati per ricevere le indicazioni sulla sede, il giorno e l’ora in cui effettuare la prova. Che, sostanzialmente, si ridurrà a una semplice consegna di urine.
I campioni saranno quindi inviati a un laboratorio specializzato, lo stesso che sta completando in questi giorni le analisi da poco effettuate sui lavoratori della cokeria. «Abbiamo scelto una struttura di Brescia - spiega il direttore generale Franco Rotelli -, perché è quella più specializzata e di fama nazionale».
Chi ha firmato la richiesta dunque non deve più preoccuparsi di consultare il medico di famiglia, né il medico di famiglia deve compilare ricette, dal momento che è diventata operativa un’analisi di screening sulla popolazione che ha modalità diverse da una analisi individuale, e cioé «guidate». Né devono preoccuparsi più, i firmatari, di contattare l’ospedale di Cattinara come avevano fatto nei giorni scorsi e come si preparano a far di nuovo viste le affermazioni del loro portavoce, Livio Scridel, il quale afferma: «La prossima settimana andrò a parlare con il direttore sanitario Luca Lattuada e con il responsabile della Medicina di laboratorio, Bruno Biasioli, per concordare la procedura di questi esami che alcuni di noi nel frattempo hanno già fatto a Udine a proprie spese...».
«No, non bisogna andare all’ospedale - spiega Rotelli -, i cittadini devono aspettare di essere chiamati da noi». Ci vorrà solo qualche giorno per mettere a punto ogni cosa: contatti sono in corso con l’Istituto di Medicina del lavoro dell’Università di Trieste, diretto da Massimo Bovenzi, e con Fabio Barbone dell’Istituto di Igiene e epidemiologia dell’Università di Udine, per concordare, anche sulla scorta di studi precedenti, quale altro rione («non inquinato») bisogna scegliere per il secondo campione di cittadini, quello che farà da termine di confronto «e che deve avere caratteristiche tali - aggiunge Rotelli - da dare sensatezza a questa iniziativa».
Il direttore dell’Azienda sanitaria si dice pronto ad allargare l’indagine se, malauguratamente, questo primo sondaggio sulla presenza di metalli e idrocarburi (tra cui il benzoapirene di cui a Servola erano stati misurati livelli anche 200 volte superiori ai limiti di legge) dovessero dare un risultato allarmante. E aggiunge: «Allo stato attuale tutti i nostri monitoraggi sul terzo distretto ci mostrano risultati di salute della popolazione non difformi da quelli delle altre zone della città, questo è quello che risulta per adesso. Ora facciamo questa ricerca specifica, e se ci sarà qualcosa di non conforme al normale da un lato saremo i primi a dare tutte le informazioni, e dall’altro potremo pensare alla necessità di allargare l’indagine a un numero più esteso di cittadini».
Intanto l’Azienda sanitaria sta raccogliendo tutti i dati ambientali disponibili per una corretta verifica degli inquinanti presenti con maggiori concentrazioni nel quartiere. E all’inizio della prossima settimana darà appuntamento ai medici di famiglia attivi nel terzo distretto (Servola, Valmaura) per metterli esattamente al corrente del protocollo messo a punto. È escluso al momento che vengano sottoposti agli esami cittadini che non ne hanno fatto esplicita richiesta. Del resto nel rione le opinioni si sono dimostrate non del tutto univoche: c’è chi teme e vuol sapere, chi è più incredulo, e chi più «scientificamente» fatalista.
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