Servola: il sindaco Dipiazza, «È colpa della Ferriera»
Il sindaco insiste: «La colpa di questi valori di pm10 così elevati è dei fumi che escono dalla Ferriera, altro che traffico. Altrimenti non si spiegherebbero quei dati rilevati dalla centralina dell’Arpa sul molo Caliterna di Muggia. Da quelle parti di macchine ne circolano ben poche, è chiaro che lì l’inquinamento arriva da Servola, che è di fronte». La convinzione di Roberto Dipiazza non vacilla nemmeno davanti alla congiuntura atmosferica che, di questi tempi, sta favorendo la caoncentrazione delle polveri sottili in molti centri urbani del Nord Italia. Il traffico si blocca anche a Gorizia, e a Monfalcone siamo lì lì.
Ma il primo cittadino tira dritto. E lancia implicitamente una sfida a chi non conviene con lui per vedere se, estendendo il divieto di circolazione alle auto a Servola, la centralina mobile dell’Arpa di via San Lorenzo in Selva, davanti alla Ferriera, rileverà dati meno allarmanti o continuerà a registrare valori troppo alti.
«La prossima volta che farò un’ordinanza anti-smog - aggiunge infatti Dipiazza - chiuderò il traffico anche a Servola, così vediamo». Di più il sindaco non dice. È l’ora di pranzo e sta per imbarcarsi su un aereo che lo porterà, per una settimana, lontano da Trieste per una vacanza. Con il cellulare rigorosamente spento.
Resta così aperto un interrogativo: chissà se quel «chiudere» il traffico a Servola significhi vietare la circolazione soltanto lungo le vie d’accesso e interne al rione. O se invece vuol dire bloccare la Grande viabilità.
Quel che è certo invece, davanti all’orientamento deciso del primo cittadino, è che di piano del traffico - e di progressiva pedonalizzazione del centro storico - l’amministrazione comunale non parlerà fino a dopo le elezioni di aprile.
«Il fatto di chiudere il centro alle auto dopo tre giorni di sforamenti - fa notare a questo proposito il presidente provinciale di Legambiente Lino Santoro - è un po’ come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Con le dotazioni elettroniche di oggi, incrociando le tendenze meteo e i dati sull’inquinamento, sarebbe ormai semplice potersi affidare a strumenti di previsione che dicano quando è il caso di far scattare delle limitazioni preventive al traffico. Ne avevamo parlato a suo tempo con l’ex assessore all’ambiente Maurizio Ferrara, che è stato l’unico a recepire questa proposta, ma poi non se n’è fatto più nulla».
L’alternativa al «palliativo» attuale, secondo Legambiente, è un dibattito urgente su quali possano essere «le direttrici centrali da destinare ai soli mezzi pubblici, con l’introduzione eventuale di piccoli pullman elettrici oltre ai bus tradizionali, come è già stato fatto ad esempio a Roma».
«È chiaro che - conclude Santoro - a fronte di limitazioni alla mobilità dei mezzi privati, va garantita al cittadino la possibilità di spostarsi meglio in città. È necessario insomma un potenziamento della rete del trasporto pubblico. Sappiamo che esiste un budget cui la Trieste Trasporti si deve attenere. Ma sappiamo anche che sarebbe possibile accedere a una serie di fondi comunitari, messi a disposizione da Bruxelles per l’incentivazione del trasporto pubblico, nell’ottica del miglioramento delle condizioni ammbientali nei centri urbani».
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