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Ferriera: cosa fa il tavolo istituzionale?»

I sindacati sulla Ferriera: «Regna la confusione»

I sindacati sottolineano come, aldilà di riunioni pubbliche «convocate da un consigliere regionale», un tavolo istituzionale in cui «la questione della salute dei lavoratori e quella dell'impatto ambientale dovrebbero essere discusse e monitorate» esista da tempo e sia quello presieduto dall’assessore Moretton.
31 gennaio 2008
Fonte: Il Piccolo di Trieste

Ferriera Lucchini Cgil Cisl e Uil intervengono sulla Ferriera, dopo la riunione pubblica convocata l’altro ieri dal consigliere regionale Verde Alessandro Metz che ha visto una rappresentanza di cittadini servolani contestare Arpa e Azienda sanitaria «per non essersi ritirate dal tavolo dell’Autorizzazione integrata ambientale» sebbene in possesso di dati critici sulle emissioni. Mentre l’Azienda sanitaria si è detta all’oscuro del documento autorizzativo rilasciato dalla Regione. «Ne parleremo con il direttore generale», hanno aggiunto gli esponenti dell’Arpa.

I sindacati sottolineano come, aldilà di riunioni pubbliche «convocate da un consigliere regionale», un tavolo istituzionale in cui «la questione della salute dei lavoratori e quella dell'impatto ambientale dovrebbero essere discusse e monitorate» esista da tempo e sia quello presieduto dall’assessore regionale all’ambiente Gianfranco Moretton. E invece «la confusione continua a regnare sovrana», scrivono in una nota i tre segretari generali Franco Belci (Cgil), Luciano Bordin (Cisl) e Luca Visentini (Uil). A quel tavolo istituzionale «hanno aderito, con la sottoscrizione formale di un protocollo, i soggetti istituzionali interessati, le parti sociali, la Lucchini.

Naturalmente ogni consigliere regionale, come ogni associazione, sono liberi di assumere le iniziative che credono più opportune e di trarne le conseguenze politiche. È peraltro singolare - scrivono Belci Bordin e Visentini - che Arpa e Asl dichiarino di essere venuti a conoscenza della delibera regionale - documento che hanno concorso a formare - da Metz. Il fatto è ancora più preoccupante se fosse vero quanto riportato dagli organi di stampa, e cioè che Arpa e Asl avrebbero espresso giudizi critici sulla delibera stessa: sarebbe stato loro dovere farlo, in modo chiaro e trasparente, nella sede propria del confronto, quella cioè del tavolo istituzionale».

Ma i sindacati attaccano anche su un altro versante: «È inaccettabile venire a sapere dalla stampa che l'Asl non ha fatto partire le analisi per verificare la presenza di agenti chimici patogeni nell'organismo dei lavoratori perché ”la Regione non ha dato i soldi”. La salute dei lavoratori e degli abitanti di Servola non può attendere la soluzione di questioni burocratiche in un palleggiamento di responsabilità. Sono questioni gravi, che vanno immediatamente chiarite, altrimenti il tavolo istituzionale perde per noi ogni significato proprio rispetto alle motivazioni per le quali è nato». Per questo Cgil, Cisl, Uil hanno chiesto a Moretton di essere convocati «assieme al direttore generale dell'Asl e a quello dell'Arpa, per essere dettagliatamente informati sulle prescrizioni stabilite nell'Autorizzazione e per chiarire definitivamente quali sono le posizioni di ciascuna istituzione».

Ieri intanto il Circolo Miani, con il suo presidente Maurizio Fogar, ha annunciato con una conferenza stampa di stare preparando una manifestazione pubblica in Sala Tripcovich, «per discutere, assieme ai rappresentanti istituzionali, dell’inquinamento atmosferico provocato dalla Ferriera». «Contiamo di poter fissare l’appuntamento entro tre settimane – ha detto Fogar – e vorremmo per una volta vedere tutti coloro che hanno avuto e hanno un ruolo nella vicenda confrontarsi con la gente». Molti sono virtualmente saliti sul banco degli imputati nel corso dell’incontro di ieri, dal presidente della Regione Riccardo Illy, «che rifiuta sistematicamente il confronto pubblico sul tema», all’intera maggioranza che governa in consiglio regionale, ma anche il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, quello di Muggia Nerio Nesladek e così via, compresi l’amministrazione provinciale e quella comunale di Capodistria. «Inviteremo tutti» al confronto – ha chiuso Fogar - perché la situazione è gravissima».

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