Servola: inviati i questionari, i primi prelievi tra 15 giorni
È ufficialmente partita la procedura per effettuare test clinici sui residenti di Servola. Ieri mattina l’Azienda sanitaria, infatti, ha spedito 110 lettere raccomandate ad altrettanti cittadini che, lo scorso 13 dicembre, avevano sottoscritto una petizione in cui a fronte dell’«inquinamento provocato dalla Ferriera» (si leggeva nel documento) chiedevano di essere sottoposti ad una serie di analisi cliniche. Solo una parte, circa 60 richiedenti, saranno sottoposti ai test di sangue e urina. Un campione di servolani che alla fine del mese, quando l’Azienda sanitaria stima l’inizio dei primi prelievi, sarà individuato a seguito dei profili indicati dal questionario (allegato alla lettera con busta già affrancata) a cui i diretti interessati sono tenuti a spedire compilato al mittente.
Dall’elenco saranno esclusi i fumatori, gli eventuali dipendenti della Ferriera di Servola (un monitoraggio degli operai è già stato effettuato nei mesi scorsi) e alcuni firmatari presenti nell’elenco che non risiedono nel rione di Servola. Un modo per escludere soggetti che potrebbero alterare così il riscontro clinico. Il questionario dell’Azienda sanitaria, attraverso una ventina di domande, punta ad accertare lo stile di vita dei 110 richiedenti per individuare un campione rappresentativo dei cittadini che abitano vicino all’impianto siderurgico. I quesiti riguarderanno l’età, il sesso, l’abitazione, le abitudini al fumo e anche quelle alimentari, nonché i farmaci assunti.
«Aspettiamo con ansia queste lettere con annesso il questionario, per noi la partenza dell’iter per i test clinici rappresenta solo un piccolo passo.
La nostra battaglia continua, combatteremo avanti», dice Livio Scridel, portavoce dei 110 richiedenti. L’analisi combinata di sangue e urine, insomma, è vista come una conquista per la verifica degli effetti dell’inquinamento («forse qualcuno non ha ancora capito che abbiamo paura di essere ammalati, ci stiamo muovendo anche autonomamente per comparare un domani i risultati», dice Scridel) e, allo stesso tempo, un modo per sensibilizzare i servolani. Quelli che si dimostrano scettici verso chi, ad esempio, protesta contro l’Autorizzazione integrata ambientale concessa di recente dalla Regione alla Ferriera di Servola.
Ma come sarà verificata la presenza nel corpo di un accumulo di metalli e idrocarburi policiclici aromatici, sostanze che ad alte concentrazioni provocano gravi malattie? Il metodo dell’Azienda sanitaria prevede che, accanto al campione dei 110 servolani, saranno monitorati altri due gruppi di cittadini residenti in altrettante zone della città. Precisamente un campione di cittadini che abitano sull’Altipiano carsico, quindi lontano dalla Ferriera di Servola, e un altro gruppo che invece risiede nel centro cittadino, dove accanto ai fumi dell’impianto siderurgico si somma anche un traffico veicolare superiore alla media.
Rispetto ai 60 servolani, che saranno individuati dopo un’attenta analisi dei questionari, il campione di cittadini del centro città e dell’Altipiano devono essere ancora individuati. Assieme alle modalità che dovranno portare a reperire i volontari all’esame di sangue e urine. Più semplice invece le analisi cliniche dei 60 prescelti. A queste persone, una volta data comunicazione del fatto che saranno sottoposte ad analisi, verrà fissato un appuntamento direttamente dal Dipartimento di prevenzione. I cittadini saranno personalmente contattati per ricevere le indicazioni sulla sede, il giorno e l’ora in cui effettuare la prova. Un lavoro che vedrà l’Azienda sanitaria operare in collaborazione all’Azienda ospedaliera e universitaria.
I campioni di sangue e urine saranno poi inviati a un laboratorio specializzato di Brescia, lo stesso che sta completando in questi giorni le analisi da poco effettuate sui lavoratori della cokeria. Un laboratorio collegato alla clinica unievrsitaria e che, chiarisce una fonte interna all’Azienda sanitaria, non ha nulla a che fare con la proprietà della Ferriera.
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