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«Dall'eolico agli inceneritori la prima sfida è sull'energia»

Sicilia: La candidata del centrosinistra: "Non sono contro i termovalorizzatori, ma prima eleviamo la raccolta differenziata alle quote del resto del Paese" Dall´eolico agli inceneritori la prima sfida è sull'energia Finocchiaro-Lombardo: scontro sulle grandi opere. Casini vuole i rigassificatori, che non piacciono al leader dei federalisti In entrambi gli schieramenti contraddizioni sugli appalti da realizzare
Fonte: Repubblica

Eolico Palermo - I rigassificatori, l´eolico, il fotovoltaico. Ma anche i termovalorizzatori che, oltre a bruciare rifiuti, dovrebbero produrre energia. La sfida di Anna Finocchiaro e Raffaele Lombardo per la conquista di Palazzo d´Orleans si gioca anche su questi argomenti. E non sono argomenti facili perché in ogni coalizione le posizioni non sono tutte concordanti.

Di sicuro, Anna Finocchiaro tiene a chiarire che non è affatto contraria ai termovalorizzatori. Piuttosto, boccia quelli che ha previsto l´ultimo governo regionale: «Il presidente Cuffaro, commissario per i rifiuti - dice - nel 2001 inaugurava una nuova stagione, stabilendo la realizzazione di 4 mega inceneritori per 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti all´anno, tanti quanti sono i rifiuti prodotti in Sicilia.

Ma è ovvio che bruciare l´immondizia così com´è sarebbe un crimine, bisogna prima depurarla dalle componenti che per esempio producono diossina. Cuffaro ha smantellato i progetti che avrebbero permesso di creare un sistema industriale del ciclo dei rifiuti finalizzato alla raccolta differenziata oggi ferma al 6 per cento».

Il Partito democratico vuole portarla rapidamente al 50 per cento. «Vogliamo partire da lì - aggiunge Anna Finocchiaro che dà il Pd in rimonta anche in Sicilia - ma certo non affidandoci a sterili campagne di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini. Convocheremo invece le amministrazioni locali per varare un piano di incentivi finalizzati alla raccolta differenziata. Una volta ottenuti risultati concreti su questo processo penseremo alla costruzione dei termovalorizzatori. Noi non siamo per la politica del "no", siamo per i "sì" a progetti responsabili in grado di rilanciare la Sicilia».

E fra questi ci sono pure i rigassificatori. «Sono una risorsa fondamentale - continua Anna Finocchiaro - Penso soprattutto al porto di Augusta. Credo sia arrivato il momento di sfruttare le opportunità che abbiamo a portata di mano». Eppure, sabato ad Agrigento, in mezzo alla platea che ascoltava il "discorso ai siciliani" della candidata presidente del centrosinistra, un gruppo di spettatori esponeva cartelli con su scritto: "No al rigassificatore di Porto Empedocle".

Il giorno dopo, a Palermo, Pierferdinando Casini, davanti al popolo dell´Udc ha scandito a chiare lettere che i rigassificatori vanno fatti e lo ha detto a pochi metri da Raffaele Lombardo, seduto in prima fila e alleato dello scudocrociato per la sua corsa verso Palazzo d´Orleans. Eppure proprio il candidato dell´Mpa, che in questi giorni lavora al programma, dovrà conciliare questi "suggerimenti" con i no espressi in un passato non remoto dal suo movimento.

Quelli pronunciati, ad esempio, dall´assessore al Territorio Rossana Interlandi contro i rigassificatori di Augusta e Porto Empedocle. «Ci chiediamo perché due degli undici rigassificatori da realizzare in Italia debbano essere allocati in Sicilia», disse nell´agosto del 2006 il deputato nazionale dell´Mpa Giuseppe Reina. E il 24 ottobre di quell´anno l´Ars votò una mozione, presentata da quattro parlamentari del movimento di Lombardo, che esprimeva «preoccupazione per la disponibilità del governo regionale alla realizzazione dei rigassificatori nell´Isola».

E all´inizio della scorsa legislatura, ad esempio, l´Mpa espresse contrarietà nei confronti del progetto dei termovalorizzatori, almeno nelle modalità previste dal governo Cuffaro. E sull´eolico la posizione dell´assessore ai Beni Culturali Lino Leanza è stata chiara: sì alle pale, ma distanti dai centri abitati. Questa la filosofia di una circolare "restrittiva" approvata nel dicembre del 2006, che provocò polemiche nella ex Cdl. Nodi che adesso ritornano al pettine.

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