Taranto, pcb e diossina nel sangue delle pecore
Pecore e capre hanno pascolato per mesi in terreni altamente inquinati da diossina e pcb (policlorobifenili), sostanze chimiche inquinante e assai pericolose. Quelle sostanze ora sono nel loro organismo e potrebbero essere finite anche nella carne, nel latte e nei formaggi sulle tavole dei pugliesi e degli italiani. L´allarme arriva ancora una volta da Taranto, dove la Procura ha aperto un´inchiesta dopo una segnalazione della Questura: alcuni cittadini e un giornale locale avevano segnalato la presenza di un gregge in un´area fortemente inquinata. La magistratura dovrà ora appurare se in qualche modo quelle sostanze sono entrate nel ciclo alimentare.
Di certo, però, gli agenti inquinanti sono nel sangue dei tarantini. Per lo meno questo avrebbe dimostrato l´associazione Tarantoviva che in questi giorni ha controllato il sangue di una serie di tarantini. Sarebbero emerse alte concentrazioni di diossina e pcb, in controtendenza con la media nazionale e internazionale. I dati dimostrano che la causa principale dell´inquinamento a Taranto è lo stabilimento siderurgico dell´Ilva.
Anche se l´azienda assicura che «nell´ultimo periodo le emissioni di diossina sono scese del 40 per cento», con «la chiusura e la demolizione di un impianto di agglomerazione».
«Non a caso - spiega sempre l´Ilva in una nota - i livelli riscontrati nell´area urbana di Taranto interessata da campionamenti sono risultati inferiori ai limiti imposti dalla normativa vigente per le zone ad uso verde pubblico privato e residenziale.
In ogni caso una volta completata questa fase di test applicativi si adeguerà l´impianto di agglomerazione entro il 2009, al fine di ridurre gli attuali livelli emissivi di diossine». «Parallelamente - spiega il responsabile dei rapporti istituzionali dell´azienda, Girolamo Archinà - stanno proseguendo gli approfondimenti sulle soluzioni proposte da vari fornitori per definire, anche sulla base delle esperienze acquisite dai maggiori competitori, la tecnologia compatibile con gli impianti esistenti per conseguire ulteriori drastiche riduzioni dei livelli emissivi di diossine».
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