I servolani ai politici: basta polemiche
Al di là delle diverse opinioni, però, a unire la quasi totalità degli abitanti è una profonda delusione nei confronti della politica, senza distinzioni di parte. Troppe promesse mai mantenute, troppe polemiche e, soprattutto «troppe strumentalizzazioni». Una disillusione accentuatasi dopo l’ultimo botta e risposta al vetriolo tra il presidente della Regione Riccardo Illy e il sindaco Roberto Dipiazza: il primo, contestato da un gruppo di servolani durante un convegno alla Marittima, ha accusato il secondo di fare demagogia predicando di chiudere la Ferriera, mentre il secondo ha rinfacciato al governatore la concessione dell’autorizzazione integrata ambientale allo stabilimento.
«Illy ha accusato Dipiazza di fare demagogia? E perché, la Regione cosa fa, invece? - si domanda ironicamente Andrea L., nato a Servola e tornato di recente a vivere nel suo rione d’infanzia -. La verità è che parlare della Ferriera e lanciarsi accuse reciproche è utile agli interessi dei politici. Parlano, discutono, promettono, ma alla fine non cambia mai niente. Io sono nato qui e negli ultimi decenni le cose sono rimaste sempre uguali, anzi, forse ci sono meno polveri adesso rispetto a un tempo. Io abito di fronte alla Ferriera e se decidono di chiuderla sono contento, ma non posso fare a meno di pensare ai lavoratori. Il problema è estremamente complesso - conclude - e parlarne è un bene, purché non ci si speculi sopra».
Anche se la voglia di dire la propria su questo tema è tanta, nessuno, tra i servolani, se la sente di rivelare la propria identità: tutti scelgono l’anonimato, soprattutto per evitare chiacchiere tra i «vicini» di rione: «Qui sono molto conosciuta e non mi va che tutti sappiano come la penso - spiega una negoziante di via di Servola, che interrompe la conversazione non appena un cliente entra nel negozio -. Quello che penso è che nonostante i problemi, la Ferriera ha fatto tanto per la gente del rione. Tutte queste polemiche e chiacchiere tra i nostri rappresentanti politici non fanno altro che danneggiarci e sono utili solo a loro».
Della stessa opinione è una sua vicina di negozio, che lavora in una gelateria poco distante: «Ormai il nostro bellissimo borgo è conosciuto solo per lo stabilimento siderurgico e per i problemi ambientali - afferma -. Il nostro era un rione molto unito, tutti conoscono tutti, e adesso a causa di queste polemiche il quartiere si è spaccato in due: lavoratori contro residenti, pensionanti contro occupati. Una guerra tra poveri». «Parlavano di chiusura nel 2009, quando era già evidente che non era un’ipotesi realizzabile - le fa eco un giovane servolano, seduto al tavolo del bar - l’indotto è troppo grande e non si può mandare tutti a casa se non ci sono prospettive concrete. Ecco, credo che tutti i nostri politici dovrebbero iniziare a parlare di cose vere e reali e far sì che anche i cittadini possano avere voce in capitolo».
Non solo i giovani, ma anche i pensionati la pensano nello stesso modo: «Io ho lavorato per trent’anni alla Ferriera - racconta un anziano, residente in via dei Soncini - e i problemi di adesso c’erano anche prima. Quello che è cambiato è l’uso che i politici ne hanno fatto nel tempo. Ora credo che sia la volta buona per mettere da parte i dissapori e sedersi attorno a un tavolo che veramente porti a soluzioni concrete per risolvere il problema ambientale e occupazionale. Fare riunioni-farsa o chiedere interventi anti-inquinamento a spot non serve a nulla».
«Parlare di Ferriera? È un ottimo modo per accaparrarsi voti, soprattutto quando ci sono elezioni in vista - sentenzia la titolare di un negozietto che, pur lavorando a Servola, risiede in un rione limitrofo -. A essere sincera credo che queste polemiche siano utili anche per alcuni residenti, che traggono vantaggio per le proprie rivendicazioni. Così facendo, però, il problema rimarrà irrisolto ancora a lungo».
Elisa Lenarduzzi
Ferriera, traffici record per le rinfuse
TRIESTE Nell'anno dei record per il Porto di Trieste anche la Servola spa (appartenente al Gruppo Severstal-Lucchini) conferma la tendenza alla crescita per ciò che riguarda il traffico di rinfuse, attestato a poco meno di 1 milione e 800 mila tonnellate nel corso del 2007.
La società che gestisce la Ferriera, infatti, opera come terminalista autorizzato dall'Autorità portuale di Trieste nell'area compresa tra il terminal petrolifero della Siot e lo Scalo Legnami, attività per la quale vengono impiegati 32 dipendenti.
A ridosso dello stabilimento siderurgico e direttamente collegato alla rete ferroviaria nazionale e internazionale, il terminal dispone di strutture adatte alla movimentazione e stoccaggio di rinfuse solide di varie tipologie: carbone e minerali ferrosi, materie prime metallurgiche, rottame e ghisa, semiprodotti siderurgici e materie prime per l'industria cementiera.
Fra i clienti grossi gruppi siderurgici e dell'industria cementiera internazionali, in quanto a partire dal 2006 la Servola spa ha ricevuto l'autorizzazione ad operare anche per conto terzi oltre a rifornire la stessa Ferriera.
«Il trend di sviluppo - afferma Francesco Rosato, consigliere delegato della società - prevede una crescita annua del 10%, con l'obiettivo di raggiungere i 2 milioni e 400mila tonnellate di movimentato nel 2010: un risultato perseguibile visto che, già nel corso del 2007, abbiamo registrato traffici per quasi 1 milione e 800mila tonnellate, grazie all'attracco alla nostra banchina di 82 navi».
«I dati -continua ancora Rosato- assumono una valenza ancora più importante se si considera che la crescita si è affermata dal 2006, anno in cui abbiamo ricevuto l'autorizzazione per operazioni portuali per conto terzi».
Oltre ai servizi portuali di base, svolti 365 giorni all'anno 24 ore su 24, al terminal di Servola vengono garantiti servizi aggiuntivi, quali la vagliatura delle rinfuse, il condizionamento, la distribuzione delle merci, la pesatura e la bollettazione.
«Tutte queste attività svolte da una trentina di persone specializzate, sono rese disponibili al cliente - spiega ancora il consigliere delegato della società - anche grazie all'accesso al sistema informatico, che consente un costante monitoraggio delle giacenze e dello stato delle spedizioni».
Lo stabilimento di Servola dà lavoro attualmente a 530 persone e genera un indotto di circa 130 unità. Le produzioni principali sono coke, ghisa (liquida e solida) e i gas siderurgici venduti per essere trasformati in energia elettrica nella centrale di cogenerazione.
Il terminal rinfuse - fanno sapere dalla Servola spa - ha ottenuto nel 2007 la certificazione ambientale Iso14000 e, come avviene negli altri terminal portuali, garantisce gli standard di sicurezza previsti dalla Port Security.
«Grazie agli investimenti che verranno effettuati da Severstal-Lucchini in questo specifico settore, con circa 5 milioni di euro già stanziati, consolideremo l'area complessivamente disponibile di circa 345mila metri quadrati che ospitano magazzini coperti e piazzali per lo stoccaggio - conclude Rosato - , rinforzeremo la banchina lunga 350 m e il retrobanchina e, grazie a una nuova gru, rafforzeremo le capacità di sbarco per puntare ad ulteriori incrementi dei traffici».
Riccardo Coretti
Il Tavolo istituzionale torna a riunirsi: check-up sull’ambiente
Rotelli (Ass): «Imminente la consegna dei questionari ai cittadini che hanno chiesto di sottoporsi agli esami clinici»
Il primo cittadino: «Gli incontri tra enti danno risultati ma in prospettiva»
Una nuova riunione del tavolo sulla Ferriera istituito dalla Regione è prevista entro la settimana. Non ci sarebbero particolari argomenti all’ordine del giorno, ma servirà a fare il punto della situazione dopo l’ultimo incontro, a ridosso di Natale, nel corso del quale è stata rilasciata allo stabilimento l’autorizzazione integrata ambientale.
Proprio il tavolo regionale è stato contestato, qualche giorno fa, nella conferenza-audizione organizzata dal consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz, che ha criticato l’operato della Regione mentre i cittadini di Servola hanno attaccato Arpa e Azienda sanitaria, per non aver abbandonato il tavolo nonostante le pesanti relazioni da loro stesse presentate nella procedura per l’Aia.
Viene da chiedersi, dunque, se e quanto servano le convocazioni di questi tavoli. «Servono a creare un minimo di comunicazione fra gli enti – commenta il sindaco Dipiazza –. E per chiudere la Ferriera tutti quanti dovranno interagire comunque».
Il primo cittadino ricorda di aver avuto di recente un importante incontro con il sottosegretario Rosato. Una riunione che sembra non essere rimasta isolata, avviando così un canale che può favorire la ricerca di una soluzione, per lo stabilimento e per i lavoratori. «Nell’immedato – annota ancora Dipiazza – i tavoli non danno risultati, ma in prospettiva si smembra sempre più il problema, si delinea una strada e alla fine qualcosa di buono viene fuori».
A sostenere la validità di questi tavoli con i diversi enti è il direttore generale dell’Azienda sanitaria Franco Rotelli. «Producono risultati concreti – rileva – perchè, come si è visto, la Regione ha recepito nell’autorizzazione integrata ambientale tutte le nostre proposte per gli interventi che la proprietà deve fare sullo stabilimento. Adesso – aggiunge – si potrà verificare se l’azienda rispetterà o meno quelle prescrizioni, e se non lo farà è previsto che il certificato Aia venga ritirato».
L’Azienda sanitaria sta intanto avviando le procedure per gli esami clinici a un campione di abitanti di Servola, allo scopo di individuare l’eventuale presenza di derivati degli idrocarburi e di metalli pesanti. «Nei giorni scorsi – spiega Rotelli – abbiamo fatto una riunione con i medici di base del distretto di Servola e Valmaura. A giorni verranno distribuiti appositi questionari a tutti gli abitanti, circa 120 persone, che hanno chiesto di essere sottoposti agli esami».
Scopo dei questionari è di individuare un campione di residenti «credibile» sui possibili effetti della Ferriera, nel senso che dal campione verranno esclusi i fumatori e chi si trova in condizioni di salute che potrebbero non permettere risultati chiari e univoci.
Dai 120 abitanti coinvolti, secondo l’Azienda sanitaria verrà selezionato un campione di circa 60 persone. I risultati degli esami a questi residenti verranno confrontati con quelli di un analogo campione, scelto con gli stessi criteri, di abitanti di un altro rione in cui non risultano problemi di inquinamento.
La raccolta dei campioni per gli esami clinici dovrebbe avvenire nel giro di 15 giorni. Poi le provette saranno inviate a un laboratorio di Brescia, per le analisi. «E’ il più attrezzato in Italia ed è riconosciuto internazionalmente – sottolinea Rotelli – per l’individuazione dei derivati degli idrocarburi e dei metalli pesanti».
Articoli correlati
- Un altro caso di contaminazione della catena alimentare
La Asl di Trieste vieta di mangiare mangiare le cozze di Muggia perché contaminate da BenzoApirene
Tracce fuorilegge di benzoApirene nelle cozze. La Asl di Trieste vieta di mangiare le cozze di Muggia. Notizia pubblicata su Il Piccolo di Trieste oggi22 gennaio 2020 - Fulvia Gravame Trieste 16 novembre 2016: Ferriera e Legami di ferro
I volti, le storie, la vita degli abitanti di Servola e Valmaura raccontati in 14 scatti22 novembre 2016 - Beatrice Ruscio- Incontro con l'autrice Beatrice Ruscio
"Legami di ferro" a Trieste
Presentazione del libro all'Università di Trieste. Incontro voluto ed organizzato dall'associazione NOSMOG. - Il disastro ambientale a Taranto
Qualcosa di più di una catena umana
Le associazioni avevano chiesto ai cittadini di stringersi intorno al Tribunale, il 17 febbraio. Era lì anche un giornalista britannico che ne ha potuti contare tanti. E le prossime volte...18 febbraio 2012 - Lidia Giannotti
Sociale.network