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Alex Zanotelli: il ritorno dei Cip6, politica da inquinamento

Una delle ultime firme prima di lasciare Palazzo Chigi Prodi l’ha messa in calce ad un’ordinanza che garantisce agevolazioni tariffarie per la vendita dell’energia elettrica e che in realtà avrebbe dovuto incentivare solo la produzione di energia elettrica rinnovabile senza l'impiego di fonti altamente inquinanti.
8 febbraio 2008
Luca Kocci

- Una delle ultime firme prima di lasciare Palazzo Chigi Prodi l’ha messa in calce ad un’ordinanza che garantisce agevolazioni tariffarie per la vendita dell’energia elettrica, come stabilito da una vecchia circolare, la n. 6 del 1992, del Comitato Interministeriale Prezzi ribattezzata Cip6. “In questo modo – si legge in un comunicato del governo – sarà possibile procedere più rapidamente alla realizzazione degli impianti di termodistruzione o di gassificazione che saranno realizzati nei territori del comune di Acerra, S. Maria la Fossa e della provincia di Salerno”.

In realtà, la Cip6 avrebbe dovuto incentivare solo la produzione di energia elettrica senza l'impiego di fonti altamente inquinanti. Strada facendo però, anche le “fonti assimilate”, cioè l’immondizia, sono state inserite fra le fonti energetiche incentivabili dalla Cip6. Per cui i termovalorizzatori – il nome pulito dietro il quale si nascondono gli inceneritori – che bruciano spazzatura producendo inquinamento ed energia, e di conseguenza le ditte che li gestiranno, saranno beneficiati di ingenti incentivi statali, ovviamente pagati dai cittadini direttamente attraverso la bolletta dell’elettricità.

Pubblichiamo di seguito un testo di p. Alex Zanotelli sulla questione:

L’ex presidente del Consiglio Prodi ha firmato il decreto per sbloccare i contributi alla costruzione degli inceneritori. Avevamo tanto lottato durante il lungo dibattito parlamentare sulla Finanziaria di quest’anno contro questi contributi, i cosiddetti Cip6, ed avevamo ottenuto che non fossero più dati ai nuovi inceneritori. I Cip6 sono i contributi che i cittadini italiani pagano per le energie rinnovabili (l’anno scorso lo Stato ha avuto circa tre miliardi di euro da questi proventi*.

Purtroppo, per un’errata interpretazione della direttiva europea, questi soldi sono stati usati anche per gli inceneritori, perché, bruciando i rifiuti, producono energia che è «assimilata» alle energie rinnovabili.

L’intervento di Prodi è stato finalizzato a riaprire il bando di gara e così terminare i lavori dell’inceneritore di Acerra (in costruzione dal 2000!). Infatti il bando di gara, indetto dall’allora commissario straordinario Pansa, che scadeva il 31 dicembre, è andato deserto per il ritiro delle uniche due ditte che si erano presentate: la A2A (la potente municipalizzata di Brescia e Milano) e la Veolia (ex-Vivendi), la più potente multinazionale dell’acqua al mondo che gestisce anche i rifiuti (seconda al mondo in questo settore). La ragione data per il ritiro del bando dalla gara era che non c’erano più i contributi governativi, i Cip6. Così si capisce perché gli industriali vogliono gli inceneritori. Ci guadagnano infatti 55 euro per ogni tonnellata che bruciano. Peccato che non ci dicono che il 30 per cento dei rifiuti bruciati rimane come residuo tossicoche dovrebbe essere sepolto in Germania nella cave di salgemma.

La decisione di Prodi di dare i contributi Cip6 ai tre inceneritori della Campania (Acerra, Santa Maria La Fossa e Salerno) e in particolare all’inceneritore di Acerra, costruito nel territorio più inquinato d’Europa, apre la porta per il ritorno in gara di A2A e di Veolia. Cade così la foglia di fico che copre tanta propaganda industriale a favore degli inceneritori. La verità è che gli industriali vogliono gli inceneritori solo se ci sono i soldi del Cip6. E’ un altro enorme business anche quello degli inceneritori.

Tutta questa vicenda rivela ancora una volta che coloro che governano non sono più i politici, ma i potentati economico-finanziari. I nostri politici, se vogliono governare, devono obbedire. Rimaniamo esterrefatti davanti a tale comportamento del decaduto governo Prodi e ci poniamo tutta una serie di domande.

Come può un governo che sta per cadere o è caduto modificare le decisioni parlamentari contenute nella Finanziaria? Perché aprire la strada a una multinazionale come la Veolia, che ha avuto la scorsa settimana sei dirigenti che lavorano per Acqualatina (49 per cento della Veolia) arrestati a Latina? Perché aprire la porta a Veolia che dopo i rifiuti si prenderà anche l’acqua di Napoli e della Campania? Perché il governo trova soldi per la Veolia e non per la raccolta differenziata casa per casa? Perché Prodi non ha commissariato tutti quei comuni che non hanno raggiunto il 35 per cento di raccolta differenziata come previsto dalla finanziaria di quest’anno?
Ha ragione l’economista ambientale Guido Viale quando afferma:

"L’inceneritore è tossico, soprattutto perché inquina il cervello di molti amministratori locali e governanti nazionali che aspettano da quella macchina–e non dalla riorganizzazione dei ciclo dei rifiuti attraverso la partecipazione e il coinvolgimento diretto dei cittadini–una miracolosa soluzione del problema."

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