A Paterno tutti i «veleni» del petrolio
Gli ambientalisti aprono un nuovo fronte anti-inquinamento. A Paterno la Regione ha dato il via libera al sito di stoccaggio per il trattamento di reflui provenienti dalla ricerca e coltivazione di idrocarburi. In sintesi la piattaforma trasforma i fanghi prodotti dalle estrazioni di «oro nero».
Si teme un forte impatto sull’eco-sistema. Nel frattempo, restando in tema di rifiuti, continuano a spuntare discariche abusive: ieri i Nas hanno scoperto un sito a Bernalda contenente amianto e un altro a Tinchi. Da dove arriva tutto questo materiale?
Le associazioni ambientaliste lucane si stanno concentrando sul prossimo ampliamento del sito di stoccaggio di Paterno. La Regione ha infatti espresso parere favorevole affinché venga aumentata la capacità di stoccaggio della «piattaforma polifunzionale per il trattamento di reflui provenienti dalla ricerca e coltivazione di idrocarburi».
In sintesi la piattaforma trasforma i fanghi provenienti dalla prospezione petrolifera: dal fango viene scartata e stoccata l’acqua, mentre ciò che resta viene miscelato con il cemento e usato per l’edilizia. Attualmente la piattaforma, di circa 1000 metri quadrati e situata in località Pietrasanta, ha una capacità di stoccaggio di 600 metri cubi che con l’ampliamento saranno portati a 840 mc.
Durante la conferenza di servizio, tenutasi presso il dipartimento regionale ambiente, territorio, politiche della sostenibilità, la società che gestisce la piattaforma ha sottolineato come l’intervento proposto non comporti un aumento della superficie della stessa né cambi il sistema di trattamento dei fanghi.
Ciò che viene a mutare è dunque solo la capacità di stoccaggio attraverso l’installazione di 6 nuovi container metallici: l’attuale volumetria del bacino è infatti già sufficiente a garantire la sicurezza di contenimento dei 1/3 del volume totale di refluo stoccato nei containers, inoltre a garanzia della tenuta idraulica, il fondo e le pareti della struttura saranno impermeabilizzati con uno speciale tipo di malta e tra la platea e le pareti verrà fissata una guaina per contenere eventuali infiltrazioni. Ciò su cui si concentrano le associazioni ambientaliste sono le eventuali sostanze pericolose emesse dalla piattaforma.
A questo proposito l’amministrazione di Paterno intende tranquillizzare i suoi cittadini sull'assenza di qualsiasi tipo di impatto ambientale e puntare invece l’attenzione sui suoi effetti benefici. «Questa piattaforma - sostiene Severino Notarfrancesco, sindaco del paese - è stata autorizzata nel 1995, dopo aver fatto una serie di verifiche sull'impatto ambientale ed aver constatato che rispetta tutti i crismi di legalità, che non inquina e non produce odori fastidiosi. I controlli continuano ad essere effettuati sistematicamente da tutte le autorità regionali e provinciali competenti e la realtà è sempre la stessa: la piattaforma non porta inquinamento ma crea un minimo di occupazione per il nostro territorio».
Se da una parte l’autorizzazione regionale per l’ampliamento è già in corso, dall’altra i cittadini hanno ancora le idee confuse a riguardo. «Se non sbaglio - commenta Sergio Romandetti - la discarica di Picerno dove prima il comune portava queste sostanze, ora non le vuole più perché sono inquinanti». «Secondo me - afferma Rosetta Logiurato - dovrebbero chiuderla anziché potenziarla, perché sono scorie radioattive». «La popolazione - dichiarano Mario Notarfrancesco e Pino Canciello - non corre nessun rischio in quanto del caso se ne stanno occupando tutte le principali autorità competenti».
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