Il Governo accelera su «Kyoto»
Il Governo stringe i tempi sulla riduzione dei gas a effetto serra. È infatti in dirittura d'arrivo il decreto legislativo che completa l'attuazione delle norme comunitarie sullo scambio di quote di emissione e di verifica degli obiettivi quinquennali del Protocollo di Kyoto entrati in vigore nell'Unione europea il 1 gennaio scorso.
Il provvedimento contiene la stretta sugli impianti industriali a forte concentrazione di anidride carbonica e potrebbe approdare, per il sì definitivo, nel Consiglio dei ministri già convocato per il 27 febbraio, ma ancora senza ordine del giorno. Per spingere le imprese a contenere il volume di gas l'Esecutivo gioca la carta della deducibilità, a fini fiscali, del nuovo sistema contributivo con tariffe pari a 130mila euro ogni 30 milioni di tonnellate di Co2 rilasciate. La bozza varata in via preliminare a fine dicembre ha, nel frattempo, subìto alcune modifiche che tengono conto dei pareri espressi dalle commissioni parlamentari e dalla Conferenza Stato-Regioni.
Il decreto rafforza,tra l'altro,controlli e sanzioni su una gamma di attività che comprende raffinerie, aziende di metalli, vetro, ceramiche, legnami e carta, cementificie impianti di combustione di potenza superiore a 20 Mw (esclusi quelli per lo smaltimento di rifiuti pericolosi o urbani). Lo scopo è di centrare, entro il 2012, il target di una flessione pari al 6,5% delle emissioni di Co2 rispetto ai valori registrati nel 1990. Anche per questa ragione è stata accolta la proposta della Camera di sopprimere dal testo iniziale la norma che liberalizzava lo scambio di quote inquinanti tra le imprese iscritte al registro nazionale dei gas serra. Una vera e propria banca dati delleemissioni che ora sarà affiancata da un "inventario" predisposto e gestito dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente.
A coordinare l'intera partita degli scambi e dei controlli, affidati ai verificatori iscritti in un apposito albo, sarà il Comitato nazionale emissioni (di cui farà parte anche un rappresentante delle Regioni) istituito presso il ministero dell'Ambiente. Tra i suoi primi compiti figura quello di regolare l'eventuale assegnazione degli oneri destinati a gravare sugli impianti a più alto tasso di inquinamento. Le imprese avranno però più tempo (due mesi dall'attivazione dell'impianto) per adeguarsi ai nuovi parametri, pena l'applicazione di sanzioni pecuniarie aumentate di 100 euro per ciascuna tonnellata di biossido di carbonio emessa senza autorizzazione. Mentre i crediti derivanti dal meccanismo di sviluppo pulito ( Italian carbon Fund)
verranno trasferiti, sotto forma di debito, sulle aziende off-limits e versati sul bilancio dello Stato in base ai criteri stabiliti dall'Economia e dall'Ambiente entro due mesi dall'entrata in vigore delle nuove norme.
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