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Scarsi i controlli sul latte bufalino,

«Salvagente»: una mozzarella su tre contiene diossina

Nel 2007 su 83.000 prodotti alimentari sono stati analizzati soltanto 25 campioni di materiale caseario. In Campania non esiste un laboratorio di analisi sulla rintracciabilità della diossina ma per il direttore del Consorzio produttori Enzo Oliviero non esiste alcun pericolo
6 febbraio 2008
Rosanna Lampugnani
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- ROMA — Un anno fa da Roma fu lanciato l'allarme diossina in alcune zone del casertano, con cifre inquietanti sulle forme tumorali presenti in percentuali superiori alla media regionale e nazionale. Oggi arriva un'inchiesta della rivista Salvagente che resoconta nel dettaglio la pericolosità della situazione, aggiungendo alcune interviste che non lasciano dubbi. «Latte e diossina, l'emergenza c'è e si vede» è il titolo del servizio firmato da Enrico Cinotti, che parte da un dato inquietante: nel 2007 su 83mila prodotti alimentari di matrice biologica, cioè di origine animale, sottoposti ad analisi chimica e microbilogica, soltanto 25, cioè campioni di latte bufalino e ovino destinato alla produzione di mozzarelle e formaggi, sono stati sottoposti anche ad analisi sulla diossina, E di questi 25 ben otto sono risultati positivi, cioè inquinati: il 30% di questi prodotti non si sarebbe dovuto ingerire.

La domanda è inevitabile: perchè solo 25 prodotti su 83mila hanno ricevuto questa particolare attenzione? Tanto più perché nella regione proseguono incendi di scarti industriali nocivi, soprattutto nel triangolo Acerra-Nola-basso casertano e nel litorale domizio-flegreo? Il paradosso dei paradossi, in un territorio dove l'allarme sanitario più che dai sacchetti dell'immondizia domestica è generato dagli sversamenti di rifiuti industriali proseguiti per anni senza controllo nei terreni e nei pascoli, ebbene qui, in Campania, non esiste un laboratorio dove si possano effettuare analisi per rintracciare la presenza di diossina. E non si corre ai ripari, nonostante le analisi effettuate sul sangue umano e sul latte materno, nell'ambito del Sebiorec (studio epidemiologico mirato, voluto dalla Regione e realizzato dall'Istituto superiore della sanità, dal Cnr e dalle Asl competenti) abbiano dimostrato che il tasso di inquinamento registrato sia fonte di un'incidenza anomala dei tumori. Scrive Cinotti sul Salvagente: «Proprio in quei comuni il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop ha una ventina di associati. Eppure all'associazione non sembrano preoccupati».

Il direttore del Consorzio Vincenzo Oliviero risponde: «A oggi non c'è nessuna mozzarella che superi i valori di legge sulle diossine. Siamo tranquilli e vigili anche perchè da quando ci fu l'emergenza nel 2003 le Asl hanno imposto alle aziende un piano di autocontrollo per le diossine nel latte e nelle mozzarelle che i nostri associati svolgono regolarmente in laboratori privati certificati ». Ma, insiste il giornale, le rassicurazioni non convincono del tutto, perchè i campioni di latte prelevati nel 2007 per essere sottoposti alle analisi dello Izs del Lazio, cui la Campania deve fare riferimento, sono finiti indistintamente nei silos.

A Salvagente risulta che in un caso gli allevamenti trovati positivi erano 13 su 58! Insomma, l'allarme ha fondamenti scientifici. Ma, ricorda Stefano Raccanelli, direttore del laboratorio dell'Inca di Porto Marghera, unico istituto italiano accreditato ai test sulle diossine, l'emergenza diossina in Campania «è legata alla pratica effettuata da anni se non da decenni, di smaltimento abusivo di rifiuti industriali, provenienti da una serie di siti del nord, che sono stati costantemente interrati o dati alle fiamme nelle campagne. Questi rifiuti tossici hanno la potenzialità di contaminare la catena alimentare come è stato dimostrato».

Note: Il Salvagente - settimanale dei diritti, dei consumi e delle scelte

Diossina nei cibi: cronaca di un lungo allarme
http://tinyurl.com/39jgfd

Diossina e cibi l'allarme arriva anche in italia
http://lists.peacelink.it/economia/2007/09/msg00021.html

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