Vendola e i termovalorizzatori privati
Dopo un´ora e mezzo di audizione, annuisce il vicepresidente Camillo Piazza (Verdi). E anche l´altro vicepresidente, il pugliese Pietro Franzoso (Forza Italia), che pure aveva osteggiato Vendola in consiglio regionale prima della promozione parlamentare.
“Perché cinque termovalorizzatori privati vanno bene e tre pubblici sono troppi? E a che punto sono le realizzazioni dei termovalorizzatori di Modugno, Statte, Borgo Mezzanone e Manfredonia? Come fa il presidente Vendola a dire che i privati sopperiranno alle esigenze del pubblico?
Hanno dell’incredibile le dichiarazioni del Presidente della Regione a margine della visita in Puglia della commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti e gliene chiederemo conto con una interrogazione urgente in Consiglio regionale. Vendola conta 5 termovalorizzatori privati sul territorio della Puglia, quando sa bene che ad oggi funziona solo quello di Massafra. Dice che è stato già autorizzato quello di Modugno ma finge di non sapere che è ancora in alto mare posto che il Sindaco ha chiesto addirittura la delocalizzazione di quell’impianto, così come vorremmo sapere in che fase di realizzazione siano quelli di Statte, Borgo Mezz’anone e Manfredonia.
Inoltre chiediamo al Presidente di chiarire un dubbio: lui dice che se avesse dato corso alla programmazione della precedente gestione commissariale, realizzando tre termovalorizzatori in Puglia, sarebbero stati troppi rispetto alla mole di rifiuti che produce la nostra regione e che per mantenerli in esercizio avremmo dovuto accettare rifiuti da tutto il Paese, diventando la pattumiera d’Italia. Non capiamo: tre termovalorizzatori pubblici sono troppi e cinque privati vanno bene?
Se la matematica non è un’opinione, per mantenere in esercizio e ammortizzare i costi di 5 termovalorizzatori servono più rifiuti che per mantenerne 3. E, che siano privati, non cambia, anzi forse peggiora le cose. Perché mentre i 3 termovalorizzatori pubblici erano il risultato di regolari bandi di gara e rientravano quindi in un ciclo regionale di programmazione e chiusura del ciclo dei rifiuti, i 5 privati non avranno alcun obbligo di accettare i rifiuti assecondando le esigenze del territorio né sappiamo che tariffe applicherebbero per accettarli".
La Puglia non è la Campania: non c´è camorra dietro la monnezza che si produce in Puglia e non ci saranno i sacchetti della spazzatura per strada. «È stato saggio chiudere la lunga stagione del commissariamento perché la Campania sta lì a dimostrare che dove c´è un´autorità monocratica, il territorio si deresponsabilizza», si compiace il governatore. Che ha ancora qualche potere commissariale, ma solo per chiudere ciò che ha avviato. Poca cosa per farne un «target»: aver chiuso la parentesi commissariale esattamente un anno fa, ha spuntato le ali ai suoi avversari politici che ancora gli rimproverano di aver cassato i tre termovalorizzatori pubblici dal piano del suo predecessore.
«Se li avessi autorizzati, sì che saremmo diventati la discarica d´Italia», dice Vendola, perché la Puglia non ce l´avrebbe fatta a produrre tutti i rifiuti necessari per farli funzionare. Il no ai termovalorizzatori di Bari, Trani e Brindisi non è stato ideologico, tanto che ce ne sono cinque pronti a bruciare cdr, il combustibile da rifiuti. Uno è già in esercizio ed è quello di Massafra, l´unico mobilitato in Puglia per alleviare l´emergenza rifiuti in Campania. Un secondo è stato autorizzato a Modugno. Altri tre sono in fase di autorizzazione tra Manfredonia, Borgo Mazzanone e Statte.
È singolare che sia proprio Vendola a mandare in soffitta i termovalorizzatori pubblici per fare spazio a quelli privati.
Ma la risposta del governatore è immediata: «In quelli pubblici sarebbero stati bruciati i rifiuti talquale, in quelli privati ci va il cdr, il rifiuto trattato».
Inquinano meno e non hanno bisogno di importare troppi rifiuti. Insomma, non sono più un tabù.
Anzi: «Abbiamo fatto partire i cantieri di tutti gli impianti che devono servire a costruire un ciclo moderno dello smaltimento dei rifiuti e che riguardano il pretrattamento, la selezione della frazione umida dalla frazione secca, la biostabilizzaizone, il compostaggio, il cdr. Abbiamo nella parte privata, tra termovalorizzatori autorizzati e termovalorizzatori in via di autorizzazione, cinque termovalorizzatori che ci fanno guardare con tranquillità al futuro».
Citando un passo della relazione della Corte dei conti, Vendola spiega che il piano dei rifiuti è stato cominciato nel 2001 poi è stato ultimato e consegnato nel 2004. «Sono stati fatti i bandi - dice il governatore - sono state fatte le gare, tutte impugnate. Mi sono insediato che avevo tutte le gare impugnate e le discariche sostanzialmente verso l´esaurimento. Ho dovuto aspettare le sentenze del Consiglio di Stato, ho firmato tutti i contratti e quindi oggi, tranne in un caso, a Corigliano d´Otranto, dove c´è da fare un approfondimento per via della falda, abbiamo cantierizzato tutti gli impianti». Vendola ammette: «Non è il paradiso ma è un processo che stiamo costruendo, che ci fa mettere nella condizione perfino di esprimere solidarietà alla Campania». Perché a Massafra le prime ecoballe sono già arrivate. E stanno ancora arrivando. Lo dice Franzoso prima che cominci l´audizione di Vendola e del suo assessore all´Ecologia, Michele Losappio.
«Ne arrivano 300 al giorno - afferma - e sappiamo tutti che si tratta di un cdr non adeguato dal punto di vista tecnico: quelle ecoballe dovranno essere disfatte, dividere l´umido dal secco, e affinate per produrre un cdr appropriato per essere bruciate nel termovalorizzatore di Massafra».
E la Puglia che aiuta la Campania non diventerà come la Campania. «Ma il fatto che la situazione ora non desti preoccupazione - spiega Franzoso - non significa che fra un anno non si verifichino emergenze in territori come Brindisi».
(Repubblica Bari - 3 febbraio 2008)
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