Termovalorizzatore, l'oncologa spacca la città
SALERNO — «Il termovalorizzatore di Salerno è un business, l'unica soluzione peggiore del male». Non aveva certo bisogno di usare linguaggi cifrati o diplomazia Patrizia Gentilini, oncologa di fama nazionale, intervenuta ieri pomeriggio nella sala del Consiglio di Palazzo Sant'Agostino, dove l'area Letta del Pd ha organizzato il convegno «Una svolta radicale per i rifiuti in Campania».
Oltre all'assessore all'Agricoltura Corrado Martinangelo e al consigliere regionale Guglielmo Vaccaro, sono intervenuti l'avvocato Ada De Cesaris e l'ingegnere Vincenzo Belgiorno, che hanno illustrato, per i rispettivi ambiti, la normativa e la situazione tecnici in Italia e in Europa. Previsto anche l'intervento del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, che però non c'era in quanto trattenuto a Roma per l'accesa situazione politica pre-elettorale.
Davanti a una platea di oltre trecento persone e con momenti di forte tensione emotiva, specie durante gli interventi dell'assessore Martinangelo e dell'avvocato De Cesaris (che ha interrotto la sua relazione), l'attenzione è stata catalizzata dall'intervento di Patrizia Gentilini, da anni impegnata nella sua terrà d'origine, l'Emilia Romagna, contro i termovalorizzatori.
«Premesso che sono qui a Salerno perché invitata a partecipare a un seminario presso l'ateneo di Fisciano — ha esordito la scienziata — tutto il discorso sui rifiuti deve partire da una considerazione base, ossia che da materia deve essere recuperata altra materia. So che in città l'amministrazione comunale sta portando avanti il progetto per un termodistruttore di rifiuti, che rimane un male assolutamente non necessario per il completamento del ciclo dei rifiuti».
Un attacco diretto, dunque, ad appena ventiquattro ore di distanza dalla missione esplorativa all'impianto di Brescia da parte di diciassette consiglieri comunali e due assessori.
«È inutile girare attorno al problema — ha continuato Patrizia Gentilini — l'unico modo per mantenere in piedi un termovalorizzatore è la concessione del Cip6. Dal 1995, ad esempio, negli Stati Uniti non ne costruiscono più. Diffidate dunque da quanto vi dicono e ricordate che chi parla bene di un impianto simile non lo fa certo perché vuole difendere la salute dei cittadini. L'unica soluzione è la raccolta differenziata spinta».
Patrizia Gentilini ha finito il suo intervento lanciando alcune proposte concrete alla platea. «In primis — ha concluso la scienziata — sono disposta a pagare io il viaggio per visitare un centro di riciclaggio in provincia di Treviso, dove hanno trasformato addirittura una discarica a cielo aperto. Inoltre credo che sia doveroso da parte dell'amministrazione comunale chiedere il consenso informato ai cittadini sul termovalorizzatore».
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